Home Politica Niente più tassa aeroportuale, Marchionna ottiene l’ok da Roma. Scongiurato il ridimensionamento dell’aeroporto del Salento
Niente più tassa aeroportuale, Marchionna ottiene l’ok da Roma. Scongiurato il ridimensionamento dell’aeroporto del Salento
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Niente più tassa aeroportuale, Marchionna ottiene l’ok da Roma. Scongiurato il ridimensionamento dell’aeroporto del Salento

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BRINDISI – Missione romana per Pino Marchionna, che oggi pomeriggio si è recato presso il ministero dell’Economia e delle Finanze. Dall’incontro è emerso che il Comune potrà stralciare la tassa d’imbarco aeroportuale dalla bozza di accordo con il Governo. Un risultato che tutto il Salento attendeva con trepidazione, e anche ansia, dati gli effetti che l’incremento della tassa aeroportuale hanno prodotto a Venezia, dove Ryanair ha deciso di sopprimere alcuni voli.

L’uscente amministrazione Rossi, a seguito dell’opportunità che il precedente governo – con il Dl Aiuti – ha fornito ai Comuni in predissesto di aumentare l’addizionale Irpef e l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco aeroportuali, aveva deciso di sfruttare appieno la norma e di approntare una bozza di accordo con il Mef. Adesso, però, con l’amministrazione Marchionna si registra un cambio di paradigma. Comune e Mef, infatti, hanno concordato sull’opportunità di stralciare dalla bozza di accordo l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco aeroportuali. A pesare su questa scelta sono state le minacce dei vettori low cost di diminuire gli investimenti dove i Comuni hanno incrementato la tassa aeroportuale, vedi Venezia. Ma hanno inciso sulla valutazione anche gli scontri giudiziari che ne sono scaturiti.

“Alla luce delle ultimissime novità – ha riferito Marchionna subito dopo l’incontro con la struttura del Mef – che hanno coinvolto Venezia e Napoli (Comuni che hanno optato per l’incremento della tassa aeroportuale, ndr), con annessi ricorsi in sede giudiziaria da parte delle società che gestiscono quegli aeroporti, anche al Mef hanno valutato come effettiva ed innegabile la criticità derivante dall’incremento, da parte dei Comuni, della tassa aeroportuale. E questo anche e soprattutto per la riscontrata litigiosità giudiziaria che ne deriva. Così, ci hanno autorizzato a riproporre una nuova bozza di accordo che non tenga più conto della tassa d’imbarco aeroportuale. Riconfermeremo, invece, l’aumento dell’Irpef. Non ce la sentivamo di mettere in crisi tutto il comparto turistico del Salento. Già domani prepareremo la nuova bozza”.

L’addizionale comunale sui diritti d’imbarco aeroportuali, nelle previsioni dell’amministrazione Rossi, avrebbe portato nelle casse dell’ente 1,4 milioni di euro nel 2023 (attraverso una tassa di un euro per ogni passeggero) e 2,8 milioni dal 2024 (due euro a passeggero). Un delta che adesso andrebbe coperto con altre risorse.

“Non è detto – spiega il sindaco – che ci tocchi coprire quel delta mancante. È possibile articolare diversamente la faccenda, tenuto conto che c’è un dibattito furioso, anche interno al governo, rispetto al fatto che i quattordici Comuni capoluogo in predissesto interessati dalla vicenda devono raggiungere questi accordi che risultano a costo zero per lo Stato, mentre quattro città metropolitane hanno ricevuto dallo Stato 2,6 miliardi. Abbiamo pertanto intravisto una comprensione da parte degli organi statali e margini di manovra. Si intuisce una volontà di porsi in maniera elastica da parte del Governo, e noi tenteremo di sfruttare questa situazione”.

L’ex sindaco Rossi, in effetti, in una conferenza stampa del febbraio scorso chiese proprio questo al Governo, ossia di estendere la soluzione prevista per le città metropolitane in predissesto  ai quattordici Comuni capoluogo interessati dal Dl Aiuti quater.

“Basterebbe – disse Rossi – che il Governo, come chiesto da Anci, prevedesse un fondo quantificato in circa 35 milioni l’anno anche per i Comuni capoluogo in difficoltà finanziarie, così come fatto per le città metropolitane”. Sarà questa la carta vincente per il Comune di Brindisi che il Governo Meloni tirerà fuori dal mazzo, così da evitare di dover sostituire gli introiti previsti dalla tassa aeroportuale con dolorosi tagli ai servizi?