BRINDISI – Attorno alla vicenda del deposito di gasolio e benzina Brundisium ci sono parecchi elementi da mettere sul tavolo e da discutere. Si può ancora fare in democrazia, giusto? Nell’incertezza, vale maggiormente la pena esercitarsi.
Dunque, questo deposito otterrà a breve il placet definitivo anche della Regione, che concederà l’intesa con lo Stato. Ciò, va detto, nonostante l’esistenza della Delibera di Giunta Regionale n. 1280 del 10.8.2016 concernente il parere non favorevole sulla compatibilità ambientale dell’intervento. Il Comune e la Provincia, che si sono espressi negativamente, lo hanno fatto vanamente, in quanto – per il Comune ad esempio – il parere doveva passare dal Consiglio comunale. Come mai per Edison si sia portato il parere in Consiglio e per Brundisium no, resta un mistero.
Ed a proposito di questo: perché essere favorevoli a Edison e non a Brundisium? Per tante ragioni, tecniche e di ricaduta economica. Una di queste è che il gnl è un carburante di transizione, la benzina e il gasolio non di certo. Ma andiamo avanti, perché c’è un altro aspetto da indagare. Gli enti devono esprimere un parere tecnico o politico? In democrazia vige la discrezionalità tecnica vincolata, ovvero: si deve esprimere un parere su basi tecniche e scientifiche. Bene, la Regione Puglia, in una nota del gennaio 2021, spiegava di aver negato l’intesa per il deposito gpl Energas di Manfredonia “in considerazione della nota contrarietà dell’Amministrazione Comunale di Manfredonia, suffragata dal responso del referendum consultivo indetto dalla stessa Amministrazione, ampiamente sfavorevole alla realizzazione dell’impianto in argomento” e “della circostanza per cui la realizzazione dell’impianto in questione non risponde pienamente agli indirizzi delle politiche energetiche europee, nazionali e regionali, che perseguono chiaramente strategie di decarbonizzazione e di minimizzazione dei rischi ambientali e territoriali”. Cosa cambia tra il gpl e la benzina/gasolio non si sa. Sta di fatto che la Regione, nel parere su Brundisium, non fa alcun riferimento alla decarbonizzazione, scrivendo invece che “la tipologia di opera proposta dalla società rientra tra le infrastrutture necessarie a garantire idonei siti di
stoccaggio del gasolio e della benzina in ragione della prossimità dell’insediamento proposto al porto di
Brindisi e, dunque, anche in ragione delle significative riduzioni progettuali proposte e valutate dalle
competenti autorità nazionali e regionali, (a meno del parere endoprocedimentale sfavorevole espresso in
sede VIA) si palesa come opera accettabile pur nel contesto già infrastrutturato quale quello nel quale si va
a collocare”. Insomma, i pareri dovrebbero essere tecnici, ma poi si trova sempre il modo perché diventino anche politici, perché altrimenti non si spiegherebbe questa distonia e non si spiegherebbe il richiamo al referendum popolare. Fa specie notare, a tal proposito, che a Brindisi non solo il governo iper-ambientalista non ha indetto un referendum, ma non ha neppure portato la discussione in Consiglio né diramato note ufficiali sull’argomento. Se non fosse stato trattato giornalisticamente, ci saremmo ritrovati l’accordo chiuso senza che nessun cittadino ne sapesse nulla. Mentre del deposito di Edison si sanno vita, morte e miracoli. Un giorno magari si capiranno tante cose…