BRINDISI – Il Teatro Kopó presenta, in prima assoluta a Brindisi, Ago: Capitano Silenzioso, scritto, diretto e interpretato da Ariele Vincenti, in scena sabato 18 gennaio alle 21, domenica 19 alle ore 18. Lo spettacolo, che ha debuttato al Teatro Ghione di Roma, ha riscosso un enorme successo di pubblico e di critica.
Un monologo di 1 ora dedicato ad uno dei capitani più amati della squadra della Roma: Agostino Di Bartolomei, che, dopo essersi ritirato definitivamente dal calcio, una mattina di maggio del 1994 pose fine alla sua vita con un colpo di pistola al cuore. Le ragioni di quel drammatico gesto appartengono alla sfera più intima e imperscrutabile di quell’uomo che, invece, i cuori degli altri li aveva fatti palpitare e gioire dagli spalti di tutti gli stadi d’Italia. Era già numero 10, Agostino, quando nel 1983 arrivò lo scudetto alla Roma che all’epoca poteva contare su giocatori come Conte, Falcao, Pruzzo e altri che fanno parte della Storia stessa della squadra della Capitale. 237 partite disputate con la maglia giallorossa e 50 gol; 3 le Coppa Italia portate a casa negli anni ’80. Agostino, dotato di un grande carisma e un tiro micidiale, era un punto di riferimento per tutti, e non solo per le sue doti di grande sportivo, ma anche per le sue straordinarie qualità umane e caratteriali: garbato, sempre corretto in campo e soprattutto silenzioso, di sicuro un anti-eroe, molto distante da quel calcio “sbraitato” di cui, spesso, siamo spettatori oggi. Agostino nasce e cresce in borgata, quella di Tor Marancia a Roma, era un bravissimo studente che amava la poesia e, come tanti ragazzini, giocava a pallone sottocasa e poi al campetto sportivo sempre in zona. Non fu lui a cercare il Calcio, ma il Calcio a cercare lui! Lo aveva cercato il Milan, ma lui rifiutò per non lasciare la sua città; lo cercò la Roma e lui accettò, non prima di aver chiesto consiglio al padre che lo lasciò libero di decidere senza infondere a quel ragazzino, introverso e riflessivo, nessuna pressione né brama di successo. Agostino, AGO, per i tifosi, era un romano e un romanista; giocava con il cuore, ma anche con la testa. Aveva un’indiscutibile visione del gioco in campo che lo portò infatti ad essere Capitano. Sono trascorsi 26 anni dall’anno della sua scomparsa, ma il ricordo di lui resta vivido e affezionato. Antonello Venditti gli dedicò una canzone. Ariele Vincenti, anche lui romanista doc, ripercorre in modo toccante insieme al pubblico, attraverso la memoria di un tifoso compagno di giochi e di quartiere, quegli anni di gloria del mitico AGO, ma ne sottolinea soprattutto le caratteristiche umane. È uno spettacolo per tutti: per chi ama un calcio sano e pulito, per chi rispetta coloro che non hanno mai sporcato la coscienza e la maglia né con azioni né con parole. È uno spettacolo per chi vuole e riesce ancora ad emozionarsi non solo allo stadio, ma anche davanti a un palcoscenico.