Il sindaco: “No al carbone di Taranto”. Quella movimentata oggi, comunque, era ghisa. Decisivo il parere dell’Arpa
BRINDISI – Nel porto di Brindisi il carbone di Arcelor Mittal? Probabilmente sì, ma le immagini che hanno fatto il giro del web quest’oggi non riguardavano la movimentazione di carbone ma di ghisa. La questione carbone, comunque, potrebbe presto presentarsi: per questo, venerdì si svolgerà una riunione tecnica alla presenza di enti e istituzioni così da disciplinare tali operazioni garantendo la massima sicurezza. In tema ambientale, ad esempio, conterà il parere dell’Arpa, così come in materia di sicurezza marittima quello della Capitaneria di Porto. Certo, anche il Sindaco, in qualità di massimo garante della salute pubblica, avrà l’opportunità di esprimere il proprio parere, che acquisirà valore solo in caso di rischi concreti per la cittadinanza derivanti dalla dispersione delle polveri. Tuttavia, in caso di contromisure adeguate, il porto di Brindisi difficilmente potrà svincolarsi dalla richiesta avanzata alla Capitaneria di Porto e poi all’Autorità portuale. Tra l’altro, l’azienda che si occupa delle operazioni di scarico dei materiali conta dipendenti brindisini.
Di seguito la nota del Comune di Brindisi.
A seguito del sequestro di alcune banchine del porto di Taranto, la Arcelor Mittal ha chiesto la possibilità di sbarcare nel porto di Brindisi fino a 30mila tonnellate al giorno di carbone e materiale ferroso che verrebbero poi trasportate con camion a Taranto.
Questa comunicazione è giunta al Comune di Brindisi dall’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale che ha convocato per venerdì una riunione.
“Anticipiamo pubblicamente che siamo assolutamente contrari – spiega il sindaco Riccardo Rossi – all’uso del nostro porto per lo scarico di altro carbone necessario ad alimentare l’ex Ilva. Brindisi ha già pagato un prezzo altissimo ed ha avviato una fase di decarbonizzazione che non vogliamo si fermi. Non pensiamo che si debba riaprire un’altra stagione in cui il carbone sia protagonista.
Non ci sembra neppure che sia accettabile, per una città che vuole puntare su passeggeri, crocieristi e merci “pulite”, far scaricare il carbone proprio dove dovranno sbarcare i turisti. Senza contare l’inquinamento e le condizioni ambientali che potrebbero provocare centinaia di camion che da Brindisi dovranno raggiungere Taranto ogni giorno”.