Home Politica Entusiasmo a mille per Fitto, FdI pronta a un passo indietro per l’unità. Il ministro: “Con l’Autonomia differenziata si responsabilizza la classe dirigente”. Gemmato: “Per un esame o un intervento serve la raccomandazione”
Entusiasmo a mille per Fitto, FdI pronta a un passo indietro per l’unità. Il ministro: “Con l’Autonomia differenziata si responsabilizza la classe dirigente”. Gemmato: “Per un esame o un intervento serve la raccomandazione”
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Entusiasmo a mille per Fitto, FdI pronta a un passo indietro per l’unità. Il ministro: “Con l’Autonomia differenziata si responsabilizza la classe dirigente”. Gemmato: “Per un esame o un intervento serve la raccomandazione”

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BRINDISI – Autonomia differenziata, sanità, fondi europei e prossime elezioni amministrative. Questi i temi caldi toccati da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione, il Pnrr e dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, nel corso della convention di FdI svoltasi ieri sera a Brindisi, unico comune capoluogo pugliese al voto il 14 e 15 maggio.

«Fratelli d’Italia – ha messo in chiaro Gemmato, coordinatore regionale – è il partito leader e si deve assumere il ruolo di collante della coalizione, in alcuni casi facendo anche un passo indietro per favorire l’unità». Un messaggio molto chiaro, che suffraga l’ipotesi di un candidato sindaco terzo rispetto all’appartenenza partitica. Per Gemmato, l’importanza delle prossime amministrative è determinata dal fatto che «vincere nei Comuni significa gettare le basi per la futura vittoria alla Regione Puglia, e lo si può fare solo ricongiungendo il centrodestra. Non possiamo pensare di essere autosufficienti». Non potevano mancare, poi, riferimenti – o meglio strali – sulla sanità pugliese, le cui condizioni sono state definite «disastrose» dal sottosegretario. «L’articolo 32 della Costituzione – ha tuonato Gemmato – secondo il quale tutti i cittadini devono avere pari diritto di assistenza sanitaria, in Puglia non esiste perché qui o ti raccomandi a loro per avere una indagine diagnostica o per avere l’operazione per salvarti la vita, oppure probabilmente la vita non te la salvi». Per di più, secondo il sottosegretario, «Emiliano ha evitato l’ignominia del commissariamento in sanità proprio grazie ai 450 milioni in più presi dal governo Meloni, che gli hanno permesso di colmare il buco da mezzo miliardo che in un anno l’amministrazione Emiliano aveva determinato».

Il capogruppo in consiglio regionale, Francesco Ventola, ha affrontato la questione dell’Asl di Brindisi. «È stato nominato – ha dichiarato – un nuovo commissario nella Asl di Brindisi. Una persona autorevolissima perché è il direttore dell’Aress, ma è un messaggio sbagliato perché significa che il buon Giovanni Gorgoni starà qui massimo due mesi e nel frattempo che cosa accade? Un’amministrazione autorevole, in tempo reale ti sostituisce il direttore generale, avendo a disposizione un albo di persone idonee. Mi pare quindi una forma di disattenzione verso una realtà che invece ha dei problemi molto seri».

L’intervento del ministro Fitto, invece, è stato incentrato su temi di più ampio respiro come l’Autonomia differenziata e la gestione dei fondi europei. Sul primo fronte, Fitto ha preso ad esempio la gestione del tema dei rifiuti per spiegare come ci sia «una totale mancanza, in particolare nel Sud, di un principio, che è quello della responsabilizzazione delle classi dirigenti» e come l’Autonomia differenziata vada proprio nella direzione di responsabilizzare i pubblici amministratori.

Per il ministro, la narrazione secondo la quale il provvedimento metterebbe in ginocchio il Sud è strumentale in quanto «all’interno del disegno di legge ci sono due elementi che smontano completamente le critiche mosse». Il primo: «se non c’è un accordo sui Lep e quindi sui costi standard, non si torna alla quantificazione della spesa storica ma semplicemente non parte il provvedimento». Il secondo: «basta leggere l’articolo 9 del nostro disegno di legge per vedere che si richiamano i commi terzo e quinto dell’articolo 119 della Costituzione, che sono quelli che spiegano la necessità di un riequilibrio e di una coesione territoriale con la previsione di strumenti appositi per poter garantire le parti più deboli del Paese». Infine un passaggio sui fondi europei. «I dati – ha rammentato Fitto – che oggi abbiamo nel Mezzogiorno ci rappresentano una fotografia che è impietosa. Per il periodo 2014-2020 abbiamo speso quasi il 32% delle risorse. Ci spetta un lavoro da far tremare i polsi. Noi, a differenza del passato, stiamo guardando alla scadenza finale e non a quella del prossimo mese».