BRINDISI – Nella giornata di oggi si è tenuto il primo consiglio comunale. L’assise ha provveduto a eleggere il presidente del consiglio, indirizzando ventuno voti a favore di Gabriele Antonino del Partito repubblicano. Il suo vice sarà Alessandro Antonino di Impegno per Brindisi, che ha ottenuto undici preferenze.
La fase più calda si è però vissuta in apertura, quando c’era da votare la convalida degli eletti alla carica di sindaco e di consiglieri. Il capogruppo del Movimento Regione Salento, Lino Luperti, ha eccepito l’ineleggibilità e incandidabilità di Marchionna in quanto «quando ha accettato la candidatura a sindaco era amministratore della Santa Teresa». Una condizione che secondo Luperti ha dato vita a «conseguenze gravi», come «la firma e poi la revoca degli avanzamenti di carriera per alcuni dipendenti, che ha prodotto una denuncia alla Procura da parte di un sindacato. Parliamo di una società che molto probabilmente non arriva a fine anno». Poi la stoccata finale. «Molti lavoratori della Santa Teresa – ha incalzato Luperti – mi hanno scritto per raccontarmi quanto accaduto nella partecipata durante la campagna elettorale. Tra i messaggi ricevuti, vi leggo quello di una lavoratrice tifosa di Marchionna, che scrive a una sua collega: ‘All’avvocato vani sola cà a nui non c’è bisogno. Marchionna ci farà i favori’». A replicare è stato il capogruppo della Lega, Ercole Saponaro, che ha ricordato come la Santa Teresa sia «l’unica partecipata delle Province ancora in vita» e ha pizzicato Luperti rispetto ad alcune questioni personali: «Spero che lei si possa salvarsi dal rinvio a giudizio che la interessa» e che «possa rispondere alla richiesta del dirigente Guadalupi e dell’ex sindaco Rossi che le chiedevano perché con una sua firma (quando era assessore, ndr) fece pagare 550.000 euro ai brindisini per bonifiche su aree che erano del demanio militare».
Spazio poi alla presentazione delle linee programmatiche, passate con l’astensione delle opposizioni. Marchionna ha ripercorso i punti principali del suo programma elettorale, annunciando che l’amministrazione intende «riprendere rapidamente il capitolo del Piano urbanistico generale» e che come offerta culturale «presto potremo aggiungere l’ipotesi dell’apertura in città di una sede distaccata del museo Maxxi di Roma». Il suo competitor in campagna elettorale, Roberto Fusco, ha parlato di un «programma in buona parte condivisibile». Tuttavia, «già per quattro volte – ha proseguito – è stato tradito il rapporto di leale collaborazione con le opposizioni», in quanto la maggioranza ha deciso autonomamente circa l’abbandono del giudizio su Edison e sull’apertura al traffico dei corsi. Il capogruppo del Pd, Francesco Cannalire, ha assicurato che sarà garantita «un’opposizione costruttiva» e, nel merito delle questioni, ha chiesto che «ci sia un maggiore coinvolgimento su decisioni importanti come il futuro dell’area ex Pol, dove la passata amministrazione ha predisposto un progetto visionario che prevede un percorso ecologico», che «la maggioranza smantelli i progetti delle piste ciclabili, dopo averli contestati per cinque anni perché ritenuti inutili».
Per Cesare Mevoli di FdI, «il porto interno è ancora troppo condizionato da servitù: penso ai rimorchiatori che chiudono lo skyline del porto, alla Guardia di Finanza che rappresenta un tappo tra il Villaggio pescatori e la Lega navale, alla Marina militare nel castello, che tra l’altro diventa sempre meno utile per i loro scopi logistici. Dobbiamo far sì che trovino collocazione fuori dal porto». «La città – ha aggiunto – è spaccata sui Corsi principali: dobbiamo trovare una soluzione, un parcheggio multipiano è indispensabile. In un anno dobbiamo risolvere il problema parcheggi e allora sì che potremo chiudere l’intero centro».
Luperti, dal canto suo, è stato caustico anche su questo all’ordine del giorno, parlando di «atti schizofrenici da parte del sindaco, che su Edison prima ha parlato di rispetto per il ricorso presentato dalla passata amministrazione e poi l’ha revocato», così come «prima ha emanato un’ordinanza sul traffico in centro (che riteneva necessario e opportuno disporre l’interdizione al traffico di Corso Garibaldi, ndr) per poi modificarla».
Riccardo Rossi, invece, ha assicurato che non attaccherà Marchionna se dovesse dotarsi di uno staff, “perché le assicuro che serve”, e non chiederà “una riduzione delle indennità, perché non le fissiamo noi le cifre e ritengo che siano giuste in rapporto alle responsabilità”.