Dal carcere di Brindisi a quello di Lecce. Poi il matrimonio e la fuga per il 29enne Vito Gassi: “una luna di miele” durata solo 10 giorni. E’ stato catturato stamattina in una masseria mentre era in compagnia della moglie
Dal carcere di Brindisi a quello di Lecce (lo scorso 20 agosto), poi la fuga, il 14 settembre, dal carcere di Borgo San Nicola di Lecce dove il 29enne Vito Gassi (originario di Triggiano (Bari) si era sposato nonostante fosse detenuto nel reparto di osservazione psichiatrica.
Stamattina, dopo appena 10 giorni, la “fuga di miele” è finita: è stato catturato in una masseria abbandonata a Grumo Appula, in provincia di Bari, mentre si trovava in compagnia della moglie 24enne Erika, residente in provincia di Taranto. Alla vista degli agenti della polizia penitenziaria e dei carabinieri non ha opposto resistenza.
Proprio con la moglie aveva avuto un colloquio prima di scappare. L’allarme, il giorno della fuga, era scattato quando nella sezione dov’era recluso le guardie penitenziarie avevano notato la sua assenza. Gassi era fuggito dopo un colloquio avuto con la moglie terminato in tarda mattinata in una sala della struttura penitenziaria.
Una fuga che gli inquirenti, avevano ipotizzato, pianificata con l’aiuto di un complice esterno. In questi giorni, alle ricerche aveva preso parte anche il Nic, il Nucleo investigativo centrale del corpo di polizia penitenziaria regionale. Scartato il Salento, ad essere attenzionata (come possibile nascondiglio) è sempre stata l’area del nord Barese dove vivono i genitori di Gassi e dove era più facile possa trovare appoggi. Qui per il 29enne si è infatti chiuso il cerchio delle ricerche questa mattina.
Il 29enne sta scontando una condanna per rapina ed era stato trasferito dal carcere di Brindisi all’istituto penitenziario di Lecce lo scorso 20 agosto, luogo dove si era anche spostato con Erika. Poi una “luna di miele” (mentre veniva braccato dalle forze dell’ordine) durata appena dieci giorni prima di fare ritorno nuovamente presso il carcere di Lecce.