BRINDISI – Cambia il governo e cambiano le volontà politiche. In vista della imminente revisione del Regolamento Ue sulle reti transeuropee dei trasporti (Ten-T), infatti, la commissione Trasporti della Camera ha approvato – il 23 febbraio – una proposta da sottoporre alle istituzioni europee. La notizia è che nel nuovo documento viene inserito il prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico da Bari a Lecce, via Brindisi. Nel testo viene indicata anche la possibilità che Lecce venga qualificata come nodo urbano. Gli esponenti del governo si dicono fiduciosi rispetto all’accoglimento della proposta da parte delle istituzioni europee. D’altronde, fu proprio il vice-ministro Edoardo Rixi – nel corso di una conferenza per la presentazione dei nuovi investimenti di Grimaldi su Brindisi tenutasi nel dicembre scorso – ad esprimere «la ferma intenzione di chiedere all’Europa di riconsiderare i corridoi logistici inglobando Brindisi, e ciò nell’ottica di un corridoio orizzontale che da est possa raggiungere la Sicilia una volta realizzato il Ponte sullo Stretto».
Il tema è sentito perché rientrare in queste reti significa godere di canali prioritari nell’assegnazione degli oltre trenta miliardi previsti dai bandi europei per i trasporti da qui al 2026, e significa anche dare forza alla visione di Brindisi come nodo logistico/intermodale al servizio del Salento.
Il cambio di paradigma rispetto al precedente governo appare evidente in quanto proprio l’ex ministro ai Trasporti, Enrico Giovannini, nel corso di un Question Time negò la possibilità di allungare il corridoio Baltico-Adriatico fino a Brindisi e Lecce. Il quesito venne posto in aula il 15 settembre del 2021 dall’onorevole di Fi Mauro D’Attis, il quale chiese se fosse possibile «allungare il corridoio fino a Lecce così da portare l’alta velocità fino alla Puglia meridionale». L’ex ministro fu categorico: «Esiste un primo livello, definito core network, dato dai nodi urbani a maggiore densità abitativa e dai nodi intermodali di maggiore rilevanza. Ci sono da rispettare criteri di natura geografica, demografica, tecnica. Abbiamo avuto incontri con la Commissione europea: sulla base dei criteri elencati e in coerenza con l’obiettivo di inserire la dorsale adriatica nel core network, abbiamo proposto l’inclusione dell’infrastruttura ferroviaria e stradale della rete logistica fino a Bari». Niente spazio per Brindisi e Lecce, dunque. Ma adesso pare tutto cambiato, giocandosi la carta di Lecce come nodo urbano.