BRINDISI – Si celebra il 27 gennaio, il “Giorno della memoria”, per ricordare le vittime della Shoah, ma anche l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e la liberazione del più grande campo di sterminio nazista, avvenuta nel 1945. Sono trascorsi quindi più di settanta anni dal giorno in cui la Prima armata del Fronte ucraino fece il suo ingresso sotto la famigerata scritta Arbei macht frei, in una giornata che cambiò la storia del Novecento e la percezione dei crimini del regime nazista. L’Italia, cheha istituito il “Giorno della memoria” nel 2000, ricorda lo sterminio del popolo ebraico ma anche più direttamente la persecuzione degli ebrei italiani, una pagina di storia che non può essere dimenticata e che inevitabilmente richiama le responsabilità nostrane sulle disonorevoli leggi razziali. In occasione della commemorazione del “Giorno della Memoria”, la Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo”, partecipa alla ricorrenza offrendo alla città un ricordo della Shoah attraverso l’esposizione di preziose carte del proprio “Archivio/Biblioteca”. La mostra, dal titolo: “La Shoah nelle carte” sarà allestita nella sala studio della biblioteca, in piazza Duomo 11, e sarà visitabile da lunedì 27 a giovedì 30 gennaio, con accesso libero e gratuito negli orari di apertura della biblioteca (8-13 e 15-18), con una visita guidata lunedì 27 gennaio alle ore 18.30.
L’obiettivo della mostra è raccontare, attraverso i documenti, la declinazione locale di eventi di portata nazionale ed europea: la propaganda e la legislazione razzista del fascismo insieme alla successiva deportazione degli ebrei nei campi di concentramento nazisti. Saranno esposti documenti dai fondi della biblioteca e dell’archivio storico diocesano, oltre a numeri de “La Difesa della razza”, articoli tratti dai quotidiani locali, libri dell’epoca: testimonianze preziose per sottolineare una quotidianità spezzata dalle leggi antiebraiche e da una burocrazia che criminalizzò la diversità e perseguitò vite umane. La narrazione attraverso carte ben poco conosciute di una delle pieghe più brutte della storia.