BRINDISI – Da circa tre anni ci ritroviamo inondati dalle “non-notizie” di questa giunta comunale. Fumose e/o inutili soluzioni, per problemi cronici che meriterebbero ben altri interventi, di ben altro spessore con tecnicismi più pratici anziché guidati ideologicamente.
In questo quadro però, detta giunta, riesce artatamente a mostrare progetti venuti da lontano e dei quali, con mistificazione mediatica, si fregia di una paternità che meriterebbe riconoscimenti terzi (vedi cala materdomini), presunta rivoluzionaria innovazione urbana in realtà ristretta a murales di pareti, presentati però, bisogna riconoscerlo, con una propaganda deviante che trova sempre supporters da stadio a tenergli il gioco.
Non è un caso allora che sia proprio un’amministrazione come questa ad approvare il circenses (l’ennesimo) del gay pride, che ricalca lo stesso modus operandi. Presentando cioè l’apparenza come grande conquista, ma celando verità che se correttamente presentate verrebbero rinnegate.
Noi il manifesto politico dell’orgoglio gay lo abbiamo letto e sarebbe opportuno che sia noto ciò che cela.
La festosità e la carnevalata con la quale si presentano infatti è una linea d’impostazione del loro manifesto, dove si legge che respingono sobrietà e decoro e necessita di eccessi trasgressivi; quindi contro la moderazione nel soddisfacimento delle proprie esigenze naturali. Una linea guida che svela il gioco. Già Zeffirelli (che si definiva omosessuale ma non gay), ne parlava come di “esibizioni veramente oscene, con tutta quella turba sculettante”.
Noi siamo lontani anni luce da quel politicamente corretto che in realtà cela l’eroticamente scorretto e sarebbe opportuno che si sappia che la loro impostazione principale, tra deretani sculettanti e falli esposti, riduce l’essere umano ad una mercificazione consumistica che coinvolge anche chi purtroppo non può difendersi: bambini e adolescenti.
Infatti leggiamo che rivendicano la genitorialità gay e lesbica e l’adozione dei bambini a famiglie omogenitoriali e di persone single e l’accesso ad una pluralità di forme di regolamentazione delle famiglie. Si vuole cioè privare i bambini delle figure di padre e madre per legge (non per disgrazia naturale o umana a cui rimediare con la legge) ed assecondare i desideri individuali e personali, trasformandoli in diritto. Ma anche no!
Non solo, ma poiché secondo le loro, e solo loro, convinzioni il sesso non si definisce alla nascita (qui siamo parzialmente d’accordo visto che inizia a definirsi molto prima, alla dodicesima settimana di gestazione del feto) vorrebbero bombardare gli adolescenti con sostanze chimiche (la triptorelina) abbastanza rischiose con conseguenze ancora non clinicamente conosciute (rivista Lancet 2017) per bloccare il naturale sviluppo del giovane. Tutto quanto basato su un infondato studio olandese smentito nel 2014 (F. Borgonovo: Il Regime del Gender; pag. 147).
Ecco, qui le cose diventano più serie poiché hanno la pretesa di dire ai genitori cosa devono o non devono fare, innescando meccanismi di emulazione e inclusività sociale che aumenta la confusione ed il caos nella società. Come nel caso degli stupri di uomini che si sentono donne e vengono trasferiti nelle carceri femminili.
Confusione anche nei soggetti più deboli e suggestionabili, confermata dai ripensamenti di chi, convinto dalla moda, dal merchandising e dalla musicalità e gaiosità di queste manifestazioni, arrivati ad un’età maggiore, fa richiesta di riavere il sesso originale. Infatti, nei paesi con una legislazione desiderata dai gay pride italiani, aumentano le detransizioni di chi vuole ritornare al sesso di nascita. In alcuni casi facendo causa (vincendola), all’ospedale che “troppo facilmente ha assecondato il suo cambio a soli 16 anni (Jessica Bell)”. Visto che dette transizioni hanno un costo, non vorremmo che fosse un interesse economico a spingere questo tipo di mentalità. Sarebbe una doppia beffa per chi ci crede e svelerebbe lo sfruttamento di seguaci e battaglieri sculettanti.
Come dicevamo all’inizio, la peggiore degenerazione del manifesto è la mercificazione dell’essere umano (già denunciata dalle associazioni lesbiche italiane) che vorrebbero la GpA (Gestazione per Altri) riducendo le donne ad incubatrici bombardate di ormoni, con rischio tumore per detto trattamento, per mettere al mondo figli che gli vengono strappati alla nascita. Non solo, ma anche i bambini si ridurrebbero a prodotto di vendita con relativo contratto con garanzia e possibilità di restituzione in caso non vada bene. Un’atrocità celata da modernismo.
Voi della giunta Rossi, siete d’accordo? Appoggerete simili situazioni se toccasse ai vostri figli?
Questo sarebbe il vostro modernismo? Il vostro orgoglio gay? Avete coraggio di fare un confronto su queste tematiche? Riuscite a smentire quanto scritto o celate quanto sopra, solo per propagandare un’ideologia ed ottenere consensi?
Non bastano le parole ed il linguaggio a cambiare la realtà naturale dell’essere umano e costruire mediaticamente l’uomo Ikea che si può comporre in base ai pruriti che alcuni singoli spacciano per diritti. E non veniteci a dire che è prassi nella comunità internazionale. Quella che vendete come comunità internazionale è in realtà il solo mondo occidentale (quello consumistico) che costituisce, in tutto, il 16% della popolazione mondiale. Valutando per eccesso di bontà, che almeno la metà di detta comunità internazionale la pensi come voi, riscontriamo che l’8% della popolazione mondiale, vuole convincere il restante 92% che questi ultimi hanno torto e loro ragione. Ci viene da ridere. Se non ci fosse il potere dei soldi a dargli forza sarebbero già spariti.
Il vittimismo o i personaggi finti positivi progressisti, non attaccano con noi. Il re è nudo! Noi lo stiamo gridando e sarebbe opportuno che questo re, o si vesta degnamente con decoro e sobrietà, o, coerentemente salga su un carro del gay pride a sculettare con gli altri. Tertium non datur.
Riva Destra Brindisi