
La giunta regionale approva i “ristori” per il fermo pesca dei ricci di mare. Saranno ammessi al sostegno i pescatori in regola
La giunta regionale ha definito questa mattina, 4 marzo, i criteri e le modalità di assegnazione delle risorse per ripopolare il riccio di mare nello spazio marittimo pugliese e per garantire un ristoro agli operatori che, per effetto della legge regionale n.6 del 2023, hanno subito e stanno subendo il fermo delle attività per tre anni, tempo ritenuto necessario alla specie per riprodursi.
Sono due le azioni finanziate dalla giunta.
La prima riguarda il danno economico subito dai pescatori. Il ristoro, infatti, è riconosciuto agli operatori che hanno subito il divieto al prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione del riccio di mare e dei relativi prodotti derivati e che si impegnano, nel triennio di fermo, a collaborare alle attività e alle procedure di monitoraggio e recupero ambientale. Sono ammessi al sostegno i raccoglitori operanti in Puglia autorizzati ad esercitare la pesca professionale subacquea e i pescatori professionali con imbarcazione da pesca e attrezzi specifici. I beneficiari dovranno essere in possesso della licenza di tipo A per la pesca professionale, partita iva e iscrizione alla camera di commercio con codice Ateco pertinente.
La seconda linea di intervento riguarda la definizione e la realizzazione di un piano di ripopolamento di ricci di mare, attuata con il supporto tecnico-scientifico in materia di pesca e acquacoltura regionale, anche mediante accordi di collaborazione con altre pubbliche amministrazioni con conclamate competenze nel campo della pesca. Attraverso il supporto tecnico-scientifico saranno stabilite anche le modalità con le quali i beneficiari del sostegno devono impegnarsi nel periodo di fermo pesca a collaborare nelle attività e nelle procedure di monitoraggio e recupero ambientale.