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La città che cambia…e scompare

La città che cambia…e scompare

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BRINDISI – Posto che manca il rendering del dissalatore in questo manifesto elettorale, è stata chiara la scelta di mettere in luce opere sulle quali ha lasciato la sua impronta l’ufficio Urbanistica. Cioè quello che il Pd ha criticato in tutte le salse.

Coerentemente non compare in foto niente altro: il porto, l’industria; due ambiti dove si è giocato a demolire. D’altronde questa Amministrazione confonde un porto con un porticciolo turistico. Così come, quando parla di industria, vede solo nella messianica produzione di componentistica per le rinnovabili la svolta occupazionale. Investimenti come quelli di Enel a Catania, però, non sono al momento così facilmente replicabili se si considera che la Cina controlla il mercato dei materiali strategici, dominando ad esempio tutti i settori della produzione mondiale di pannelli solari fotovoltaici, vantando a livello globale il 97% della produzione dei cosiddetti wafer di silicio, il 79% delle celle fotovoltaiche e il 67% del polisilicio, e risultando inoltre il maggior fornitore mondiale di celle solari e diodi luminosi, con il 41% delle esportazioni globali.

Non so se la città cambierà con un palazzetto, con una sede universitaria in Centro per una manciata di studenti e non so se potrà cambiare attraverso il Tommaseo, anche perché non sa nemmeno l’Amministrazione comunale cosa diventerà quel luogo, se mai diventerà qualcosa dato che è contemplabile anche l’opzione definanziamento in contumacia di un piano economico-finanziario solido. Ma come al solito si parte prima dal contenitore e poi si prega per il contenuto. Più probabile che la città cambierà attraverso le opere portuali avversate o con investimenti industriali poco graditi.

Per il momento la città cambia così: nel 2017 contava 87.000 abitanti, nel 2022 si scende sotto gli 83.000; circa mille l’anno in meno. Si dirà: l’inverno demografico è per tutti. Non proprio per tutti, perché a Lecce 95.000 erano nel 2017 e 95.000 sono adesso.

Ad oggi a cambiare sono solo i giovani. Ma città. Anche se tra la New Arena e i seaty bar il tasso di occupazione è destinato a schizzare. Io intanto inizio a chiamare la coppia per un posto nei realizzandi playground. Tanto di tempo a disposizione ce n’è a iosa…