BRINDISI – Cioè, cerchiamo di capirci, perché qua davvero qualcuno pensa che tutti i brindisini abbiano l’anello al naso.
E nel Quadrilatero del Sud non si cita Brindisi ma Bari ma ci raccontano che di fatto è come se venisse ricompresa anche Brindisi. E va bene.
E nel Just Transition Fund si cita Taranto e non Brindisi ma ci raccontavano che era come se fosse ricompresa anche Brindisi. E va bene di nuovo.
Adesso, tra una dichiarazione di facciata e l’altra, scopriamo che già nel Documento economico-finanziario 2020 si poteva leggere del prolungamento della rete Ten-T fino ad Ancona e che gli obiettivi prioritari del governo riguardavano la “Intera dorsale adriatica, con particolare riferimento alla sezione Ancona-Bari al fine di perseguire l’obiettivo di prolungare il Corridoio Baltico Adriatico lungo l’asse adriatico fino al nodo di Bari su cui i volumi di traffico passeggeri e merci sono in continua crescita, consentendo, così, di completare la rete centrale TEN-T con un vero e proprio anello mancante, sia ferroviario che stradale, per
rafforzare la competitività dell’Europa e in particolare della Regione Adriatico Ionica, anche in ottica di
rafforzamento dei collegamenti marittimi orizzontali con l’area balcanica”.
Qui non si tratta di forma o capricci, qui si parla chiaramente di strategie che marginalizzano Brindisi in ottica “rafforzamento dei collegamenti marittimi orizzontali con i Balcani”, considerando come centri nodali Taranto e Bari ed elevando quest’ultimo porto a rango di hub commerciale primario, status che non merita se rapportato alle potenzialità del porto di Brindisi.
Ci troviamo di fronte, insomma, a un (ulteriore) declassamento di Brindisi coltivato in vitro.
Sempre nel Def 2020, poi, si rintraccia la veicolazione di investimenti lungo il tratto Bari-Taranto: “Preme
segnalare che in tal modo si congiungerebbe con il Corridoio Scandinavo Mediterraneo che con lo sfiocco che si origina a
Napoli arriva fino a Bari per poi terminare a Taranto. Gli investimenti su tale linea potrebbero cogliere
opportunità di finanziamento volte inoltre a dotarla di tecnologie innovative ed avanzate in ambito sia
stradale (ITS e C-ITS) che ferroviario (ERTMS)”.
“Gli interventi principali – si spiega ancora nel Def 2020 – che si intendono supportare sono:
• la prosecuzione del Corridoio Baltico-Adriatico ferroviario e, in particolare, dell’itinerario Trieste-Venezia-Ancona- Bari- Taranto, anche attraverso il miglioramento del collegamento Ancona-Bari, a conferma della volontà di promuovere sinergie ottimali tra i fondi strutturali edi investimento europei e altri programmi dell’Unione, laddove fosse possibile l’implementazione di un PON Nazionale”.
Alla luce di tutto questo e degli ultimi accadimenti: c’è bisogno di un disegnino per capire cosa sta accadendo?