Patroni Griffi in audizione alla Camera: “Tre anni persi inutilmente appresso a pareri immotivati. Opere vittime della peggiore burocrazia”
BRINDISI – Si è tenuta nella giornata di ieri l’audizione presso la Commissione Trasporti del Parlamento dei soggetti designati come commissari straordinari per le opere pubbliche strategiche. È stato ascoltato anche Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Meridionale, al quale saranno conferiti i poteri speciali commissariali per portare a termine la realizzazione della vasca di colmata e dei dragaggi nel porto di Brindisi entro il 2026.
Nel corso del suo intervento, Patroni Griffi ha passato in rassegna le grandi difficoltà incontrate dal progetto: «Questa opera – ha dichiarato – è stata inserita nel Pnrr, viene da lontano e ha subito i colpi della peggiore burocrazia. Viene immaginata nel 2011 perché funzionale ai nuovi accosti di Sant’Apollinare, che sono strategici per poter consolidare e aumentare le potenzialità nel settore dello short sea shipping e per aggredire il settore della crocieristica per il quale il porto, almeno per le navi di grandi dimensioni, non è infrastrutturato. Per fare gli accosti servono i dragaggi e trovandoci in area Sin, purtroppo l’unica possibilità concessa dalla legge è quella di realizzare le casse di colmata: non esistono, a legislazione vigente, delle alternative. Anzi, va rimarcato che la cassa di colmata è l’unica modalità per gestire i fanghi nell’alveo dell’economia circolare. Quando il progetto è entrato nella fase della procedura Via, è stato ostacolato dalla presenza di una serie di pareri del tutto immotivati, infondati, che per essere superati hanno impegnato l’Autorità portuale in commissione Via per oltre tre anni. Superati i problemi sulla compatibilità ambientale, è partita la seconda parte, quella sulla compatibilità paesaggistica. Il progetto è stato ulteriormente modificato, facendo perdere una significativa capacità alla cassa di colmata: era stata progettata per contenere 700.000 metri cubi di materiale, dopo l’intervento di ambientalizzazione siamo arrivati a 560.000 metri cubi».
Patroni Griffi si è detto comunque soddisfatto per il progetto finale: «Sono contento perché l’intervento permette di recuperare ambientalmente un’area del porto di Brindisi fortemente degradata, che diventerà un punto del quale essere orgogliosi. Ci giungono molte richieste per potenziali insediamenti su quell’area: penso alla cantieristica e alla Marina Militare, che vuole ampliare la propria presenza su Brindisi. L’opera, inoltre, consentirà di attrarre nuovi traffici, cosa estremamente necessaria in un momento in cui la transizione energetica può avere conseguenze catastrofiche sull’indotto del porto, che come noto è fortemente legato alla centrale Enel; saranno messi a rischio dai 2.000 ai 3.000 posti di lavoro. C’è la necessità di correre per rendere il porto attrattivo per traffici diversi da quelli storici».
In conclusione, Patroni Griffi ha indicato i prossimi step: «L’intera opera va completata entro il 2026. Adesso siamo in fase di validazione del progetto esecutivo. Vorremmo poter pubblicare il bando per la cassa di colmata, che costituisce la prima fase, entro quest’anno, mentre entro l’anno prossimo vorremmo pubblicare il bando per il completamento della seconda fase, ovvero il dragaggio».