Impianto eolico offshore, ecco progetto e impatti: 98 pale da 298 metri da 9 a 21 km dalla costa
BRINDISI – Il progetto preliminare per la realizzazione del mega impianto eolico offshore ad opera di Falck Renewables e BlueFloat Energy è finalmente consultabile. La capacità installata prevista è pari a circa 1,2 GW, per una produzione annuale attesa di 3,5 TWh, equivalente al consumo di circa 1 milione di utenze domestiche italiane. L’impatto economico stimato, nei periodi di punta, è di circa 4.000 posti di lavoro diretti durante la fase di fabbricazione, assemblaggio e costruzione del parco eolico marino. Il tempo di realizzazione stimato è di quattro anni.
Lo specchio di mare è compreso tra Brindisi e San Cataldo e le pale saranno collocate a distanze che varieranno tra 8.7 km (distanza minima dalla costa) e 21.9 km, con profondità comprese tra -70 m e -125 m circa. La distanza media dalla linea di costa è dell’ordine di circa 10-12 Km.
Il parco eolico sarà connesso alla rete elettrica a terra attraverso una serie di cavi sottomarini che si connetteranno al cavidotto interrato per giungere alla stazione elettrica onshore ubicata nel comune di Brindisi a sud di Torre Mattarelle e nei pressi della centrale Enel di Cerano. Il progetto, infatti, ha l’obiettivo di sfruttare la connessione alla rete presente nella zona.
Il vero business per il territorio sarà rappresentato dalle operazioni di assemblaggio e manutenzione delle parti meccaniche. Per questo bisognerà mettere a disposizione degli investitori ampie aree a terra (circa 40 ettari); non basterà pertanto la sola zona franca doganale di Capobianco. Nella relazione si legge: «La disponibilità di aree portuali in prossimità del sito di installazione è una condizione essenziale per lo sviluppo del progetto. Le aree portuali identificate devono essere dotate di aree a terra ed a mare da poter dedicare alle operazioni di assemblaggio delle strutture galleggianti che devono essere eseguite prevalentemente in banchina e/o in bacino. Nelle fasi successive del progetto verrà sviluppata un’analisi dedicata delle aree portuali disponibili al fine di identificare la più idonea per lo scopo». Su quest’ultimo punto è in atto un braccio di ferro tra Comune di Brindisi (che propone la banchina di Costa Morena Est) e l’ente portuale (che spinge per Capobianco). In ogni caso ci saranno da valutare gli ostacoli frapposti dal cono d’atterraggio. Una problematica tutt’altro che secondaria.
«Una volta – si legge ancora – che la fase di costruzione è terminata, viene avviato, tramite il processo di start up, il nuovo impianto eolico offshore. Al fine di garantire il supporto logistico necessario, il parco eolico offshore richiede un’infrastruttura portuale come supporto logistico per le operazioni di manutenzione».
Il progetto prevede un numero di aerogeneratori pari a 98 ed una altezza delle torri di 298 metri. Per questo l’impatto visivo andrà considerato e discusso attentamente.