BRINDISI – «La Scu dà allarmanti segni di ripresa». È il monito lanciato dal procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce, Antonio Maruccia, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. L’attività più remunerativa resta quella dei «traffici delle sostanze stupefacenti, quali cocaina, marijuana e hashish in particolare, agevolati, per quanto riguarda le droghe leggere, dalla presenza oltre Adriatico di organizzazioni criminali albanesi che operano in stretto contatto con quelle salentine». Ma consistenti restano anche le attività intimidatorie ed estorsive, che «continuano a preoccupare» e sono «in gran parte collegate al furto di autovetture e al conseguente cavallo di ritorno». Anche gli operatori economici del territorio sono sotto la morsa della mala: «Destano allarme – si legge nella relazione – taluni gravi episodi di danneggiamento in danno di imprenditori che potrebbero sottendere finalità estorsive». Si registra inoltre «un aumento di incendi di autovetture, di cui spesso non è stato possibile individuare il movente, verosimilmente nella gran parte dei casi di tipo ritorsivo. Ciò, a fronte di poche denunce per il reato di usura. Il fenomeno, come per gli anni passati, deve ritenersi ampiamente sottostimato».
Delicata è poi la situazione inerente la devianza giovanile nel brindisino. Infatti, la Procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni di Lecce segnala che «la maggior parte dei procedimenti ha riguardato fatti consumati nel territorio del brindisino, che storicamente fa registrare una maggiore presenza di frange deviate dedite soprattutto allo spaccio di sostanze stupefacenti e alla commissione di rapine, con una maggiore incidenza nei comuni dell’entroterra e in quelli più vicini alla provincia barese: Francavilla Fontana, Mesagne, Erchie, Oria, Latiano, San Vito dei Normanni e Fasano».
L’emergenza criminalità richiederebbe ben altro dispiegamento di forze per essere fronteggiata. Invece, nella relazione vengono denunciate carenze di organico che limitano l’efficacia delle azioni di contrasto. «La situazione è particolarmente grave per quanto riguarda la carenza di assistenti, cancellieri e operatori giudiziari, che incide in senso fortemente negativo sia sull’operatività delle segreterie dei singoli magistrati che sui servizi di cancelleria. Si è sopperito sinora con l’utilizzo di personale della sezione di polizia giudiziaria, a detrimento dell’attività investigativa. Per di più, la composizione della pianta organica appare del tutto squilibrata, contemplando un numero di funzionari, pari a undici, ben superiore alle reali possibilità di impiego. La richiesta di revisione della stessa, per conseguenza inoltrata al ministero, è stata sin qui disattesa», conclude il procuratore generale.