Cittadella della Ricerca, Brindisi esclusa. Gustiamoci le briciole in attesa di tempi migliori
BRINDISI – Michele Emiliano, a Brindisi per la firma del Cis, ha affermato che la città ha bisogno di interventi sotto l’aspetto urbanistico, industriale e sanitario. Ha pienamente ragione: in questi tre settori la città vive una condizione di inarrestabile discesa negli inferi. E la luce, se non per qualche timido segnale nell’ambito delle infrastrutture sanitarie riveniente dal Pnrr, neppure si intravede.
Se i 52 milioni del Cis avranno un impatto economico e occupazionale non valutabile (certamente non cambieranno la storia di una città in pieno inverno demografico ed economico), maggiore sarebbe stata la ricaduta – perlomeno dal punto di vista del capitale umano e sociale – se la città avesse beneficiato di maggiori risorse nel campo della logistica e della ricerca. Al momento, però, dal Pnrr non sono arrivati né i 40 mln richiesti per la realizzazione della piastra logistica né i 45 mln necessari per trasformare la Cittadella della Ricerca in un polo dell’innovazione nel campo dell’economia circolare. Tra i 27 progetti scelti nell’ambito del bando “Ecosistemi dell’Innovazione al Sud”, infatti, ce ne sono tre pugliesi, ma Brindisi non figura.
Il progetto dell’Enea candidato per il rilancio della Cittadella constava di due moduli di intervento. Il primo modulo prevedeva la riqualificazione e rigenerazione dei servizi generali, per un importo di spese di recupero, ristrutturazione, riqualificazione, stimato in 24 milioni di euro, per una superficie coperta di 20.419 mq e una superficie di utilizzo totale di 31.588 mq. Ai costi per la riqualificazione delle infrastrutture si aggiungevano 8 milioni di euro per gli arredi tecnici, impianti ed attrezzatura scientifica esclusivamente correlata alle future attività dell’Ecosistema Innovazione Circolare.
Il secondo modulo (comprensivo del primo) interessava l’intero comprensorio e prevedeva spese di recupero, ristrutturazione, riqualificazione per 33,6 milioni di euro, a cui aggiungere 11,4 milioni di euro per arredi tecnici, impianti e attrezzature scientifiche per un costo totale complessivo di 45 milioni di euro. Questo secondo e omnicomprensivo modulo avrebbe consentito la riqualificazione di tutti i fabbricati e servizi comuni presenti nel comprensorio della Cittadella della Ricerca, favorendo anche l’attrattività di nuove iniziative di innovazione da parte di imprese private non già ospitate nel comprensorio.
Il progetto, insomma, mirava da una parte ad avviare un percorso di rigenerazione di un’area urbana marginale, partendo dalla riqualificazione del sito della Cittadella della Ricerca di Brindisi, e dall’altra parte ad essere uno stimolo alla transizione verso l’economia circolare e alla rigenerazione sociale e urbana partendo dalla innovazione del sistema territoriale a supporto di imprese, istituzioni e cittadini del territorio.
Non tutto è perduto, però, perché sul sito del Ministero per il Sud è specificato che i progetti non finanziati potrebbero esserlo tramite i Fondi di Sviluppo e Coesione. E in effetti nel corso della conferenza stampa di ieri, svoltasi alla presenza del ministro Carfagna, non sono state escluse importanti novità legate al Fsc.
Per il momento non ci resta che assaporare con gusto le briciole del Cis. Ma se anche Emiliano ammette che Brindisi ha bisogno di ben altro, evidentemente significa che la situazione è drammatica come la percepisce una rilevante fetta di disfattisti, terroristi e allarmisti che sguazzano in città. Una fazione di cittadini che per trovare sollievo non disdegnerebbe in regalo – se le casse comunali lo consentissero – un paio di quegli occhiali indossati dall’altra metà dei cittadini (gli ottimisti ad ogni costo), le cui lenti speciali consentono di vedere sempre tutto rosa.