Comune a rischio dissesto ma schizzano le indennità dei consiglieri. Quelli del Pd fanno incetta. Altro che tagli!
BRINDISI – Aumentano i costi della politica brindisina, e ciò nonostante una situazione di predissesto che ha portato il sindaco a optare per l’innalzamento dell’addizionale Irpef e della tassa d’imbarco aeroportuale. Con l’incremento delle indennità di sindaco, giunta e presidente del consiglio (questo coperto integralmente da fondi statali), i consiglieri comunali hanno infatti diritto a percepire proporzionalmente di più, ovvero fino a un quarto dell’indennità massima prevista per il sindaco. Un diritto, quello dei consiglieri, che però pesa esclusivamente sulle casse comunali. Nel 2021, per i gettoni di presenza furono liquidati 220.000 euro, nel 2022 – con l’introduzione normativa sull’aumento delle indennità di sindaco e giunta – la cifra è cresciuta del 45% e nel 2023 potrebbe aumentare del 75%. Nel 2024, infine, quando sindaco e giunta riceveranno uno stipendio ancora più alto, a cascata i consiglieri potrebbero percepire un importo praticamente doppio rispetto al 2021.
I maggiori costi non sono dovuti ad un aumento del gettone di presenza, che resta pari a 32,54 euro, ma al tetto massimo che ogni consigliere può raggiungere partecipando a commissioni e consigli comunali. Da 1.200 euro mensili circa, infatti, il plafond è stato portato a 2.000 euro, cifra lorda che deve scontare le ritenute di legge.
Tali aumenti assumono particolare significato in quanto proprio l’amministrazione comunale aveva inserito nel Piano di riequilibrio finanziario del 2020 un taglio dei costi della politica pari a 150.000 euro. Taglio mai concretizzatosi e che adesso si sta addirittura trasformando in un raddoppio delle spese. Un tema che potrebbe creare problemi davanti alla Corte dei conti, chiamata a valutare la qualità del Piano di riequilibrio presentato dal Comune. Entro il 31 marzo 2023 l’ente potrà rimodulare il proprio Piano ed espungere il taglio dei costi del consiglio comunale prima inserito, ma ciò potrebbe rendere meno efficace la proposta dell’ente agli occhi dei magistrati contabili. D’altronde il Comune di Andria, proprio a causa del predissesto, stabilì ad esempio un taglio del 75% del gettone di presenza per ogni consigliere, portandolo a 11,97 euro.
Nelle more che la maggioranza compia una scelta, dal Comune si sta provvedendo a liquidare il conguaglio per i maggiori introiti che alcuni consiglieri si sono assicurati nel 2022 attraverso maggiori partecipazioni alle commissioni. In testa c’è Loiacono con 4.560 euro, seguito da Gazzaneo con 2.795 euro e Quarta con 2.112 euro. Quest’ultimo, però, ha inviato una pec agli uffici comunali per comunicare la volontà di rinunciare alla cifra. Infatti, a differenza delle maggiorazioni sulle indennità garantite dai fondi statali, che sono vincolate a quell’esclusivo utilizzo, le maggiori risorse previste per i consiglieri possono essere potenzialmente destinate da questi, previo atto di liberalità, ad altre finalità.
Per quanto concerne le nuove indennità del 2023, nel mese di gennaio sul podio dei più pagati ci sono due consiglieri del Pd, ovvero Pesari (1.822 euro) e D’Onofrio (1.561 euro), oltre a Loiacono di Idea (1.822 euro). Per ovviare a situazioni come questa, le proposte fatte in passato dal M5s per abbattere i costi andavano nella direzione di ridurre a un solo componente per partito le partecipazioni alle singole commissioni o di eliminare la possibilità che ogni consigliere possa partecipare fino a tre commissioni. Mentre proprio Pesari propose il taglio del gettone. Non resta che attendere il nuovo Piano di riequilibrio per scoprire quanto costerà la politica ai brindisini.