Quarta: “Brindisi affossata dal Pd più che da Rossi. Fi sempre al fianco di cittadini e mondo produttivo”
BRINDISI – In questi anni Forza Italia ha ampiamente dimostrato attraverso le proprie scelte di stare dalla parte dei lavoratori e del mondo produttivo. Stare con i lavoratori, con i cittadini, significa pianificare occasioni di sviluppo, pensare ad una reindustrializzazione che passi dal marketing territoriale e dall’eliminazione dei vincoli che frenano da venti anni l’economia di questa città. Ed è quello che ha fatto instancabilmente il nostro parlamentare Mauro D’Attis.
Ora, ricordate un singolo intervento che questa amministrazione ha messo in campo in 5 anni a favore dell’industria e dei lavoratori?
Un cartello apposto dai lavoratori della Sir diceva più di mille parole: «Interventi nel porto bloccati da una lunga e sterile burocrazia». Con la fine dell’era del carbone, c’è bisogno infatti di alternative lavorative e queste possono venire soprattutto dagli investimenti nel porto. Tuttavia, mentre una parte lavorava per garantire un futuro alla città, questa amministrazione dava sfogo al suo furore ideologico ripetendo a pappagallo quello che sostenevano funzionari di organi ed enti statali (poi puntualmente smentiti, fortunatamente) che, al contrario della politica, non avevano il dovere di considerare il futuro dei lavoratori, del porto, delle imprese. In questi anni l’amministrazione ha sproloquiato circa: fantomatici trasferimenti a Capo Bianco della Marina militare al posto della creazione di una zona franca doganale, che tanti investitori sta invece attirando; depositi di gas da fare a Fasano a casa di consiglieri regionali invece che nel porto di Brindisi (cosa non è chiaro del fatto che le navi pulite andranno a gnl, che i porti core dovranno avere depositi per il rifornimento di gnl e che gli armatori sceglieranno Brindisi se si infrastrutturerà in questo senso?); vasche di colmata da realizzare sempre a Capo Bianco, ripartendo da zero con l’iter e aspettando eventuali rifinanziamenti (un modo per bloccare per sempre l’opera); nuove banchine che non servirebbero e spiagge da far rivivere al loro posto.
Davanti a tutto questo il Pd, dopo anni vissuti nascosto in silenzio sotto la gonna di Rossi, pensa di potersi ripulire la coscienza presenziando a qualche sit-in di lavoratori, facendo post e poster no-sense (tipo quello sulla “Città che cambia”…tanto da perdere 5.000 residenti in 5 anni!) e scaricando Rossi, come se le maggiori responsabilità del disastro di questo mandato non fossero proprio del Partito Democratico, costantemente prono davanti a Rossi e interessato perlopiù a dirigere il traffico nell’occupazione delle poltrone.
Il Pd ha sempre appoggiato questa amministrazione del NO. E mentre noi di Forza Italia abbiamo quotidianamente parteggiato per i lavoratori, per l’industria, per il porto, per lo sviluppo sostenibile, avversando nei fatti la povertà, il Pd si è reso complice di 5 anni di politiche anti-sviluppiste. Ciò, con l’aggravante che questo momento storico è oggettivamente cruciale per il futuro di Brindisi perché con la transizione energetica, con il Pnrr e con il quadro geopolitico mondiale che va delineandosi, Brindisi può riacquistare centralità grazie alle sue infrastrutture e al suo polo industriale. Il Pd, però, ha preferito abbracciare la decrescita (infelice, altro che felice!) demografica ed economica pur di soddisfare le paturnie di un manipolo di ultra-ambientalisti elitari (con la pancia piena, evidentemente).
I cittadini hanno oramai chiaro che le scelte che andranno a compiere cambieranno notevolmente la storia. Uno non varrà l’altro e lo si è visto in questi anni di amministrazione in cui i NO di Rossi e del Pd hanno relegato Brindisi in un angolo, preoccupando e scoraggiando potenziali investitori. Bene fece l’onorevole D’Attis a parlare di questa amministrazione come fattore di rischio politico calcolato dalle grandi imprese, che prima di investire a Brindisi, ci pensano due volte, ed a giusta ragione. Purtroppo nel mondo della iper-informazione funziona così: tutti sanno tutto immediatamente e agiscono di conseguenza.
I grandi gruppi industriali sanno ad esempio che a Brindisi c’è stata un’amministrazione che, come se fosse la cosa più normale del mondo, è stata capace di chiudere il petrolchimico perché, senza supporto di dati oggettivi, “si sentiva puzza”. Una battaglia ideologica contro Eni Versalis che si è spostata poi addirittura contro il ministero dell’Ambiente ed è proseguita a colpi di ricorsi al Tar e minacce, salvo poi fare puntualmente e miserevolmente marcia indietro. Stessa cosa è avvenuta con un banale deposito di gnl, che la Regione e il governo hanno voluto perché favorirebbe nuovi traffici marittimi e garantirebbe la transizione ecologica, ma che questa amministrazione non gradiva e ha ostacolato con tutte le proprie forze a colpi di ricorsi e spese processuali. E non pensate che un sindaco e un’amministrazione non abbiano poteri di ostacolare grandi opere o grandi investimenti: lo ha spiegato chiaramente il presidente dell’ente portuale quando in una commissione parlamentare ha raccontato dei tre anni persi appresso ai pareri immotivati del Comune per realizzare opere di vitale importanza per lo sviluppo del porto.
Non siamo affatto tutti uguali, dunque. Forza Italia può guardare negli occhi i lavoratori che rischiano il posto e quelli che un lavoro non ce l’hanno, perché noi siamo stati con fatti e atti sempre dalla loro parte. Vogliamo dire basta all’interminabile lista di vessazioni perpetrate nei confronti del mondo produttivo, come quelle che hanno riguardato i gestori degli stabilimenti balneari. Vessazioni che hanno prodotto solo sonore sconfitte davanti ai giudici amministrativi. Basta all’immobilismo generato dal settore Urbanistica.
L’approssimazione di questa amministrazione è costata tanto ai cittadini. Ad esempio la chiusura delle piscine; l’aumento dei costi dei servizi sociali ed il loro taglio in alcuni casi, come quello eclatante ai danni dei lavoratori adi e sad, per i quali ci siamo sempre battuti. Da questa approssimazione ne sono discesi disagi per la comunità, come quelli legati all’internalizzazione del servizio di riscossione dei tributi, che tra carenza di personale e software in tilt ha portato all’esasperazione i cittadini, i quali hanno ricevuto multe pazze e hanno dovuto provare di averle già pagate. O come quelli inerenti l’aumento dei bollini per gli impianti termici che questa amministrazione, come altre cose, non poteva disporre. Molti ricorderanno che la maggioranza aveva addirittura deciso di eliminare il servizio pubblico di trasporto scolastico per gli abitanti delle contrade e che per ottenerne la riattivazione ho dovuto portare i genitori di fronte al Comune e inventarmi un blitz. È possibile ricorrere a tutto questo per ottenere l’ordinario? E poi si ha pure il coraggio di spacciare le ordinarie attività di giardinaggio come cose straordinarie.
Addirittura hanno fatto passare la vendita delle farmacie comunali (illustri vittime del Piano di riequilibrio) come un bene per la cittadinanza. Quando ero amministratore delle farmacie comunali ho lavorato sodo per rimetterle in sesto e ho potuto toccare con mano l’impatto positivo che possono avere nell’ambito del welfare, della vicinanza al cittadino e della calmierizzazione dei prezzi.
Ma evidentemente questa amministrazione è di sinistra solo per il suo radicalismo in campo ambientale, perché rispetto all’attenzione per i cittadini messi peggio, la loro azione lascia davvero perplessi.
Sono stato accusato di non aver rinunciato ai miei emolumenti da amministratore delle farmacie comunali (falso) solo perché ho fatto presente che il sindaco, che in campagna elettorale aveva dichiarato che non avrebbe nominato uno staff e che la politica si fa tagliandosi gli stipendi, una volta salito al potere ha regalato oltre 300.000 euro a due figure per mere ragioni di lottizzazione politica. Ciò, a voler tacere dell’aumento dei costi della politica, quando nel Piano di riequilibrio era stato inserito un taglio. Nel mio piccolo ho voluto rinunciare agli aumenti che mi spettavano. Logica e decenza avrebbero voluto che anche all’interno della maggioranza si procedesse in questo senso, destinando parte delle incrementate indennità a un fondo povertà.
Alla luce di tutto questo, crediamo sia giunto il momento di impegnarci tutti assieme per liberare Brindisi da questa cappa di negatività e di lavorare sodo per garantire un governo cittadino pieno di sì con giusto criterio e di speranze in una città che, se liberata dai NO a tutto, può recitare nuovamente un ruolo di rilievo in questa fase strategica.
Gianluca Quarta
Forza Italia Brindisi