Home Politica Infanzia, Amati: “Puglia disastro. Ci salviamo, guarda caso, solo su screening prenatale e siamo i primi in Italia. Parola di Save the children”
Infanzia, Amati: “Puglia disastro. Ci salviamo, guarda caso, solo su screening prenatale e siamo i primi in Italia. Parola di Save the children”
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Infanzia, Amati: “Puglia disastro. Ci salviamo, guarda caso, solo su screening prenatale e siamo i primi in Italia. Parola di Save the children”

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“La condizione di vita dei bambini e degli adolescenti pugliesi è disastrosa. La Puglia registra la seconda percentuale più alta di povertà relativa tra i minori, il 35% contro il 22 della media nazionale. L’unica nota positiva è il primato nazionale sugli screening nazionali, introdotti guarda caso con mie proposte di legge, approvate all’unanimità dal Consiglio regionale e ora portate sul petto come medaglie della Regione. E tutto questo non lo dico io, ma Save the children“

Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, commentando i dati della XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia di Save the Children.

“La Puglia è l’unica regione italiana che ha lo screening SMA è quello super esteso, che riguarda 49 malattie metaboliche e 9 da accumulo lisosomiale, per un totale di 59 malattie.

Sul resto delle questioni riguardanti l’infanzia, il panorama non è altrettanto roseo.

Solo l’8,8% dei bambini con meno di 3 anni accede agli asili nido pubblici e convenzionati.

In alcune province, come Taranto e Foggia, le mense scolastiche sono merce rara (solo il 13-14% degli alunni mangiano a mensa) con delle pesanti ricadute per quelle fasce di estrema povertà che, solo grazie alla scuola, possono garantirsi almeno un pasto proteico equilibrato al giorno. Un minore su tre non pratica mai sport, un dato al di sotto della media nazionale di un bambino su quattro. Questo si riflette sui livelli d’obesità: nella fascia da 3 a 17 anni in Puglia è del 31,5% superiore alla media nazionale del 27.

Sull’accesso alle cure sanitarie, un minore pugliese che si ammala, al pari di tutti gli altri del Mezzogiorno, ha una probabilità di dover migrare in altre regioni per curarsi del 70% in più rispetto a un bambino delle regioni centrosettentrionali.

È un quadro preoccupante. Eppure tutte le volte che in Consiglio abbiamo portato il dolore e la solitudine delle persone, anche su altri argomenti, ci sentiamo dire che ci sono altre priorità o che la strada non è quella indicata o c’è ben altro da fare.”