Home Economia e lavoro Cgil: “Il Consorzio è la via più corretta per superare l’impronta privatistica che da anni caratterizza i servizi sociali”
Cgil: “Il Consorzio è la via più corretta per superare l’impronta privatistica che da anni caratterizza i servizi sociali”
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Cgil: “Il Consorzio è la via più corretta per superare l’impronta privatistica che da anni caratterizza i servizi sociali”

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BRINDISI – Il superamento dello scontro istituzionale tra i Comuni di Brindisi e San Vito dei Normanni sulle quote di cofinanziamento dei due Enti per l’Ambito Br1, segna un passo avanti fondamentale per stabilire una condivisa dinamica gestionale della co – programmazione e co – progettazione, in grado di riorganizzare i servizi secondo le indicazioni del V Piano Regionale delle Politiche Sociali, e di intercettare le importanti risorse economiche sia di fondi specifici, sia legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come CGIL di Brindisi non si vuole entrare nel merito della querelle sorta tra i due Enti, ma in questo momento si ritiene necessario ribadire con forza due concetti importantissimi. Il primo è che il Consorzio ora si deve fare al più presto perché non si può rischiare di sospendere i servizi alla scadenza delle proroghe, né di restare vincolati al piano di rientro del comune di Brindisi, che costringe a un taglio di spesa del 20% su tutti i servizi sociali.

 Per fare questo, con urgenza, abbiamo bisogno di Istituzioni coese, per produrre percorsi virtuosi, per ridisegnare il welfare in una ottica di miglioramento dei servizi offerti all’utenza, i cui bisogni vanno sempre più allargandosi. Basti pensare all’aumento della popolazione anziana, che ha bisogno non solo di assistenza ma di percorsi di invecchiamento attivo. Bisogna dare diritto di cittadinanza a tutte le persone con disabilità. Abbiamo sempre più nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta, di estrema fragilità. La crisi economica, l’inflazione crescente, l’aumento del costo dell’energia stanno mandando a gambe all’aria le famiglie. E tutto questo presuppone una grandissima responsabilità, presuppone che ci sia una presa in carico dei disagi di una ampia fascia di popolazione.

Il secondo motivo, non meno importante, è che non si accettano critiche nei confronti dei lavoratori. Perché i lavoratori dei servizi sociali hanno dato l’anima e messo in campo tutte le loro competenze soprattutto negli ultimi anni, drammatici per tutti. Nel periodo covid hanno lavorato in condizioni difficilissime, con un carico di lavoro enorme per fornire servizi importantissimi a quella fascia di popolazione fragile che va sempre più allargandosi nel nostro territorio.

I Comuni di Brindisi e San Vito dei Normanni devono costituire il Consorzio, che per la Cgil è la via anche più corretta per superare quella impronta privatistica che da anni caratterizza i Servizi sociali, passando dall’atavica esternalizzazione dei servizi ad una gestione diretta degli stessi. Il Consorzio deve traguardare tale obiettivo evitando continui cambi d’appalto e quei fenomeni di dumping contrattuale che mettono in crisi i lavoratori e l’utenza.

E’ ormai tempo di porsi obiettivi alti, accettando la sfida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), costruendo un nuovo sistema di welfare inclusivo, negli strumenti e nei finanziamenti che si possono attivare e devono essere sfruttati.

Investire sul welfare non è un costo, significa, invece, investire nel benessere della popolazione e utilizzarlo come volano di sviluppo e occupazione.

E proprio per quanto riguarda l’occupazione occorre immediatamente, senza ulteriore indugio, arrivare alla stabilizzazione di tutti quei lavoratori che in questi anni di precariato hanno dato un contributo importantissimo, facendo un lavoro straordinario con la loro grande professionalità che non può essere messa in discussione, nemmeno lontanamente, e su cui tutti sono invitati a non speculare. Non trascurando, tra l’altro, che a livello territoriale vi è una gravissima carenza strutturale di organico concernente tutte le figure professionali, a cominciare dal mancato raggiungimento del rapporto fra assistenti sociali impiegati nei servizi e popolazione, che non raggiunge nemmeno il minimo previsto di un assistente sociale ogni 5mila abitanti quando altri territori raggiungono il rapporto di uno ogni 4mila.

Dunque, la Cgil invita i due Enti, superata la definizione delle quote economiche spettanti a ciascuno, a riannodare i fili del dialogo, per puntare ad avere una efficace inclusione sociale offrendo servizi di qualità alle persone e dando centralità al miglioramento delle condizioni lavorative, riconoscendo i diritti di tutti i LAVORATORI.

Segretario Generale Cgil

Antonio Macchia