Commissione regionale: Taranto vuole depositi di gnl, fattibile un rigassificatore offshore a Brindisi
Nel corso della seduta in commissione Bilancio e Programmazione voluta dal presidente Fabiano Amati è stato affrontato l’argomento in riferimento alle possibilità tecniche localizzative di terminali di GNL e impianti di rigassifìcazione nelle aree portuali esistenti nella costa del mar Ionio e Adriatico meridionale.
Il presidente Amati nell’introdurre i lavori ha specificato che il motivo dell’audizione nella Commissione programmazione è derivata in conseguenza della dichiarazione del presidente Draghi alle Camere, per riferire del conflitto Russia-Ucraina, al fine di conseguire una maggiora autonomia energetica dell’Europa quale movente alla pace.
Il punto di vista tecnico è stato espresso dai due presidenti delle autorità di sistema portuale del mar Ionio e Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi per i porti di Brindisi, Monopoli, Bari e Manfredonia e Sergio Prete per Taranto.
Il prof. Patroni Griffi ha ribadito che la crisi dei Balcani ha dimostrato quanto sia opportuno cercare di differenziare le fonti di approvvigionamento, considerato che per il 45 per cento del fabbisogno energetico del Paese dipendiamo dalla Russia, mentre è ridotta al 2 per cento la produzione interna. E che è quindi necessario il sostegno della produzione nazionale di biocarburanti attraverso l’economia circolare. Ha evidenziato che è tornata in auge l’opportunità offerta dai rigassificatori, la cui presenza si attesta nel nord dell’Italia in un numero pari a tre impianti e di diversa tipologia. A Ravenna è presente un impianto onshore e gli altri due di tipo offshore a Livorno e Rovigo. Questi ultimi hanno le caratteristiche di una piattaforma galleggiante. Un quarto modello sarebbero le navi rigassificatrici, che trasportano e rigassificano, ma che hanno bisogno solo di una condotta al largo. Sono molti i porti italiani che si sono candidati per ospitare questi impianti e garantiscono un buon livello occupazionale di manodopera locale.
La Puglia sarebbe una regione Nel corso della seduta è stato affrontato l’argomento in riferimento alle possibilità tecniche localizzative di terminali di GNL e impianti di rigassifìcazione nelle aree portuali esistenti nella costa del mar Ionio e Adriatico meridionale.
Il presidente Amati nell’introdurre i lavori ha specificato che il motivo dell’audizione nella Commissione programmazione è derivata in conseguenza della dichiarazione del presidente Draghi alle Camere, per riferire del conflitto Russia-Ucraina, al fine di conseguire una maggiora autonomia energetica dell’Europa quale movente alla pace.
Il punto di vista tecnico è stato espresso dai due presidenti delle autorità di sistema portuale del mar Ionio e Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi per i porti di Brindisi, Monopoli, Bari e Manfredonia e Sergio Prete per Taranto.
Il prof. Patroni Griffi ha ribadito che la crisi dei Balcani ha dimostrato quanto sia opportuno cercare di differenziare le fonti di approvvigionamento, considerato che per il 45 per cento del fabbisogno energetico del Paese dipendiamo dalla Russia, mentre è ridotta al 2 per cento la produzione interna. E che è quindi necessario il sostegno della produzione nazionale di biocarburanti attraverso l’economia circolare. Ha evidenziato che è tornata in auge l’opportunità offerta dai rigassificatori, la cui presenza si attesta nel nord dell’Italia in un numero pari a tre impianti e di diversa tipologia. A Ravenna è presente un impianto onshore e gli altri due di tipo offshore a Livorno e Rovigo. Questi ultimi hanno le caratteristiche di una piattaforma galleggiante. Un quarto modello sarebbero le navi rigassificatrici, che trasportano e rigassificano, ma che hanno bisogno solo di una condotta al largo. Sono molti i porti italiani che si sono candidati per ospitare questi impianti e garantiscono un buon livello occupazionale di manodopera locale.
La Puglia sarebbe una regione che avrebbe la disponibilità ad ospitare gli impianti offshore, dove il gas arriverebbe già liquido e verrebbe rigassificato e rimesso poi nel metanodotto. Pertanto, tutti i porti potrebbero essere candidati perché si tratterebbe di una condotta da collegare al metanodotto Meno plausibili sarebbero invece gli impianti onshore che risultano essere sostenibili solo se sono prossimi al porto o prossimi alla tubatura dove è già avvenuta la rigassificazione del prodotto.
Di una serie di opzioni di produzioni energetiche con attenzione alle rinnovabili e carburanti alternativi, ha parlato il presidente dell’autorità portuale ionica Sergio Prete, il quale ha anche detto che sul GNL c’è un forte interesse a dotarsi da parte di molti porti italiani, su cui si sta lavorando, perché esistono già navi alimentate con gas. Si sta verificando la fattibilità di iniziare con piccoli impianti retroportuali. Per ciò che riguarda il porto di Taranto, altro discorso sarebbe per i rigassificatori, in virtù del fatto che Taranto ha avuto già una proposta nel 2008, che però ha visto la bocciatura del progetto alla luce del nuovo impulso dato al porto.
Il presidente Prete ha confermato che l’autorità portuale di Taranto è coinvolta da una strategia regionale per l’impianto offshore eolico che metterà in rete un certo numero di megawatt per lo sviluppo di capacità produttiva da fonti rinnovabili.
Da parte di entrambi i presidenti è giunto l’appello a sostenere, come già consolidato in altre regioni, le misure di sostentamento economico “Marebonus” e “Ferrobonus”, al fine di alleviare il disagio e le difficoltà che stanno vivendo gli autotrasportatori, a seguito degli effetti della guerra sul costo del carburante, determinando l’impossibilità per le navi di scaricare.