Sanità, piano assunzionale. La Cgil: “Brindisi trattata come una colonia”
BRINDISI – Ancora una volta, questa OS è costretta ad evidenziare che la risposta alla domanda di salute è una questione principalmente politica: è proprio del decisore politico il potere di decidere materialmente sulla vita, sulla salute e sulla morte delle persone sottoposte al suo dominio.
L’ambito tecnico, cioè la sostenibilità economica nel contesto di una becera austerity o spending review o, meglio ancora, nel contesto di tagli lineari all’investimento pubblico nella salute e nella sanità pubblica, è davvero residuale se non una foglia di fico.
Questa tecnica economica oggi, in Puglia, esprime una, forse la principale, stridente contraddizione della propaganda politica: quella tra l’uguaglianza teorica, cioè a parole, e la disuguaglianza pratica, cioè nelle leggi regionali di riduzione costante degli investimenti sulle persone che si curano delle persone.
Nella tabella 1, questa OS ha rimesso insieme i dati provenienti dal file di presentazione delle DGR di approvazione dei piani assunzionali di aziende ed enti SSR in attuazione delle DGR 412/2023 e 640/2023 curata dal Servizio strategie e governo dell’assistenza territoriale – rapporti istituzionali e capitale umano SSR della Sezione strategie e governo dell’offerta del Dipartimento promozione della salute e del benessere animale.
Già la differenza tra il numero delle unità di personale che presumibilmente lasceranno l’ASLBR, 134, e il numero di persone assumibili dall’azienda brindisina per concessione regionale, 100, la dice lunga su come gira la ruota della fortuna a Brindisi.
In realtà, naturalmente, non è il caso a governare le decisioni regionali.
Questo sacrificio imposto politicamente al territorio brindisino, senza nessuna contropartita, peraltro, è già gravissimo se confrontato, non solo coi dati relativi alla mancata applicazione del precedente piano di riordino ospedaliero, ma anche coi dati sconfortanti relativi alle reali cessazioni in ASLBR dal 2019 al maggio 2023 forniti dalla precedente amministrazione commissariale dell’azienda brindisina: a titolo di esempio, non esaustivo della problematica che coinvolge ogni categoria professionale dell’ASLBR, per realizzare un modello organizzativo vagamente efficiente in relazione alla reale domanda di salute del territorio brindisino, dovrebbero essere assunti non meno di 111 medici (numero fornito, appunto, dal management di maggio 2023) ed invece la Regione ne concede 61. E questo implica chiusure, privatizzazioni, trasferimento della spesa sulle spalle delle persone bisognose.
Per quanto questa la CGIL convenga nel ritenere che il criterio, anzi l’unico criterio di riparto del FSN…determinato sulla base della quota capitaria (della popolazione residente) in parte pesata per età sia un finto criterio universalista, ma in realtà discriminatorio, in evidente contrasto con il portato dell’articolo 32 della Costituzione italiana, coi LEA nazionali (nazionali!), in quanto semplifica la complessità dei determinanti di salute, la scrivente OS non può rilevare che in realtà, poi, la Regione Puglia ripropone, tout court, il medesimo criterio anche a livello regionale. Ciò che la Regione Puglia lamenta per la Puglia, lo ribalta, purtroppo per le brindisine e i brindisini, sul territorio brindisino, considerato e trattato come la periferia della metropoli capitalistica, quasi alla stregua di una colonia.
Quando viene istruito un documento ufficiale, deve essere corretta sia l’informazione giuridica con i riferimenti normativi, sia l’informazione comunicativa (operativa) con i riferimenti sui destinatari, sui soggetti interessati, sugli adempimenti, sulle condizioni e le procedure necessarie .
Ad esempio, nelle DGR, aver lamentato, più che rilevato che… in Regione Puglia si è registrata una riduzione della popolazione residente in misura maggiore rispetto alla media nazionale con un decremento negli ultimi 10 anni (2022 rispetto al 2013) di 167.325 abitanti, con conseguente perdita correlata di trasferimenti del FSN che sono determinati per quota capitaria a fronte di un indice di invecchiamento superiore alla media nazionale, che da un lato ha inciso sull’incremento di bisogni di servizi sanitari e socio-sanitari e dall’altro non ha prodotto un sufficiente incremento della quota di riparto [del FSN] per soddisfare gli stessi sembra francamente stridere in modo cacofonico con le decisioni poi assunte nei confronti del territorio brindisino.
Dalla tabella II, in cui la scrivente confronta i valori economici dei piani assunzionali deliberati in rapporto alla demografia delle provincie pugliesi, ricavata da documenti ufficiali dell’ISTAT, appare del tutto evidente che Regione Puglia assegna strutturalmente al territorio brindisino una quota di riparto del Fondo Sanitario per quota capitaria molto bassa rispetto ad altri territori: ad esempio, circa 39€ per abitante nel foggiano, circa 21 nel barese e nella BAT provincia, circa 13 nel brindisino.
Questo maggiore definanziamento del sistema sanitario brindisino si interseca, poi, con la quota di popolazione over 65 della provincia brindisina: oltre il 24% di questa è anziana, laddove nel foggiano è il 22,5%, nel barese il 23%, nella BAT il 21%.
Forse l’indice di invecchiamento superiore alla media nazionale, che la Regione Puglia certifica in delibera, è ancora maggiore nel brindisino? Ma si legga quanto riportato dall’ISTAT nei documenti allegati al Comunicato territoriale “Il censimento permanente della popolazione in Puglia – anno 2021” : La popolazione pugliese presenta, nel 2021, una struttura sensibilmente più giovane rispetto al totale del Paese, come emerge dal profilo delle piramidi delle età sovrapposte (Figura 1). L’età media, 45,7 anni, risulta in aumento rispetto al 2020 (45,4) e più bassa rispetto ai 46,2 anni della media nazionale (Prospetto 5). Aumenta l’indice di vecchiaia3, che passa da 181,1 del 2020 a 187,0 del 2021 e risulta lievemente in aumento l’indice di dipendenza degli anziani: da 36,1 del 2020 a 36,6 del 2021. Cresce anche l’indice di struttura della popolazione attiva, che passa da 133,0 nel 2020 a 134,9 nel 2021. Dagli indicatori della popolazione (Prospetto 5) le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia risultano quelle con la struttura demografica più giovane; all’opposto il processo di invecchiamento è più evidente nelle province di Lecce e Brindisi.
Precisamente nel prospetto 5 del documento integrale dell’ISTAT, sono riportate due colonne di non poco conto, ai fini di questa nota: l’indice di dipendenza strutturale -che, nel glossario, è precisato essere il rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e oltre) e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100- e l’indice di dipendenza strutturale degli anziani -rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100-. Anche in queste colonnine, Brindisi e provincia superano gli altri territori! Che primato di cui, però Regione Puglia non tiene conto nella suddivisione del fondo sanitario.
In ogni caso, che senso ha lamentarsi che la redistribuzione del FSN non tiene conto dell’indice di invecchiamento della popolazione se poi, nel contesto regionale, si applica la medesima politica?
C’è una sperequazione annosa degli investimenti in capitale umano tra i vari enti del SSR pugliese che nel brindisino, per lo meno dal 2014, si è configurata in una protratta politica assunzionale illogica, non rispettosa della reale domanda di salute proveniente dal territorio e non programmatica che, ad un certo punto, si è fermata, addirittura. Se quanto sopra può dimostrarsi già rapportando il numero delle unità assunte al 31.08.2023 alle unità cessate a vario titolo alla medesima data (per cui, in definitiva, per ogni unità di personale cessata a vario titolo, nell’ASLBR sono stati assunte, in media, 0,86 unità laddove in ASLBAT 3,9; in ASLFG 3,2; in ASLBA 1,3, etc.), andando a rapportare i valori economici delle assunzioni rispetto ai valori economici delle cessazioni, le diseguaglianze di investimento appaiono esplicite: in ASLBR quest’ultimo rapporto è circa 1 (cioè per ogni euro derivante da una cessazione, circa un euro è stato investito in capitale umano), ma in ASLBAT il rapporto è 5,6; in ASLFG 3,2; in ASLBA 1,5; etc. E, d’altra parte, non esistendo un tasso di disoccupazione naturale per la categoria dei medici, 111 dirigenti che sono cessati in ASLBR dal 2019 al 31.08.2023, da qualche parte saranno pure andati!
Antonio Macchia Chiara Cleopazzo C. Luca Ghezzani
S. G.
CGIL Brindisi Segretaria Area Sanità
FPCGIL Brindisi Coordinatore Provinciale Area Sanità
FPCGIL Dirigenti medici e sanitari SSN Brindisi