Home Economia e lavoro Porto Non è un porto per yacht: la denuncia e le contraddizioni di questa città
Non è un porto per yacht: la denuncia e le contraddizioni di questa città
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Non è un porto per yacht: la denuncia e le contraddizioni di questa città

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BRINDISI – Gli yacht non possono restare a Brindisi: mancano corrente e acqua!

Questa la denuncia del capitano di uno yacht, al quale ha risposto il presidente dell’Authority Patroni Griffi, che ha svelato l’esistenza di un progetto per accogliere i mega-yacht nel porto interno.

 

Visione opposta, manco a dirlo, è quella dell’Amministrazione comunale, che tramite il suo assessore Borri ha manifestato l’inattuabile (per usare un eufemismo) volontà di tornare ad accogliere i traghetti nel porto interno e la propria ritrosia verso gli yacht (con un’antipatia particolare verso gli sceicchi, come emerso durante una seduta di una commissione consiliare).

“Peraltro – scrisse Borri il 18 maggio scorso – in qualche modo su una via di rinuncia ai traffici seri nel Porto Interno è AdSPdMAM che si sta facendo protagonista, per esempio perorando (anche nel proprio DPSSP che non è chiaro se AdSPdMAM intenda prodromico a un nuovo PRP o solo a un limitato aggiustamento del vecchio PRP vigente dagli anni 1970) la chiusura del porto interno a navi traghetto, navi ro-ro, e navi da crociera per destinarlo forse a megayachts delle élites internazionali che magari potrebbero essere riforniti da mercanti di cibi di lusso e da stuoli di camerieri in livrea adatti agli emiri o pseudoemiri di turno certo senza alcuna ricaduta positiva sulla economia della comunità Brindisina e sulla sua necessaria conversione a una economia più avanzata e high tech e in definitiva più internazionalmente competitiva”.

E mentre il prof. continua a pontificare sullo sviluppo portuale, il nuovo Pug che doveva essere approvato in un anno come fosse una fumata di sigaretta è ancora fermo allo start: dopo oltre tre anni neppure il Dpp è stato portato in Consiglio comunale! Roba da matti…