
A Brindisi boom di arrivi, ma perde nelle presenze: i turisti dopo il passaggio in aeroporto alloggiano in altre zone del Salento e della Puglia
Nel 2024, secondo i dati dell’Osservatorio regionale del turismo presentati alla BIT 2025 in corso a Milano, il turismo internazionale ha segnato un aumento del 22,6% per gli arrivi e del 21,9% per le presenze. Complessivamente dal 2015 al 2024, gli arrivi dall’estero in Puglia hanno registrato una crescita del 228% e del 166% per le presenze. Nel 2024 gli arrivi e le presenze totali hanno visto un aumento del 10,6% con gli arrivi e del 9,7% con le presenze. Gli arrivi complessivi hanno raggiunto i 5,9 milioni e le presenze hanno superato i 20,7 milioni. Rispetto al turismo internazionale, quello di casa ha visto una crescita più contenuta, pari al +3,7% per gli arrivi e +4,3% per le presenze. In cima alla classifica le province di Bari e Taranto, seguite da Brindisi e Bat per gli arrivi, mentre come presenze sul podio salgono Bari, Barletta-Andria-Trani e Lecce. La Puglia gode di un posizionamento favorevole anche nel panorama nazionale per cammini e cicloturismo, enogastronomia e punta a recuperare quote sempre più ampie di viaggiatori del turismo congressuale.
Tra i turisti extra-europei, quelli che sembrano apprezzare di più la Puglia sono Stati Uniti, Canada, Brasile e Argentina, mentre dai mercati europei crescono Polonia, Germania, Francia, Svezia e Spagna. “I dati sulla crescita del turismo, e più in generale del territorio, sono molto importanti e non si calcolano a giornata, ma nel lungo periodo. E se qualcuno pensa che questi risultati si possano ottenere senza investimenti si sbaglia – ha affermato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – In dieci anni, come Regione Puglia, abbiamo aumentato il nostro Pil di quasi quindici miliardi e soprattutto abbiamo cambiato l’immagine della nostra terra: non è solo una regione dove si mangia meglio anche dal punto di vista della salute, ma è un posto più attrattivo anche dal punto di vista della crescita economica, tecnologica e industriale”.