Battibecco Comune-Confindustria sul gas. Rossi: “Occupa quanto una pizzeria”. Menotti Lippolis: “Non è così, solo campagna elettorale”. Intanto potrebbe aprire una fabbrica di elettrolizzatori
BRINDISI – Il 20 aprile si è tenuto presso Palazzo Nervegna un convegno organizzato da Cgil e Legambiente dal titolo “Poli energetici delle rinnovabili: il futuro è oggi”.
Il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ha ribadito la rotta da seguire in questa fase di transizione: «Brindisi ha prodotto energia per l’intero Mezzogiorno. Adesso però si è aperto l’ennesimo dibattito e ci chiedono: volete il gnl? Il Comune, la Provincia e il Consiglio superiore dei lavori pubblici hanno detto di no all’impianto di Edison, ma il Mite l’ha autorizzato comunque. Adesso si parla del rigassificatore e torna alla ribalta Brindisi. Qui non è questione di essere favorevoli o contrari ma bisogna capire qual è il contesto. Oggi a Brindisi ci sono due centrali termoelettriche, da contrada Matagiola passano 10 miliardi di metri cubi di gas e in futuro ne passeranno 20 miliardi, questa provincia è seconda in Italia per produzione di energia da fonti rinnovabili. Dico a Cingolani di venire qui a confrontarsi, a capire il contesto: qui non c’è la sindrome di Nimby. Ogni volta che c’è un’emergenza, Brindisi deve dare; non siamo l’Avis. Vogliamo dare, ma sulle rinnovabili: un impianto eolico produce molta più occupazione che un deposito gnl, che occupa 30 persone, ovvero quanto una pizzeria».
In disaccordo con questa posizione si è posto il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis: «Dal 2001 porto avanti un’azienda che fa comunicazione sostenibile ed eventi green, giusto per capire il dato di partenza. Confindustria è per le rinnovabili e faremo di tutto per creare qui una hydrogen valley, perché nostre associate hanno già presentato progetti: penso ad Alboran, Edison. C’è anche la possibilità che si creino filiere, con la costruzione di elettrolizzatori: il gruppo che fa capo ad Alboran sta interloquendo con un altro gruppo affinché si possano creare qui filiere produttive. Questo perché glielo abbiamo chiesto noi. Solo le rinnovabili, però, non garantiscono continuità. Ci troviamo in una fase di transizione energetica e quindi l’utilizzo del gas è necessario». Poi la risposta al sindaco sul deposito gnl: «Edison è una grande azienda, che vuole investire qui più di 100 milioni di euro e va rispettata. Ho sentito parlare del deposito gnl che crea occupazione quanto ad una pizzeria: ebbene, io vengo dal settore dei servizi, dell’accoglienza e della ristorazione e posso garantire che la stabilità di posti di lavoro che produce un impianto come quello di Edison non è comparabile a quella di una pizzeria. Tra l’altro, oltre ai posti fissi va considerato l’indotto riguardante i contratti di manutenzione, la creazione di stazioni di rifornimento, l’attrazione di nuovi traffici portuali. E poi nei tre anni di costruzione dell’impianto lavorerebbero più di 100 lavoratori: significa far lavorare hotel, ristoranti. Mi pare che solo Confindustria si stia occupando delle giovani generazioni alle prese con percentuali altissime di disoccupazione. Gli altri si stanno preoccupando del consenso elettorale, perché è evidente che siamo in campagna elettorale».
Presente al convegno anche l’assessore regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, che ha puntato il dito contro le prospezioni in mare: «L’emergenza non dovrà giustificare un ritorno al passato: penso ai permessi per la ricerca di gas nel nostro mare. Quelle ricerche, in termini di ritorno di approvvigionamento energetico, non possono garantire alcun apporto significativo. Sappiamo già che non ci sono giacimenti ricchi e tali ricerche arrecherebbero danni ambientali non giustificabili».