Industria, Quarta: “Attacco gravissimo di Rossi a migliaia di lavoratori e imprenditori. Manca solo l’abolizione della proprietà privata”
BRINDISI – Di una cosa bisogna dare atto a Rossi e Bbc: finalmente stanno dichiarando pubblicamente quello che hanno provato a fare in questi anni e che porteranno avanti in futuro. Siccome Forza Italia ha sempre preso sul serio le azioni e intenzioni di questo manipolo di persone con la voglia matta di picconare sistemi produttivi, economici e sociali della città a loro sgraditi, consigliamo in anticipo a imprenditori e lavoratori dei comparti metalmeccanico ed edile di seguire corsi su come diventare gelatai o shakerare cocktail (lavori degnissimi ma lontani dal mondo industriale) perché le parole di Rossi proferite in occasione dell’ultimo Consiglio comunale sono state di una chiarezza e brutalità che non lasciano spazi a dubbi. Il sindaco, infatti, ha spiegato candidamente che non vuole l’insediamento del rigassificatore non tanto per una avversità verso quell’impianto, ma per una contrarietà a tutti i grandi impianti industriali (la battaglia contro il petrolchimico va letta in questa ottica, ma l’avevamo capito tutti). Secondo Rossi, poiché la classe imprenditoriale brindisina si è professionalizzata nella realizzazione e manutenzione di grandi impianti (come se fosse qualcosa di cui vergognarsi), è necessario spezzare la logica – a suo modo perversa – secondo cui per andare avanti hanno bisogno sempre di nuovi impianti, perché altrimenti i nostri imprenditori si girerebbero i pollici e non saprebbero cosa fare. A parte il fatto che alcune aziende brindisine rappresentano eccellenze a livello nazionale (ed oltre), e ciò proprio grazie alle competenze acquisite in questo territorio. Ma poi, quella che emerge con forza da queste parole – e che preoccupa – è una forte ideologia antindustriale tendente a demonizzare un’economia che sostiene migliaia di famiglie brindisine. Anche il richiamo sibillino a interessi imprenditoriali sottesi alla candidatura al rigassificatore la dice lunga sulla cultura di Rossi, che dietro l’opportunità di ricchezza e lavoro ci vede lo sterco del diavolo. Ci manca solo che dica che vuole abolire la proprietà privata e il quadro è completo.
Se il sindaco afferma che vuole spezzare quella che lui chiama “catena di Sant’Antonio” (ovvero presenza di grandi impianti, know how e infrastrutture che attrae altri grandi investimenti), questo significa solo una cosa: che Rossi si oppone e si opporrà sempre all’infrastrutturazione del porto (cosa accaduta in maniera vergognosa in questi anni); al non più rinviabile processo di reindustrializzazione della città (senza il quale il porto morirebbe); a tutti gli imprenditori e lavoratori del comparto della grande industria, per i quali si sta disegnando un futuro radioso dietro qualche bancone di qualche chioschetto sulla litoranea, sempre che in futuro si consentirà la loro realizzazione, perché al momento – per Borri, Rossi e la Carrozzo – deve rimanere tutta campagna. È questa la visione progressista di Rossi e dei suoi: tre mesi di lavoro nel turismo (quale?) e il resto dell’anno a passeggiare in grandi foreste vivendo di bacche e di Rdc.
Gianluca Quarta, Consigliere comunale Forza Italia Brindisi