Home Cronaca Rapina in trasferta per due brindisini: fuggirono da una gioielleria con 200mila euro di preziosi dopo aver legato e imbavagliato il commerciante. In carcere anche un basista
Rapina in trasferta per due brindisini: fuggirono da una gioielleria con 200mila euro di preziosi dopo aver legato e imbavagliato il commerciante. In carcere anche un basista
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Rapina in trasferta per due brindisini: fuggirono da una gioielleria con 200mila euro di preziosi dopo aver legato e imbavagliato il commerciante. In carcere anche un basista

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Tre gli arresti per una rapina da 200mila euro di preziosi, avvenuta a danno di un gioielliere – in pieno centro storico di Firenze – lo scorso 30 aprile. Il commerciante, Giuseppe Iorio di 78 anni, fu lasciato a terra nel negozio “Il gioiello in” legato e imbavagliato da due brindisini (un 35enne e un 68enne) e un basista del posto: un 64enne che avrebbe invece partecipato alla fase organizzativa alla pianificazione del colpo, messo a segno di mattina in via de’ Neri, fra piazza della Signoria e piazza Santa Croce.
A distanza di 4 mesi, con le accuse di rapina aggravata in concorso, sequestro di persona, e furto aggravato dei ciclomotori usati per mettere e a seno il colpo, i presunti autori sono ora finiti in carcere in esecuzione di una misura cautelare firmata dal gip. La rapina fu articolata in diverse fasi: il sopralluogo nel negozio, il furto di mezzi di trasporto adatti a scappare, la fuga e la successiva vendita della refurtiva. Quel 30 aprile, intorno alle 10, secondo quanto ricostruito dalle indagini della Squadra mobile, furono due gli uomini che entrarono in gioielleria col pretesto di acquistare un anello.
Il commerciante fu aggredito mentre stava confezionando il gioiello pensando di venderlo. In quel momento i due finti clienti superarono il bancone e gli coprirono la bocca per impedirgli di urlare, poi lo minacciarono e colpirono con pugni. Fino a bloccarlo per terra utilizzando dello scotch, passato su mani e piedi. I due rapinatori fuggirono poi in moto con il prezioso bottino, tra cui diciassette orologi di lusso a marchio Rolex. La Squadra mobile ha analizzato le telecamere di videosorveglianza pubblica per arrivare ai tre indagati, già noti alle forze dell’ordine.