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Vicenda Act Blade e sviluppo industriale: le posizioni di Amati, Autorità portuale, Cna e Asi

Vicenda Act Blade e sviluppo industriale: le posizioni di Amati, Autorità portuale, Cna e Asi

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BRINDISI – Vicenda Act Blade.

Le dichiarazioni del consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati

“L’ipotesi ex Montecatini per costruire i prototipi Act Blade non è mai stata un’ipotesi. Ma a Brindisi sono sempre all’opera i patafisici, ossia gli scienziati delle soluzioni immaginarie o impossibili. Se Act Blade è ritenuta o meno una buona tecnologia lo dirà il suo committente Enel, con una commessa o un atto d’intenti su una futura commessa, generando la necessità d’insediarsi nell’area già assegnata di Sant’Apollinare.

Se Act Blade vorrà ricevere agevolazioni pubbliche per gli investimenti, per esempio quelli gestiti da Puglia Sviluppo, dovrà attendere la pubblicazione dei PIA, detto sempre per esempio, e dimostrare di possedere i requisiti richiesti.

Se Act Blade avesse la necessità di provare a Enel di saper costruire le innovative pale eoliche a mezzo di prototipi, sarà nell’interesse di Act Blade e della stessa Enel cercare di capire come e dove farlo, per esempio mettendo a disposizione una parte inutilizzata dei suoi dome (carbonili) presso la centrale Federico II, se questo tecnicamente possibile o idoneo allo scopo, oppure cercare altri spazi idonei, di proprietà privata, nella zona retroportuale, considerato che nella zona portuale non mi pare ci siano capannoni disponibili.

Se Act Blade e Enel, invece, non sanno ancora se intendono o meno stringere un patto imprenditoriale fondato sulle leggi del mercato, dicano con chiarezza quali sono i problemi su cui i politici potrebbero essere d’aiuto, avendo cura di considerare che la pubblica amministrazione non è un’agenzia immobiliare o il binario nove e tre quarti, da dove Harry Potter prese il treno che non andava da nessuna parte”.

La posizione dell’Autorità portuale

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale (AdSPMAM) smentisce le notizie stampa apparse nei giorni scorsi circa il possibile interesse della azienda ACT Blade, startup per lo sviluppo di un nuovo tipo di pale eoliche innovative in tessuto, nei confronti del Capannone ex Montecatini, monumento di archeologia industriale vincolato dalla Soprintendenza- ricadente nell’area di Sant’Apollinare- per usare la struttura come luogo dove realizzare i propri prototipi.

L’Ente non ha mai ricevuto dall’Azienda, né formalmente né informalmente, alcuna richiesta di utilizzo della struttura.

L’estate scorsa, ACT Blade aveva presentato all’AdSPMAM istanza di autorizzazione unica ZES e concessione demaniale delle aree di Sant’Apollinare, nel porto di Brindisi, come location dove realizzare i propri prototipi di pale eoliche.

L’iter amministrativo aveva dato esito positivo, sebbene l’atto non sia stato, al momento, ancora adottato, in quanto l’Ente è in attesa che la ditta perfezioni la documentazione necessaria.

Né nell’istanza, né quanto meno nelle fasi successive, alcun riferimento è stato fatto dall’azienda rispetto al possibile utilizzo del Capannone ex Montecatini, sia pur provvisoriamente, per la produzione delle pale eoliche.

“Tanto rumore per nulla- commenta il segretario generale dell’AdSPMAM, Tito Vespasiani. Nessuna istanza è stata avanzata dalla ditta, neppure informalmente; né quanto meno l’Ente ha mai ritenuto utilizzabile per altre finalità la storica struttura. Il bene è vincolato dalla Soprintedenza e presto sarà gestito dall’Amministrazione comunale di Brindisi per la realizzazione di iniziative culturali e sociali. Vogliamo tranquillizzare la cittadinanza sul fatto che, oltre a lavorare instancabilmente per gestire l’aspetto operativo del porto, -conclude il Segretario generale- l’Ente è particolarmente attivo anche nella tutela degli interessi ambientali, economici e storico-architettonici della città portuale, per garantire un futuro sostenibile e prospero alla comunità e all’ambiente circostante”.

La struttura, ricadente in area demaniale marittima, a seguito di un Protocollo d’intesa, sarà stata posta dall’Authority nella disponibilità del Comune di Brindisi che realizzerà un contenitore culturale, al servizio della città.

La posizione di Gentile, presidente della Cna 

Apprendiamo attraverso la stampa che l’investimento “ACT BLADE”, dato incautamente per certo da più parti, è ancora privo di copertura finanziaria, a tal punto da costringere i promotori a ricorrere a fantasiose ed inattuabili soluzioni provvisorie, finalizzate ad avviare la produzione di prototipi di pale eoliche.

Purtroppo è solo la punta di un iceberg che in questi ultimi anni ha travolto Brindisi e la sua economia, determinando danni incalcolabili.

La realtà, invece, parla di un territorio privo – allo stato attuale – di prospettive credibili e assai vicino al collasso, aggravato anche dalla conclusione del processo di decarbonizzazione.

Non è un mistero, infatti, che la tanto sbandierata nascita di una filiera dell’eolico, con investimenti miliardari, sarà realizzata a Taranto, mentre qui ci ritroveremo solo le pale eoliche in bella vista al largo delle nostre coste, senza alcuna ricaduta economica per il territorio se non, forse, per qualche intervento di manutenzione.

E purtroppo non è la prima grande opportunità che svanisce nel nulla. La candidatura di Brindisi per un grande stabilimento di componentistica della Intel è stata individuata altrove, così come per il Centro ricerca di Enea sulla fusione nucleare è stata scelta Frascati al posto di Brindisi.

Nel frattempo, il comparto aeronautico accusa cedimenti, se è vero che il gruppo Dema va verso un ridimensionamento occupazionale, mentre è delle ultime ore la decisione di Basell di chiudere il P9T, mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza del sito di Brindisi della multinazionale.

Ed ancora, tutto ciò che ruota intorno alla Hydrogen Valley è rimasto inesorabilmente sulla carta, mentre l’ultima “mazzata” Brindisi, al pari di altri territori, l’ha subita con un ridimensionamento degli investimenti finanziati con i fondi del PNRR.

L’unico elemento apparentemente positivo riguarda l’apertura di una “finestra” da parte del Governo nazionale grazie al tavolo sulle centrali di Brindisi e Civitavecchia (su iniziativa del parlamentare Mauro D’Attis) aperto presso il Ministero del Made in Italy. Ma il Ministro Urso ha già chiarito che non ci sono risorse disponibili.

A fronte di un quadro così a tinte fosche, il punto di partenza non può che essere quello di ricostruire una iniziativa condivisa a livello locale per avere idee chiare sullo sviluppo che si intende rivendicare.

Occorre, pertanto, dar vita immediatamente ad una “Struttura territoriale di concertazione” che sia inclusiva di tutti i soggetti interessati (istituzioni, associazioni datoriali, organizzazioni sindacali) perché si possa elaborare una idea condivisa per il nostro territorio che non si limiti alla richiesta di finanziamenti, ma che individui i settori su cui puntare e verso cui remare tutti nella stessa direzione, ognuno per le proprie competenze.

L’alternativa è continuare a procedere in ordine sparso, ma in quel caso le speranze di ripresa continuerebbero ad essere ridotte al lumicino.

Le dichiarazioni del presidente dell’Asi, Vittorio Rina

L’appello lanciato a mezzo stampa dal Presidente CNA Brindisi Franco Gentile deve essere raccolto da tutti coloro interessati allo sviluppo socio-economico ed industriale della Provincia di Brindisi.
L’idea di una “Struttura territoriale di concertazione” è meritevole di considerazione e sin d’ora il Consorzio ASI offre ampia disponibilità per la sua creazione, anche mettendo a disposizione una sede “fisica” per ospitare gli incontri e coordinare le iniziative.
A due anni dal mio insediamento, mi sono reso conto che tantissima gente, anche professionalmente qualificata, non conosce a pieno il Consorzio ASI, le sue prerogative, le sue competenze e, diciamo pure, le sue potenzialità.
Il Consorzio ASI, che ha come soci il Comune di Brindisi – il Comune di Francavilla – il Comune di Fasano – il Comune di Ostuni – la Camera di Commercio e la Provincia di Brindisi, è un Ente Pubblico Economico e, come tale, autonomo ed indipendente e tiene molto alla sua autonomia ed indipendenza.
La pianificazione urbanistica della zona industriale è di competenza del Consorzio Asi il cui piano regolatore è un piano di coordinamento territoriale, pertanto sovraordinato rispetto al PRG comunale e al PRG portuale
Dopo il mio insediamento ho avviato una campagna di ascolto che mi ha portato ad incontrare aziende, imprenditori, rappresentanti di fondi di investimento, associazioni datoriali, rappresentanti sindacali e rappresentanti istituzionali, incontri che mi hanno assolutamente arricchito dal punto di vista tecnico-professionale e che mi hanno fatto comprendere quali possono essere le esigenze delle imprese e del territorio.
Ritengo che, anche e soprattutto per i processi di decarbonizzazione e le sue conseguenze, quale l’esigenza sempre piu’ pressante di energia da fonti rinnovabili, il Consorzio ASI possa e debba andare oltre le sue mission istituzionali (fornire servizi alle imprese e sviluppare la zona industriale favorendo nuovi insediamenti) e farsi promotore, da solo e/ con partner pubblici e privati, di progettualità tese a riqualificare la zona industriale, attrarre nuovi investitori e nuovi insediamenti industriali ed intercettare risorse per il territorio.
Bisogna sburocratizzare, semplificare ed accelerare; il contesto socio economico attuale in uno a contingenze e conseguenze del conflitto in corso rendono necessari ed indifferibili questi obiettivi.
La data del 2026, data ultima per i progetti e per le riforme previste dal PNRR, è piu’ vicina di quanto si pensi e le difficoltà aumentano (il materiale umano a disposizione degli uffici tecnici degli enti locali scarseggia, i costi delle materie prime aumentano e tutti i quadri economici dei progetti “saltano”)
Il lavoro deve essere la priorità dell’azione politica, sia a livello nazionale che cittadino. La difesa dei posti di lavoro e la possibile creazione di nuovi posti di lavoro sono la mission del politico e dell’amministratore.
La creazione della Struttura Territoriale di Concertazione puo’ essere il primo passo verso un progetto condiviso che renda concreta la riqualificazione e lo sviluppo socio-economico ed industriale della Provincia di Brindisi.