Licenziamento per 76 lavoratori della Sir: la denuncia dei Cobas
Il Sindacato Cobas, scrive in un comunicato: “Denuncia il comportamento della ditta Sir, ditta che si occupa dello scarico del carbone a Cerano, che ha spedito venerdì 5 luglio le lettere di licenziamento ai 76 lavoratori di cui una parte finisce il 19 Luglio ed una altra il 31 dicembre.
Siamo profondamente allarmati dal comportamento della Sir che non rispetta i tentativi che le istituzioni e la stessa Enel stanno cercando di sostenere in queste drammatiche ore. Lunedì 8 Luglio alle ore 11,30 il Sindacato Cobas incontra il Signor Prefetto di Brindisi, Luigi Carnevale, che farà il punto su tutte le iniziative intraprese in questi giorni a favore dei lavoratori.
Il 16 Luglio è convocata una nuova riunione sui licenziamenti a Bari presso la Task Force Regionale sulla occupazione guidata dal Presidente Leo Caroli, che cercherà di convincere la ditta Sir ad adottare il provvedimento di cassa integrazione per cessata attività della durata di un anno.
Ricordiamo la pretestuosa richiesta della Sir che chiedeva ai lavoratori di lasciare i buoni pasto ed altro per contenere i costi della cassa integrazione, in caso di rifiuto non avrebbe adottato il provvedimento della stessa cassa integrazione.
La necessità di avere tempo per avviare corsi di formazione e di riqualificazione è stato annunciato nei giorni dal presidente della Task Force Leo Caroli durante una riunione a Bari con Enel e 2 delle 7 aziende che vorrebbero investire a Brindisi.
Il Cobas in questo difficile percorso ha chiesto aiuto ,come unico rappresentante del territorio brindisino, all’onorevole Mauro D’Attis che si era già mobilitato da tempo sul problema della de carbonizzazione e che in queste drammatiche ore sta dando un grande contributo alla soluzione del problema.
Il Sindacato Cobas è fortemente soddisfatto dalle azioni svolte in queste ore dalle Istituzioni Locali tese a far cambiare idea alla Sir e ad accettare la cassa integrazione che ci da tempo per soluzioni alternative che non smetteremo mai di perseguire”.