Home Economia e lavoro Aprile (Cobas): “Enel minaccia di denunciarci, vi spieghiamo la nostra posizione”
Aprile (Cobas): “Enel minaccia di denunciarci, vi spieghiamo la nostra posizione”
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Aprile (Cobas): “Enel minaccia di denunciarci, vi spieghiamo la nostra posizione”

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BRINDISI – Il Sindacato Cobas ha chiesto pochi giorni fa un incontro all’Enel per discutere della gara dello scarico del carbone che ha portato alla espulsione di 30 lavoratori della Sir ritenendo poche le persone impegnate in quella gara; in cambio il Cobas riceve una risposta dall’Enel dove si minaccia il portavoce del Sindacato Cobas, Roberto Aprile, di denuncia per quello che ha scritto nell’ultimo comunicato.

Alleghiamo a questo comunicato stampa la risposta dell’Enel così tutta l’opinione pubblica possa riflettere su quello che sta accadendo con la progressiva riduzione di personale all’interno della Centrale Federico II di Cerano.

Riduzione di personale che sta già avvenendo con la applicazione di una formula contenuta nelle nuove gara che prevede la vittoria di aziende che riescono a dare una continuità occupazionale agli esuberi all’esterno della Centrale di Cerano.

Quello che ha dato fastidio all’Enel ed al suo direttore Tosto è stato certamente quello di aver definito in quel comunicato Cobas la nuova gara del carbone una gara-truffa, vinta ancora dalla Sir in Ati con la compagnia portuale Briamo.

Adesso proviamo a spiegare perché il Cobas definisce il tutto gara-truffa. Conclusa la trattativa per la espulsione dal porto di 30 lavoratori a questi vengono fatte consumare le ferie, ad alcuni addirittura in misura maggiore a quelli che avevano.

La Sir fa richiesta di cassa integrazione all’INPS e manda lavoratori a casa; il che vuol dire che non ha lavoro per tutti gli espulsi dal porto.

La richiesta di cassa integrazione avanzata dalla Sir deve essere ancora approvata; così come ci ha risposto l’Inps alla nostra richiesta di informazioni.

La richiesta di cassa integrazione ed il suo per adesso utilizzo parziale porta solo ad una considerazione che è quella di una difficoltà ad applicare ciò che prevede la gara.

Gli altri lavoratori espulsi sono impegnati in attività precarie che arrivano anche fino a Foggia, destinate a concludersi in tempi brevi.

L’Enel con queste gare si disimpegna gradatamente così dal territorio brindisino dopo aver guadagnato miliardi di euro in tutti questi anni, lasciando sul terreno solo disoccupazione e lutti.

Avevamo scritto a Maggio 2021 che la vertenza Sir era solo la punta di un Iceberg e che andava affrontata unendo tutti i lavoratori, la città, le associazioni di categoria, i movimenti, le organizzazioni sindacali ed altro ancora.

Ad un Cobas che ha organizzato proteste da oltre un anno e mezzo su questi temi abbiamo assistito solo ad un patetico “Modello Brindisi”, tipo elenco della spesa presentato alle istituzioni locali da parte di Sindacati e Confindustria; nessuno ha compreso che per le eventuali richieste al Governo siamo fuori tempo massimo.

La richiesta a Mise e al Mite, Ministeri dello Sviluppo Economico e Transizione ecologica, è stata presentata al Cobas da un anno con la richiesta di misure occupazionali alternative alla chiusura di Cerano.

Solo una rivolta guidata dal Sindaco Rossi che ci porta in migliaia a Roma può forse riaprire i giochi; basta vedere quello che sta accadendo per Taranto dove stanno dirottando soldi di Brindisi e Lecce ed altro ancora pur di mettere una pezza a quel catorcio cadente di stabilimento.

Infine un messaggio diretto all’Enel, le minacce non ci fanno paura ma sono la dimostrazione di aver colpito nel segno.

L’impegno del Cobas a contrastare questa drammatica situazione sarà ancora più forte e determinato.

Per il Cobas Roberto Aprile