BRINDISI – Chiariamo subito una cosa: il Comitato Casale non è portavoce del quartiere. Nessun abitante del Casale ha eletto questo Comitato e queste persone quali portavoci della volontà della comunità del quartiere in questione.
Ricordo bene la manifestazione di 3 anni fa, quando il “Comitato”, ovvero 5 persone di mezza età, organizzò/organizzarono una manifestazione contro la possibilità della riqualificazione degli edifici della ex delegazione comunale di via Andrea Bafile candidando il complesso come centro d’accoglienza di minori migranti nel quartiere.
Ricordo anche come quel giorno, il Casale venne sporcato per ogni strada da fogli A4 inneggianti alla autartica “cacciata dell’invasore”, lanciati da qualche perdigiorno appartenente ad alcuni partiti che, purtroppo, sono ben noti alla cronaca odierna di questi giorni: del resto dicono di fare il “bene dell’Italia e degli italiani”. Sporcando il quartiere italico, per l’appunto: poi sono “loro” a sporcare.
Ricordo che proprio uno degli autoeletti rappresentanti del Comitato Casale, disse che non aveva niente contro gli immigrati o i ragazzini ma che era pericoloso averli in giro, era pericoloso averli “liberi per il quartiere”, avrebbero potuto “deviare” i giovani casalini.
Ricordo anche sua moglie, che “non sono razzista ma…se rubano? Se commettono crimini?”.
Potrei proseguire col racconto della giornata, delle nefandezze e dell’ignoranza che venne fuori quel giorno, ma preferisco fermarmi qui, perché il messaggio deve essere semplice e chiaro.
Come dissi allora, nessuno aveva eletto queste persone e non dovevano permettersi a farsi portavoce di una comunità che non gli aveva eletti.
Nuovamente quindi, invito queste persone a smettere di nascondersi dietro il quartiere, del quale, ribadiamo, non sono portavoci, e a metterci il nome e il cognome, mostrate un po’ di coraggio, guardandovi anche allo specchio magari: al Casale non siamo intolleranti o razzisti ma… continueremo a salutarvi, forse.
Giuseppe Patisso