Il vento anti-establishment soffia prepotente sul grande schermo. Martin Eden e Joker due facce della stessa medaglia
BRINDISI – Il vento anti-establishment soffia prepotentemente anche nelle sale cinematografiche. Lo sdegno per le élite è infatti il filo rosso che unisce due film disparati nella costruzione ma affini nell’intenzione come “Martin Eden” e “Joker”.
Le due storie hanno come protagonisti due giovani ai margini della società, che anelano di trovare una ricollocazione sociale entrando a far parte delle famiglie che contano, quelle che decidono delle sorti degli ultimi ai quali Martin Eden e Joker appartengono.
L’autismo della politica e l’ottundimento emotivo della società sono il lievito della voglia di scalare i gradini della società dei due personaggi, ma anche dell’ondata di rabbia che monta dai bassifondi della società.
Dopo una lunga e faticosa rincorsa, giunti sulla vetta della società, Martin e Joker si sentono schiacciati dal peso dell’ipocrisia e del cinismo che ammorba i salotti buoni delle città. Una volta conosciute da vicino le dinamiche sottese al funzionamento dell’establishment, comprendono di non aver toccato il cielo con un dito ma di aver calpestato lo sterco morale di una élite corrotta e cinica dal puzzo più fetido dello sterco con il quale sono stati costretti a convivere fisicamente.
Ecco allora che il cinema si fa denuncia sociale e suona l’ultima campanella utile prima che sia troppo tardi e possa accadere l’irreparabile, proprio come succede nella trama dei film richiamati.
La palla passa dunque a noi, alla politica, affinché quanto visto resti nella finzione del grande schermo. Anche se, quanto rappresentato, è già accaduto nella realtà dell’Occidente trasformandolo in un set degli orrori.
Andrea Pezzuto