Home Confronti Aeroporto del Salento: un ficus in cambio di un aereo. Il G-91, storia dell’aviazione brindisina, non farà più ritorno a casa
Aeroporto del Salento: un ficus in cambio di un aereo. Il G-91, storia dell’aviazione brindisina, non farà più ritorno a casa
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Aeroporto del Salento: un ficus in cambio di un aereo. Il G-91, storia dell’aviazione brindisina, non farà più ritorno a casa

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Rimosso l’anno scorso, a maggio, dopo 15 anni di presenza all’interno di un’aiuola che immette all’aeroporto del Salento, dell’areo G-91 R Pan (come si vede in foto) – di proprietà dell’Aeronautica militare – si sono perse le tracce. Il bellissimo “biglietto da visita”, che aveva bisogno di un lifting all’abitacolo (perché sbiadito e rovinato dalla lunga esposizione all’aperto), a quanto pare non farà più ritorno alla sua sede di destinazione: una rotonda che prende il nome “Largo Angeli del Centro Sar”. In cambio è stato infatti piantato un ficus. Uno scambio che ha fatto storcere il naso a tanti brindisini visto che altri modelli del genere si trovano esposti in Italia, Europa e addirittura in Usa.
Nel corso del 2008, era stato il tragico incidente avvenuto quel 23 ottobre a Isle-en-Barroise con la caduta di un elicottero HH-3F dell’84mo Sar di Brindisi (diretto in Belgio per un’esercitazione) che costò la vita a 8 uomini dell’equipaggio del centro “Search and rescue”, ricerca e salvataggio, a portare il consiglio comunale (nel 2010) a scegliere di intitolare agli sfortunati militari quel piazzale dove era stato posizionato il Fiat G-91 R Pan. Una sigla, questa, in omaggio alla Pattuglia acrobatica nazionale (Pan) delle Frecce tricolori che fece uso del cacciabombardiere-ricognitore per tantissimi anni: dal 1963 al 1982. Ovviamente, modificato perché privato della dotazione bellica e provvisto di impianti fumogeni.
Una storia nella storia dell’Aeronautica militare italiana e con Brindisi, dove il 13º Gruppo, inizialmente autonomo sull’aeroporto militare, venne successivamente inquadrato nel 32º Stormo che verrà riequipaggiato con i bimotori G-91 fino alla loro sostituzione, nell’anno 1993, in cui lo Stormo ed il gruppo si trasferirono ad Amendola (Foggia).
Un aereo davvero speciale che aveva una particolare valenza simbolica di “gate guardian” dello scalo brindisino. Più nello specifico, con il termine gate guardian (che si può tradurre come “guardiano all’ingresso”) si intende infatti un monumento – molto spesso rappresentato da un velivolo, che è montato su un basamento ed è usato come una simbolica guardia intenta a “sorvegliare” l’ingresso principale di una base militare o- in questo caso, di un aeroporto.
Un velivolo, quello con matricola “MM6242”, che aveva riacquistato una sorta di nuova vita grazie all’intervento di due aziende del settore, ma che l’azione del tempo (cronologico ed atmosferico) nel corso di quei 18 anni ne aveva sbiadito i colori e rovinato in parte la livrea.
Tant’è che negli ultimi anni si erano moltiplicate le segnalazioni di chi voleva far tornare l’aereo (blu su cui spiccavano tre frecce stilizzate con i colori della bandiera italiana) agli antichi splendori, registrando anche le disponibilità di di alcune aziende del settore.
L’anno scorso a maggio, poi, le operazioni di smontaggio del G-91 R Pan avevano visto caricarlo su una Tir verso una destinazione rimasta ignota, senza più fare ritorno a casa. Eppure, altri identici modelli si trovano posizionati nei pressi di altri basi aeree o a Loreto (protettrice degli aviatori, presso il Santuario) ed anche al di fuori dell’Italia, come ad esempio in Germania, Belgio e Stati Uniti.
Prodotto in circa 750 esemplari, il G-91 nasce da Fiat Aviazione (poi diventata Aeritalia) ed è considerato l’opera più significativa dell’ ingegnere italiano Giuseppe Gabrielli: con questo progetto, infatti, il professionista di Caltanissetta vinse il concorso indetto dalla Nato nel 1953, diventando per un certo periodo il “caccia” utilizzato dall’organizzazione internazionale.