I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Brindisi hanno eseguito il sequestro di tre attività commerciali (esercenti l’attività di ristorazione/bar), due civili abitazioni, conti correnti e circa 22.000 euro, costituenti il provento di una truffa assicurativa.
Il valore complessivo dei beni, tutti ubicati nel capoluogo di provincia, è stimato intorno al mezzo milione di euro.
Il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca è stato emesso dal Tribunale di Brindisi, a seguito di prolungate indagini di polizia giudiziaria delegate dalla locale Procura della Repubblica.
L’esecuzione del provvedimento rappresenta il positivo epilogo di meticolosi accertamenti economico-finanziari che hanno fatto emergere il reimpiego di proventi illeciti in attività economiche e imprenditoriali nonché la fittizia intestazione dei beni a terzi prestanome, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, previste tra l’altro dal Codice delle Leggi antimafia.
Sono 10 i soggetti complessivamente indagati, a vario titolo, per trasferimento fraudolento di valori (art. 512 bis c.p.), autoriciclaggio (art. 648 ter. 1. c.p.), fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona (art. 642 c.p.), furto aggravato (art. 624 e 625 c.p.).
La responsabilità penale dei soggetti coinvolti nell’indagine, tuttavia, sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’articolo 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.
Gli esiti dell’attività condotte costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario esercitato dalla Procura della Repubblica di Brindisi – in stretta sinergia con il locale Nucleo PEF – finalizzato all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, nonché a garanzia della libera concorrenza.
Nota GdF