Operatori portuali divisi sul deposito: Titi favorevole, Guadalupi critico. Silvestro (Bbc): “Non staremo a guardare”
BRINDISI – Gli operatori portuali non la pensano tutti allo stesso modo sul deposito di benzina e gasolio “Brundisium” che la società Ecologica dell’imprenditore Vito Miccolis vorrebbe realizzare a Costa Morena. Se il rappresentante di Fedespedi, Adriano Guadalupi, è fortemente scettico, il presidente degli Operatori portuali salentini, Teo Titi, non trova motivi per avversare la realizzazione dell’impianto. Il primo ammette: «Su Brundisium sono usciti alcuni articoli parecchio tempo fa ma sinceramente non pensavo che sarebbero arrivati al traguardo con un esito positivo». Il progetto, invece, è andato avanti in sordina, seppure tra tanti intoppi e ridimensionamenti (sono stati eliminati dal progetto due serbatoi): «Noi operatori – prosegue Guadalupi – probabilmente abbiamo abbassato la guardia, ma c’è chi non avrebbe dovuto abbassarla, tipo l’Autorità portuale o il Comune, che si è limitato a esprimere parere negativo. L’Authority certamente deve valutare l’aspetto economico e non si può negare che si tratti comunque di traffici di merci, ma a mio avviso va valutato anche il futuro del porto. Pensavamo che si fosse intrapresa una strada che ci avrebbe consentito di liberarci di alcuni piccoli impedimenti ma adesso sembrano tornare. Rischiamo di pagare delle conseguenze». In particolare, Guadalupi contesta la localizzazione del deposito, che rischia di creare un effetto imbuto nell’area di Costa Morena: «Il problema è la localizzazione, perché l’impianto nascerà al centro di un’area prettamente commerciale, che nelle vicinanze vede la presenza del deposito della Ipem (gpl, ndr). Ci sarà una commistione esagerata delle operazioni e non sappiamo quali saranno le prescrizioni della Capitaneria di Porto. Lì è un imbuto: a diga, sulla banchina Enel, c’è il carbone; a riva ci sarà il gasolio e attualmente ormeggiano le navi dello zuccherificio; sul prolungamento ci sarà il gas (Edison, ndr). È un quadro pericoloso e poco chiaro; non è un concentramento ideale. Tra l’altro a poca distanza si trovano i passeggeri. Rimango veramente perplesso. Se ci fosse stato un pontile appositamente dedicato sarebbe stato diverso. Abbiamo un porto così grande e poi concentriamo tutto in un unico punto. L’imprenditore che sta investendo evidentemente un mercato alle spalle ce l’ha, anche se non riesco a intuire quale».
Per Titi, invece, l’impianto costituisce comunque una opportunità: «Qualunque attività industriale – sostiene – che aumenti il traffico nel porto è benvenuta. A maggior ragione questo investimento, che insiste su un’area privata e che pertanto non crea problemi di sorta poiché non impegna aree portuali. Sono quindi assolutamente favorevole a questo insediamento. Non entro negli aspetti tecnici relativi ai pericoli di incidenti né nelle valutazioni politiche inerenti il tipo di merce da commercializzare. Qualunque tipo di traffico ha senso se porta anche solo una nave in più». A tal proposito, l’Autorità portuale, nella sua revisione del parere negativo al progetto espresso in un primo momento, ha evidenziato che tale «iniziativa economica consentirà di
incrementare, comunque in modo limitato, il numero di approdi (da 12 a 24 al massimo) nello scalo
brindisino». In conclusione, Titi non si dice preoccupato per la commistione di più traffici industriali nella stessa area e auspica anzi che il rischio di intasamento paventato da Guadalupi si possa concretizzare: «Ben venga l’intasamento, se ci saranno tante navi si metteranno in fila come accade in tanti porti; noi abbiamo il problema opposto. Tra l’altro Enel è in fase di dismissione e con la perdita di quel traffico, non possiamo metterci a rifiutarne altri».
Come detto, l’ente portuale ha cambiato il proprio parere in corsa (tra i motivi ostativi veniva segnalato il «potenziale incremento dei rischi rispetto al livello dei traffici che già impegnano il bacino di Costa Morena»). Il ripensamento è giunto a seguito del rilascio del Nulla osta di fattibilità (Nof) alla realizzazione dell’impianto, della riduzione del 25% del numero dei depositi rispetto alla proposta inziale e della favorevole valutazione ministeriale. Una inversione ad U che avrebbe colto impreparati, ad esempio, gli esponenti di Brindisi Bene Comune, che mediaticamente riconoscono di aver trattato poco la vicenda, almeno rispetto all’interesse mostrato verso il deposito di gnl di Edison: «Onestamente credevamo fosse scontato il no all’impianto, eravamo convinti che fosse una storia chiusa, invece poi l’Autorità portuale ha cambiato parere. Che fine deve fare il nostro porto? Possibile che debba sempre essere al servizio di altri? Su quell’area insisteranno gpl, gnl, gasolio e benzina: quale sarebbe la polifunzionalità del nostro porto? Non accetteremo passivamente queste scelte cadute dall’alto. Sicuramente ci faremo sentire, non ci fermeremo al parere negativo già espresso dal Comune».