Home Economia e lavoro Porto Dopo 13 anni, Brindisi ancora senza stazione marittima. Adesso è intervenuta anche la Cassazione a confermare la regolarità dell’opera
Dopo 13 anni, Brindisi ancora senza stazione marittima. Adesso è intervenuta anche la Cassazione a confermare la regolarità dell’opera
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Dopo 13 anni, Brindisi ancora senza stazione marittima. Adesso è intervenuta anche la Cassazione a confermare la regolarità dell’opera

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BRINDISI – La vicenda della mancata realizzazione del terminal passeggeri “Le Vele” di Costa Morena è da manuale rispetto a quanto sia difficile costruire un’opera pubblica. Si tratta di un’infrastruttura fondamentale per il porto di Brindisi, che è sprovvisto di stazioni marittime. In questo caso più che la burocrazia è stata la magistratura a rendere il percorso accidentato. A seguito di indagini risalenti a fatti compiuti nel lontano 2010, la tesi dell’accusa era che Giuseppe Giurgola, Pasquale Fischetto, Tommaso Ricchiuto e Tommaso Colabufo, a vario titolo, avessero realizzato con le loro azioni il reato di lottizzazione abusiva, nonché opere in assenza dei prescritti titoli abilitativi dal punto di vista urbanistico ed ambientale. La contrarietà agli strumenti urbanistici – secondo l’accusa – consisteva in un progetto che imprimeva una diversa destinazione urbanistica all’area in quanto si prevedevano opere per il traffico passeggeri mentre gli strumenti urbanistici prescrivevano una destinazione commerciale/industriale limitata al solo traffico delle merci. I presunti reati sarebbero stati commessi fino al 2014. Nel febbraio 2016, però, il giudice dell’udienza preliminare ha emesso una sentenza di non luogo a procedere poiché aveva ravvisato l’insussistenza dei fatti addebitati agli imputati. Fine della storia? Macché. A seguito di presunte nuove prove sopraggiunte, la Procura ha richiesto la revoca della sentenza di non luogo a procedere. Nel marzo del 2021, il gip Valerio Fracassi ha respinto tale richiesta asserendo che: non sono prove sopraggiunte, ad esempio, le assunzioni di informazioni da parte di Serafino (indicato come componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici), della dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi Carrozzo e del presidente del Provveditorato per le Opere Pubbliche D’Addato; avesse solennità la sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato quella del Tar stabilendo che il Piano regolatore portuale non ha valore di pianificazione urbanistica. È stato chiarito, inoltre, che il Prp di Brindisi, approvato con il D.M. nr. 375 del 1975, non prevedeva alcuna destinazione d’uso, giacché era stato approvato in virtù della legge nr. 1177 del 1921, la quale non attribuiva a tale piano una vocazione di pianificazione territoriale, ma solo di strumento di programmazione di opere.
La Procura, però, ha deciso di impugnare davanti alla Corte di Cassazione anche il provvedimento del gip con il quale veniva respinta la richiesta di revoca della sentenza di non luogo a procedere. Nelle scorse ore sono giunte le motivazioni della sentenza della Cassazione che ritiene infondato il ricorso. Tra le ragioni c’è che «le nuove fonti di prova debbono provenire da un’attività estranea ad ogni iniziativa investigativa nell’ambito del procedimento chiuso con la sentenza di non luogo a procedere, con la conseguenza che possono essere utilizzabili soltanto quegli elementi di prova provenienti da altri procedimenti o raccolti incidentalmente nel corso di indagini diverse, ovvero reperiti in modo casuale o spontaneamente offerti, che non siano frutto di un’attività investigativa proseguita ad hoc dall’organo dell’accusa – fuori altresì dal quadro processuale di riferimento ormai chiuso con il non luogo a procedere – allo specifico scopo di predisporre il rinvio a giudizio del prosciolto».
Tuttavia, parallelamente resta aperto un altro fascicolo che vede indagati Patroni Griffi, il dirigente dell’Authority Di Leverano, l’ex commissario Valente perché avrebbero provato a riattivare l’iter per realizzare il terminal, così macchiandosi – secondo la Procura – del reato di lottizzazione abusiva che però secondo tutti i giudici (tribunale ordinario, tribunale amministrativo e Corte di Cassazione) non viene a configurarsi nel caso in oggetto. La sentenza della Cassazione convincerà la Procura di Brindisi che la costruzione di quella stazione marittima è legittima oppure verrà richiesto il rinvio a giudizio degli indagati del secondo filone?
“Insomma – commentò il presidente Patroni Griffi nel marzo del 2021 a seguito della notifica della richiesta di proroga delle indagini – a Brindisi non si vuole che il porto si infrastrutturi. Mi contestano un abuso edilizio per una opera (terminal le vele) non solo i cui lavori erano ripresi prima del mio insediamento, ma sulla cui legittimità si sono stratificate due sentenze del Tribunale di Brindisi (di cui una passata in giudicato), e il parere di numerose commissioni tecniche e finanche provvedimenti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. A parte che non è stato edificato neanche un metro cubo (causa insolvenza appaltatore) non posso non rilevare che tra le motivazioni per la proroga delle indagini sia addotta la non condivisione della recente sentenza del Consiglio di Stato (come noto supremo organo della giustizia amministrativa), dacché, sulla scorta della convinzione espressa dall’avvocato del Comune (parte soccombente) la sentenza (passata in giudicato) sarebbe erronea (sic!!!). Quando pensi di averle viste davvero tutte…”.