Home Economia e lavoro Manifestazione dei lavoratori, il Comune: “Vogliamo un nuovo modello di sviluppo”. I sindacati: “Le aziende chiudono, è questo il vostro modello? No, grazie”
Manifestazione dei lavoratori, il Comune: “Vogliamo un nuovo modello di sviluppo”. I sindacati: “Le aziende chiudono, è questo il vostro modello? No, grazie”
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Manifestazione dei lavoratori, il Comune: “Vogliamo un nuovo modello di sviluppo”. I sindacati: “Le aziende chiudono, è questo il vostro modello? No, grazie”

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BRINDISI – I cori di protesta si levano alti sotto la scalinata virgiliana. La grande partecipazione dei lavoratori, ma anche dei politici e dei sindacati, preoccupa perché è il sintomo di una miccia accesa pronta a generare un’implosione sociale. La manifestazione aveva come focus le vertenze del comparto aerospaziale, ma i discorsi degli intervenuti hanno abbracciato l’intero settore industriale brindisino, divenuto oramai una copia sbiadita degli anni ruggenti della grande industrializzazione. «Serve una riqualificazione del programma industriale locale», ha affermato l’onorevole del M5S, Giovanni Luca Aresta, cogliendo la necessità di programmare una nuova fase per l’industria brindisina. Il vicesindaco di Brindisi, Tiziana Brigante, parla di un «nuovo modello di sviluppo da costruire con i fondi del Pnrr» e chiede al Governo «politiche industriali differenti rispetto a quelle attuali che hanno prodotto risultati sotto gli occhi di tutti». Una dichiarazione che non è piaciuta al segretario della Uilm, Alfio Zaurito: «Sono scomparse aziende come la Leucci Costruzioni, la Tecnomessapia, la Dcm. E ancora: Enel sta chiudendo, il petrolchimico diminuisce i posti di lavoro, per non parlare dell’Ilva. Si è deciso di investire su altro, pensando che i posti di lavoro si creano con la provvidenza divina. Nel frattempo abbiamo perso aziende e migliaia di posti: se questo è il modello di sviluppo che volete, no grazie».

Che dal Pnrr possano scaturire opportunità per i lavoratori dei comparti in crisi è tesi che incontra lo scetticismo anche del segretario della Fiom Cgil, Angelo Leo: «Di tutti questi miliardi del Pnrr, i lavoratori non vedono un centesimo. Pensiamo che ci sia qualcuno che abbia la volontà di distruggere l’apparato industriale di Brindisi. Il comparto aeronautico in questa città esiste da un secolo, ci sono professionalità che non si trovano in nessuna parte del mondo. Devono temere la forza dei lavoratori e l’unico modo è scendere in piazza».

Ciò che desta sgomento è che la crisi abbia travolto un settore all’avanguardia come quello aerospaziale. A sottolinearlo è il segretario della Cisl, Gianfranco Solazzo: «Questa piazza è il termometro di quello che sta accadendo a Brindisi. È inconcepibile che tutto ciò accada in un settore che investe in ricerca e digitalizzazione. Questo significa che dietro l’angolo c’è la catastrofe occupazionale. Qui abbiamo società partecipate dallo Stato: chiediamo che si assumano la responsabilità sociale d’impresa, soprattutto in un territorio come questo». Sul punto, la posizione dell’onorevole Aresta assume sfumature differenti: «La soluzione non va rimessa solo nelle mani del Governo, così come Leonardo, che mette a disposizione il proprio know how, non può rappresentare la panacea di tutti i mali. Sono molteplici le commesse attivate dalle commissioni Difesa di Camera e Senato, tra tutte quella del drone militare europeo. Si tratta di programmi che avranno impatti importanti nel tempo, anche in questo territorio. Nel frattempo, con il collega D’Attis abbiamo presentato due emendamenti con i quali chiediamo di sostenere imprese come Dcm per consentire il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per tutto il 2022». Ma i lavoratori in piazza non vogliono sentir parlare di altro se non di lavoro.