Regata, il presidente Caso: “Meno barche per via della nuova strumentazione e per la concomitanza di altre competizioni. Per tornare a crescere lavoriamo al ritorno del Giro di Puglia”
BRINDISI – Sono 75 al momento le imbarcazioni iscritte alla 36esima edizione della regata internazionale Brindisi-Corfù, che avrà inizio domenica prossima. Sembrano lontane le oltre 130 iscrizioni registrate solo qualche anno fa (lo scorso anno furono 104), ma quei tempi, secondo il presidente del Circolo della Vela, Gaetano Caso, torneranno presto.
«Da quest’anno – racconta il presidente – è obbligatorio per le regate internazionali installare sulle barche uno strumento di rilevazione che trasmette la propria presenza e riceve il segnale dalle barche circostanti; in questo modo, soprattutto di notte viene garantita maggiore sicurezza. Installarlo costa circa mille euro. Ovviamente, chi non partecipa usualmente alle regate e veniva a fare la passeggiata a Corfù, non si è sentito di affrontare questa spesa. Inoltre, circa il 20% dei partecipanti noleggiava una barca dalle società di charter, che al momento non hanno l’obbligo di acquistare questo strumento. Ma poco male, perché probabilmente l’anno prossimo diventerà obbligatorio per tutti».
Come ogni anno, non mancano le novità. La principale riguarda il percorso, meteo permettendo: «Abbiamo pensato di allungare il percorso facendo arrivare le imbarcazioni fino a Torre Guaceto e questo per due motivi: far sfilare le barche anche sul litorale nord e far arrivare più tardi le imbarcazioni in Grecia poiché, giungendo all’alba, in tutti questi anni non siamo mai riusciti ad avere immagini all’arrivo. Se ci dovesse essere poco vento, saremmo costretti a partire direttamente per Corfù. Ma al momento è previsto forte vento. Vedremo nelle prossime ore».
Per il futuro, il presidente si pone obiettivi ambiziosi, il primo dei quali riguarda il movimento di base: «Formiamo i nostri ragazzi ma molti vanno via per la mancanza dell’università. Qualcuno torna, come è capitato proprio con l’armatore della barca sulla quale farò la regata. Ma questa è l’eccezione e non si riesce a creare continuità. Vogliamo continuare a investire sulla scuola vela, che oltre all’aspetto sportivo assume rilievo a livello sociale. Stiamo cercando di trovare dei partner che possano dedicare le loro finanze esclusivamente alla scuola vela e non alla Brindisi-Corfù».
Ed a proposito della regata, già dall’anno prossimo si proverà a stabilire nuovi record: «Abbiamo già programmato il prossimo anno. Quest’anno molte barche titolate, parliamo di una decina di imbarcazioni “maxi” di professionisti, mancano perché dopo la “Tre Golfi” a Capri vanno a fare il mondiale in Sardegna. Chi ha già partecipato alla Brindisi-Corfù, magari preferisce fare altre regate molto importanti che si svolgono nello stesso periodo. A settembre, comunque, organizzeremo un incontro con gli altri circoli pugliesi per provare a creare un circuito, proprio come accadeva prima con il famoso “Giro di Puglia”: si partiva da Trani e da Taranto e poi le barche si incontravano tutte a Brindisi per la regata. Ecco spiegato il gran numero di iscrizioni degli anni scorsi. Creeremo poi una nuova classe a parte dedicata alle barche vintage, e dopo aver aperto ai multi-scafi, stiamo cercando di far iscrivere anche le barchette di 6,50 metri con le quali si svolgono in solitaria le regate intorno al mondo; sono molto sicure e veloci».
Ma per arrivare ai numeri della Barcolana di Trieste cosa manca? «È molto semplice, è una questione mediatica: la Barcolana – spiega il presidente – la puoi trasmettere in televisione perché dura un paio d’ore, e quindi i media, gli armatori e gli sponsor investono soldi. Noi non riusciamo a trovare un partner televisivo a cui vendere l’evento. Quest’anno abbiamo imbarcato un videomaker che riprenderà le varie fasi della regata. Non credo – conclude Caso – che riusciremo mai ad arrivare alle duemila barche della Barcolana, però stiamo lavorando per superare il record di qualche anno fa fissato a 132 iscritti».