BRINDISI – Caro Michele,
i nostri rapporti di antica frequentazione mi consentono di rivolgermi a te per sottoporti alcune considerazioni di vecchio amministratore regionale e locale e da un po’ di tempo impegnato in una esperienza agricola e vitivinicola.
Con l’amico e compianto Vittorio Bruno Stamerra e con altri soci, qualche anno fa decidemmo di iniziare l’avventura di produttori vitivinicoli dando vita a Tenute Lu spada, convinti che Brindisi potesse avere alternative valide e complementari a quelle della grande industria. Avevamo in mente e abbiamo la convinzione che il territorio possa essere valorizzato recuperando il meglio della sua storia millenaria dove quella vitivinicola ha avuto un ruolo importante. Abbiamo voluto dare, riuscendoci, un piccolo contributo in questa direzione.
Quello che voglio sottoporre alla tua attenzione riviene dall’esperienza che stiamo facendo e che mi ha fatto imbattere in un progetto di RFI che lambisce molto relativamente i nostri vigneti. Lungi da me la sola intenzione di considerazioni tese a difendere interessi particolari, anche se legittimi, a discapito di interessi generali.
Negli ultimi anni del mio impegno pubblico mi sono anche occupato, nella e per la tua segreteria regionale del Pd, di infrastrutture e per ultimo di trasporto ferroviario, rivestendo il ruolo di amministratore delle Ferrovie Appulo Lucane. E’ con qualche cognizione di territorio e trasporti che ho espresso ed esprimo tutte le mie perplessità e contrarietà a quanto si sta realizzando in danno a qualsiasi principio di buon senso nel nostro territorio e con l’accondiscendenza urbanistica e dei lavori pubblici dell’amministrazione comunale e regionale.
Nei giorni scorsi si è appreso che è stata bandita la gara per la realizzazione del raccordo ferroviario che collegherà la stazione di Brindisi con l’aeroporto del Salento. L’importo dei lavori e della progettazione esecutiva a base d’asta è di settanta milioni di euro a cui andranno aggiunti circa 40 milioni per espropri e spese generali.
Brindisi è già beneficiaria di un finanziamento di 40 milioni di euro per la realizzazione dello stesso collegamento con una linea di autobus dedicata, chiamato progetto Shuttle, per il quale i lavori sono già partiti, pomposamente celebrati dagli amministratori locali a tal punto che sul cartello dei lavori il sindaco e l’assessore ai LL.PP in maniera alquanto inusuale si sono fatti “affiggere” i loro nomi. Si tratta di un progetto nato sotto altre amministrazioni e nella collaborazione tra Comune di Brindisi e Regione Puglia su un sistema di Bus Rapid Transit, cioè di autobus a basso impatto ambientale e in sede quasi interamente propria con tempi di spostamento ridotti.
Avremo nel giro di qualche anno due nuove infrastrutture per collegare stazione ed aeroporto. Mi chiedo e chiedo a chiunque abbia competenza e voce in capitolo, amministratori,tecnici e dirigenti, quale sia il senso di questa programmazione e di questo doppio intervento. Si tratta di infrastrutture che incidono pesantemente sul territorio, con fiumi di denaro pubblico investito, una doppione dell’altra.
Per usare le parole del prof. Ponti del Politecnico di Milano con cui ho avuto diversi colloqui e confronto ‘’ roba da non credere’’.
Il professore nelle sue considerazioni sul progetto in questione aggiunge: ‘Con l’arrivo dei fondi del PNRR, per la massima parte notoriamente destinati alle ferrovie, si decide di realizzare una soluzione già scartata a suo tempo, un molto più costoso raccordo ferroviario da 110 milioni di Euro di solo investimento (56 a carico del Pnrr), cui dovranno sicuramente aggiungersi fondi per l’acquisto dei treni e per l’esercizio dell’infrastruttura (lo Stato ne finanzia circa i 2/3) e fondi per sussidiare il servizio, che certo non potrà andare in pareggio ’’.
Già quando si decise di finanziare il progetto Shuttle(progettista l’ing. Ciurnelli lo stesso che ha redatto e aggiornato il piano regionale dei trasporti) la soluzione ferroviaria, dopo una attenta analisi costi benefici, fu scartata per gli alti costi di gestione e per la rigidità che impone il trasporto ferroviario dato che la stazione ferroviaria prevista presso l’aeroporto è anche di testa e non passante.Al vecchio progetto di rfi di collegamento Lecce aeroporto qualche anno fa si è anche aggiunto quello del collegamento da Taranto. In questa parte del progetto di RFI sono previste 4 coppie di treni che dovranno collegare Taranto con l’aeroporto del Salento. Ma si può pensare che si possa prendere il treno per raggiungere dalle fermate(tante!) sulla linea Ta/Br l’aeroporto di Brindisi avendo a disposizione solo 4 viaggi al giorno in orari prefissati con l’aleatorietà dell’orario dei voli degli aerei in partenza ed arrivo dall’aeroporto?
A questa follia dedica una pagina la rivista Bridge Reserch dove si afferma: “Al Mezzogiorno il PNRR destina la maggior parte delle risorse per i trasporti a grandi e costosissime infrastrutture ferroviarie di molto dubbia utilità. Il motto implicito è: “tanto i soldi ci sono”. Ancora più implicita è l’aggiunta: “E una buona parte nemmeno li mettiamo noi”.
Sono venuti a mancare tutti i vincoli per un uso efficiente delle risorse. L’unico aspetto rilevante sembra essere quello dei tempi di impiego….. A Brindisi si vuol costruire un raccordo ferroviario che costa 110 milioni di Euro, mentre ne è già in costruzione un collegamento parallelo servito da autobus ecologici in sede propria per un importo di 40 milioni. Entrambi destinati ovviamente al sottoutilizzo, ma è possibile anche per il meno efficiente si arrivi in breve alla soppressione totale del servizio.’’
In tutto questo è da sottolineare che non risulta esistere alcuna analisi a supporto del raccordo ferroviario, e certo se ne capisce bene il perché: per ammissioni pubbliche di alcuni stessi amministratori non c’e’una analisi costi-benefici. Si ricorda che per loro natura queste analisi determinano, al contrario di quelle finanziarie, i benefici sociali di un’opera’’. Analisi che per legge dovrebbe essere obbligatoria.
Perplesso è anche il ministero della transizione ecologica tanto che nell’esprimere il proprio parere sulla infrastruttura ferroviaria parere n. 293 del 4 luglio 2022, i cui punti più significativi ti allego, ha richiesto delle integrazioni e modifiche.
Si tratta di vere e proprie prescrizioni che non si capisce se Rfi abbia preso in considerazione. Dal bando di gara sembra di no, almeno per alcune di esse.
E’ evidente che ci sia tanta confusione e che il progetto sia nato dalla sola necessità di impiego immediato delle risorse senza una benché minima lungimiranza in termini di efficienza ed efficacia della spesa. Manchiamo di programmazione e la politica è completamente assente, priva di qualsiasi autorevolezza. Subiamo senza poter decidere per l’ennesima volta. Purtroppo quando non si sa cosa si vuol diventare si resta alla mercé dei programmi altrui. Questo vale per il porto e in questo caso per Rfi.
Non sarebbe stato meglio investire questo denaro per il raddoppio della linea Brindisi Taranto collegando i due mari e le due zone ZES principali della regione? Lo scambio per l’aeroporto di Brindisi potrebbe avvenire comunque attraverso la già prevista e costruenda linea Shuttle con il potenziamento della sola stazione ferroviaria già prevista in corrispondenza dell’Ospedale Perrino.
Non ho mai pensato che queste mie considerazioni potevano essere recepite e valutate per quelle che sono e senza far ricorso a stupida dietrologia. E non le faccio per difendere interessi particolari a fronte di un presunto interesse generale. Il progetto di Tenute Lu Spada non dipende dalla realizzazione di questa inutile opera e di certo non ne condizionerà la sua prospettiva; l’intervento previsto lambisce solamente i nostri vigneti, le nostre strutture e la nostra cantina e le cui costruzioni sono state autorizzate recentemente dallo stesso Comune di Brindisi. Faremo certamente valere in ogni sede i nostri diritti per eventuali risarcimenti, ma ne uscirà sconfitto per l’ennesima volta il territorio subendo la realizzazione di un’opera inutile perché doppione di un’altra. Uno spreco di denaro pubblico.
L’area del Cillarese che tanto potrebbe dare in termini di sviluppo agricolo e turistico oltre che di grande valore storico, ambientale e faunistico sarà compromessa irreparabilmente dal solco di una ferrovia inutile e che nel giro di poco tempo rimarrà cattedrale nel deserto per via dei costi di gestione che nessuno vorrà e potrà assumersi. Qualcuno ne dovrà rispondere anche alla Corte dei Conti soprattutto se non saranno tenute in conto le stesse osservazioni dei ministeri in sede di conferenza di servizi.
Ti saluto
Carmine Dipietrangelo
Amministratore di Tenute lu Spada