BRINDISI – Il Tg1, in uno speciale mandato in onda in seconda serata, ha dedicato a Brindisi un ampio spazio descrivendo la città come un luogo di morte e dolore. Nessuno vuole sottacere quello che è accaduto in passato, ma se nel 2021 il Tg1 decide di raccontare Brindisi e si avvale dei soli contributi di Greenpeace, No al Carbone e oncologi, si capisce bene dove si vuole andare a parare.
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E così si è parlato di tre tonnellate e mezzo di benzene immesse nell’aria nel 2017, di penetrazione degli inquinanti nella falda acquifera, di inquinamento devastante che caratterizza la città, di raddoppio di leucemie e infarti, di malattie respiratorie che continuano a essere alte, di gravidanze abortive ed eccessi del 47% di malformazioni nei neonati. Tutto senza un briciolo di aderenza fattuale, scientifica con l’attualità. Solo speculazioni, fino a prova contraria. Fotografie del passato, come emerso dall’indagine epidemiologica condotta dal prof. Forastiere che già dal 2010 al 2013 certificava un netto miglioramento delle condizioni sanitarie e ambientali, con le stesse che sono ulteriormente migliorate per via di un inarrestabile processo di decarbonizzazione e ambientalizzazione che ha fatto registrare un’accelerata notevole nell’ultimo decennio. Va tutto bene adesso? No, ma certamente la ricostruzione del Tg1 è sbilanciata, ai limiti del sopportabile.
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Ma purtroppo pare non esserci modo di cambiare il racconto, e Rai Uno è il canale perfetto per continuare ad agitare fantasmi che fungono da spaventapasseri per chi aveva una mezza idea di pernottare a Brindisi ma che, con una narrazione a tambur battente del genere, certamente girerà alla larga dalla nostra città.