Storie di cadaveri senza nome. A Brindisi il misterioso “cold case” di due uomini morti nel 1977. Sulle loro lapidi solo due date
Storie di cadaveri senza nome. In Puglia ce ne sono 60 e i più vecchi (come data di ritrovamento, senza essere riusciti mai a identificarli) si trovano in provincia di Brindisi. Si tratta di due uomini, sepolti entrambi – senza che nessuna abbia mai dato notizia della loro scomparsa – il 28 agosto 1977 e 29 ottobre 1977, i giorni in cui furono trovati. Sono passati quasi 50 anni e sulle loro lapidi ci sono soltanto due date. Sono i morti sconosciuti, i fantasmi senza nome che nessuno più reclama.
Di queste persone restano pochi riferimenti certi: la data, il luogo del ritrovamento, l’abbigliamento indossato o segni particolari. Forse vittime di disgrazie o delitti mai risolti o di persone scomparse, andate incontro alla morte e all’oblio senza lasciare traccia di sé.
Nei giorni scorsi il tema è stato affrontato in Prefettura a Bari dove, alla presenza dei Prefetti, dei Procuratori generali, dell’Anci, dei rappresentanti dell’Assessorato alla Sanità della Regione Puglia e degli Istituti e dei servizi di Medicina legale, è stato siglato un Protocollo d’intesa finalizzato all’adozione e condivisione di procedure specifiche per l’identificazione dei cadaveri senza nome.
Un protocollo, già in fase di sperimentazione nel Lazio e in Lombardia che mira a semplificare e velocizzare l’iter autorizzativo per comparare il Dna dei corpi non identificati con quello dei familiari di persone scomparse. Le nuove procedure saranno utilizzate per migliorare ed incrementare ulteriormente l’utilizzo dell’attuale banca dati del Dna, contribuendo così a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e gli operatori di settore sulla sua fondamentale importanza.