Si chiude una Olimpiade che molti definiscono trionfale per l’Italia. In verità la pioggia di record era ampiamente pronosticabile e certifica un movimento sportivo italiano in crescita sostanziale negli ultimi cinque anni. Solo qualche disastro ci avrebbe potuto privare del record di medaglie, e sebbene le sfortune ci siano state (la mononucleosi Gregorio Paltrinieri in primis) la grandezza di questa spedizione è stata proprio quella di riuscire a sopperire altrove alle sciagure capitate in eventi per noi chiave alla vigilia. La dichiarata Quota 40 è stata centrata in pieno e l’asticella per Parigi 2024 è stata posta ad un livello che non deve spaventare ma anzi stimolare perché’ già a Tokyo c’era un potenziale da 50 medaglie che a Parigi deve essere l’obiettivo ambizioso da porci.
Lo sport italiano ha mutato pelle a Tokyo. Rimanendo orfana degli ori della scherma e del tiro, abbacchiata da una scadente performance degli sport di squadra l’Italia si è dovuta re-inventare in una seconda settimana olimpica al cardiopalma dove ci siamo scoperti una potenza dell’atletica mondiale con cinque ori francamente inimmaginabili. È stata un’Olimpiade che ha visto prime volte storiche in diverse discipline al femminile: canottaggio, ginnastica, pugilato e pesistica. L’approccio eclettico sostenuto dal CONI, frutto della tradizionale inclusività sportiva italiana non sempre paga dividendi in termini di medaglie. I fondi spesi dal CONI in sport non-olimpici finalmente ci hanno ripagato di un fantastico oro nel karate che debuttava nel programma olimpico a Tokyo. I fondi spesi a sostenere anche gli sport che non rendono medaglie, quelli dove siamo o eravamo atavicamente indietro. Quei fondi che spesi altrove rimpinguerebbero il medagliere costituiscono però la forza e la dignità di un movimento sportivo che può creare e poi preservare eccellenze laddove i nostri cugini continentali (Germania, Francia, Gran Bretagna) non osano investire. Si pensi per esempio alla ginnastica ritmica, al softball, alla marcia! Queste sono discipline dove gli altri centro europei chinano il capo e si fanno da parte, pensando di non poter insidiare egemonie dell’est Europa e asiatiche. Ma da noi nessuno sport viene lasciato indietro ed i risultati – a volte lungo rincorsi – prima o poi arrivano. Per esempio, sarebbe stato facile abbandonare ogni tipa di velleità nella pesistica ma oggi non avremo queste tre splendide medaglie da festeggiare.
Prima che questa analisi assuma toni troppo trionfalistici bisogna constatare come molte cose non siano andate come avrebbero dovuto, in primis per gravi colpe delle federazioni che hanno dormito sugli allori del passato (scherma e tiro) ma anche per controprestazioni di alcuni nostri assi che vanno analizzate per capirne la causa. Sicuramente la pandemia ha rimescolato molte carte e se nella pallavolo femminile e nel fioretto ne abbiamo pagato il prezzo in altre circostanze ne abbiamo approfittato a piene mani con il successo clamoroso dei nostri sprinter a cospetto dell’annebbiamento dell’atletica statunitense. In media però l’impressione è che le controprestazioni dei nostri campioni siano state più dei nostri colpi a sorpresa, per quanto sembra assurdo asserire ciò dopo aver vinto cinque ori nell’atletica!
È stata un’Olimpiade nipponica di grandi mutamenti e soddisfazione dopo due olimpiadi di assestamento dovute all’incremento della competizione a livello mondiale che ha fatto altre vittime nel medagliere e continua a farne, si guardi per esempio alla figuraccia ha fatto la Germania o all’orribile prestazione degli americani che avrebbero dovuti vincere 50 ori ma tornano a casa con meno di 40. Fortunatamente il nostro movimento è tornato al livello di Sidney/Atlanta e di slancio si avvia ad un triennio che sarà ancora migliore dei cinque anni di progressi passati. Ma per salvaguardare questo processo di miglioramento bisognerà’ fare squadra e non perdersi in giochetti politici che già ci sono costati molto a Tokyo. Quello che si intravede nelle due federazioni che sono risorte negli ultimi anni, tennis ed atletica, non fa ben sperare perché’ le vittorie possono avere anche molti padri se si è pronti a condividere gli allori. Se invece ci si perde nel mediocre gioco delle parti tipico del nostro sistema-Paese si rischia di sperperare un patrimonio enorme. Se si rema tutti nella stessa direzione a Parigi ne vedremo delle belle!
Per chi apprezza il dono della sintesi può bastare, per gli altri segue mega pagellone per alcuni sport. Per una versione completa del pagellone con tutti gli sport potete consultare questo link: http://substantialupgrades.com/litalia-a-tokyo-2020-un-medagliere-che-cambia/
PESISTICA
Voto quinquennio: 8.5
La pesistica ha vissuto cinque anni di rinascita, riuscendo ad emergere nel contesto europeo di uno sport che sta vivendo un momento drammatico dovuto agli innumerevoli casi doping del passato. Un radicale cambio di marcia a livello federale ha instaurato tecnici di spessore che hanno aiutato atleti già affermati a fare un salto di qualità insperato (Bordignon) e allo stesso tempo hanno tirato fuori una serie di giovani talenti (Zanni, Pizzolato, Ruiu, Imperio) che si stanno già esprimendo a livelli assoluti e non solo nelle categorie juniores
Voto Tokyo: 9.5
Era lecito aspettarsi una medaglia da Antonino Pizzolato che già aveva raggiunto un podio mondiale ma non era pronosticabile vincere altre due medaglie con Zanni e Bordignon. Pizzolato ha provato a fare il record del mondo per vincere un oro che sarebbe stato epico, mostrando un coraggio e un disprezzo per l’accontentarsi del secondo posto che è veramente poco italiano. Questa sfrontatezza è stato un luogo comune dei successi italiani a Tokyo e Pizzolato ne è stato l’emblema.
Outlook Parigi: Molto Positivo
Con una squadra così giovane a Parigi si va per confermare queste tre medaglie e non è escluso un miglioramento. La spada di Damocle che pende sulla pesistica internazionale dovuta alla corruzione dilagante nella federazione internazionale è l’esclusione immediata dal programma olimpico. Ci auguriamo che i successi dei nostri abbiano dimostrato come si può vincere senza ricorrere a sostanze dopanti in questo sport. Speriamo che il CIO se ne sia accorto e non cali il sipario su questo sport proprio quando siamo finalmente arrivati a livelli di eccellenza.
ATLETICA
Voto quinquennio: 4
Dopo le zero medaglie di Rio l’atletica ha vissuto altri 5 anni di vacche magre che si sono conclusi con il bottino di una sola medaglia ai mondiali di Doha nel 2019. L’unica soddisfazione per l’atletica è arrivata nel 2021 con i nostri under 23 che hanno vinto il medagliere degli europei a Tallinn poco prima delle Olimpiadi.
Voto Tokyo: 8.5
Ma come? 5 ori e solo 8.5? Mettiamola così, senza il successo straripante di due gruppi di allenamento (sprinter con Paolo Camossi e i marciatori con Patrizio Marcesepe) saremmo fermi all’oro di Gimbo Tamberi. Nonostante questi cinque splendidi – probabilmente irripetibili – ori l’atletica italiana è stata perlopiù un work in progress in vista di Parigi. Nel confronto con il nuoto, per esempio, non si può non notare che sebbene siamo già anni luce avanti a Rio come piazzamenti e numeri di finali, a livello assoluto non siamo ancora una potenza in grado di fare finale quasi ovunque come altre potenze europee. Siamo solo dodicesimi nella classifica dell’atletica che tiene conto delle prime otto posizioni per ogni evento.
Outlook Parigi: Molto Positivo
Abbiamo la nazionale juniores più forte d’Europa. La contemporanea crescita di diversi atleti nelle più disparate discipline dell’atletica ha quasi del miracoloso se non fosse che sia il risultato di una programmazione federale di alto livello. Adesso si tratta solo di capitalizzare in vista di Parigi e Los Angeles, sperando non si faccia troppa melina in federazione per accaparrarsi posizione di rendita a livello dirigenziale e tecnico. Così come abbiamo lentamente costruito siamo capacissimi di distruggere tutto in poco tempo
NUOTO
Voto quinquennio: 7.5
Il nuoto italiano ha vissuto un quinquennio di crescita costante che ha visto molti giovani alle prime convocazioni dal talento cristallino. A certificare la qualità e quantità della squadra italiana il record di medaglie (44, più di tutte le altre nazioni) agli europei di Budapest 2021
Voto Tokyo: 7
Pesa come un macigno la mononucleosi contratta da Gregorio Paltrinieri ad un mese dalle gare. Con i suoi due probabili ori in vasca (e magari anche qualcosa di più del bronzo che ha comunque vinto in acque libere) staremmo parlando di un’Olimpiade natatoria trionfale. Invece ci troviamo a commentare un medagliere senza ori ma con 7 medaglie (2 delle quali in staffetta) e 22 finali olimpiche. Quest’ultimo dato specialmente documenta l’ingresso dell’Italia nel gotha del nuoto mondiale. Non sono mancato le delusioni al femminile con Quadarella che poteva tranquillamente vincere due medaglie (ma ne ha comunque vinta una), Panziera che nuotava tempi da podio olimpico solo due settimane prima di Tokyo ma si è sciolta nel momento decisivo, Pilato che ha pagato lo scotto, per lei sì giustificato, di un debutto olimpico a 16 anni da predestinata della rana mondiale.
Outlook Parigi: Molto Positivo
La staffetta 4×100 mista che a Tokyo ha già vinto un bronzo ha un’età media di 20 anni e contiene interpreti che possono aspirare all’oro individuale a Parigi, soprattutto Martinenghi nel contesto di una rana mondiale dove il mostro sacro Peaty è oramai sul viale del tramonto e Ceccon, vero crack del nuoto mondiale che ha ancora margini di miglioramento pur nuotando già da top 5 al mondo in due stili diversi. Ceccon non ha nulla da invidiare ai mostri americani del passato che portavano 4-5 medaglie ad Olimpiade. Unito ad un Paltrinieri e una Quadarella con voglia di rivalsa possono a Parigi portare un ammontare di ori mai nemmeno sognato in Italia. E se Benny Pilato diventerà quello che ci auguriamo diverrà lo sparo grossa: a Parigi raddoppiamo il numero di medaglie di Tokyo.
GINNASTICA
Voto quinquennio: 8
Il bronzo mondiale a squadre dell’artistica femminile di Stoccarda 2019 rimarrà negli annali dello sport italiano. Al maschile non si è lavorato altrettanto bene e la squadra, pur esprimendosi su livelli più alti rispetto al passato ha fallito la qualificazione. Contrariamente abbiamo anche avuto problemi a produrre specialisti di eccellenza con la sola trentenne Vanessa Ferrari capace di raggiungere i mondiali nelle finali di specialità
Voto Tokyo: 7.5
La generazione dorata delle fate azzurre classe 2003 si presentava a Tokyo con l’aspirazione di ripetere la medaglia di Stoccarda e nonostante sfortune varie, non ultima il posticipo al 2021 che ha permesso a ginnaste (non italiane) classe 2005 di partecipare a questa edizione dei Giochi, è andata vicinissimo a centrare il risultato. Qui esprimere un giudizio sommario mi risulta difficile perché’ andrebbe separata la prestazione delle nostre ginnaste che merita un nove pieno dal disastro che ha fatto la federazione in preparazione per l’Olimpiade. Organizzare gli inutili (se non per il tornaconto di qualche dirigente federale) campionati italiani due settimane prima di Tokyo è stata una follia. L’ infortunio accorso a Giorgia Villa, la nostra migliore ginnasta in tale gara è stato un suicidio che rimuove tutti i meriti che la federazione ha avuto nel costruire questo gruppo di ragazze magiche. Non è l’unico episodio di auto-sabotaggio a cui abbiamo assistito prima di Tokyo ma è il più grave perché’ ha tolto alle nostre ginnaste la soddisfazione di un podio olimpico, un’occasione che per l’Italia potrebbe non ripresentarsi mai più. A salvare la spedizione italiana ci ha pensato Vanessa Ferrari che al corpo libero ha deciso di rischiare poco e far palare la sua esecuzione impeccabile. Un argento storico perché’ prima medaglia olimpica della ginnastica artistica femminile.
Nella ritmica le Farfalle portano un altro bronzo che va ad arricchire la collezione degli ultimi 17 anni di grandi successi. Essere costantemente tra le prime 4-5 squadre al mondo ogni anno vuol dire esporsi a delusioni tremende come Rio 2016 ma anche a successi come quello di Tokyo 2020. L’importante è esserci sempre e noi ci siamo sempre!
Outlook Parigi:
Difficile intuire come ci presenteremo a Parigi visto che tre anni nella ginnastica sia artistica che ritmica sono molto lunghi. L’impressione è che portare una squadra così competitiva a Parigi sarà difficile. Potremmo però raccogliere il lavoro fatto a livello giovanili sugli uomini. Due medaglie tra ritmica e artistica sono un bottino sicuramente difendibile tra tre anni.
SCHERMA
Voto Tokyo: 3
Gli azzeramenti e le rivoluzioni di solito non mi trovano d’accordo ma con la Fedescherma mi pare inevitabile che c’è da ricostruire un ambiente stagnante che si è cullato dei successi del passato ed è diventato supponente e compassato. Difficile riassumere in poche parole i motivi di una spedizione disastrosa. Partiamo da un episodio che è avvenuto nella sciabola che pure è l’arma che meglio si è comportata rispetto alle aspettative. Nella finale a squadre l’Italia si presenta nella formazione classica del quinquennio trascorso. Una squadra solida che ha vinto molto più di quello che era lecito aspettarsi dal talento individuale delle singole sciabolatrici. Martina Criscio, già apparsa fuori forma nel concorso individuale viene schierata nei quarti di finale dove continua a mostrare uno stato di forma precario. A quel punto la logica soluzione sarebbe quello di inserire Michela Battiston, talento cristallino e futura dominatrice della sciabola mondiale ma questa sostituzione che sarebbe già dovuta avvenire prima ancora di atterrare a Tokyo non avviene. L’Italia va sotto pesantemente con la Francia con Criscio che concede stoccate su stoccate alle francesi. Battiston viene finalmente schierata in una situazione già ampiamente compromessa. Per fare esperienza, è quello che probabilmente pensano i tecnici federali. Invece, Battiston sfodera un parziale di 18 a 5 e rimette le nostre in gioco. Fatica poi sperperata dalle altre due veterane che finiscono comunque col perdere la semifinale. Questo episodio è stata la dimostrazione di tutto quello di sbagliato che c’è nella scherma italiana al momento. Non si possono tenere i più bravi in panchina o addirittura a casa (Di Veroli nella spada maschile, Mancini nel fioretto femminile) semplicemente perché’ ci sono gerarchie prestabilite e i veterani si sono ‘guadagnati’ la qualificazione. È una mentalità perdente che porta a sconfitte inevitabili.
Per il fioretto la situazione è ancora più grave visto che questa è da sempre la ‘nostra’ arma. CI sono però dei distinguo da fare tra le donne e gli uomini. Mentre negli uomini siamo in una crisi tecnica innegabile, rimasti ancorati ad un fioretto che non c’è più, con tecnici inadeguati e arroganti che si rifiutano di guardare in faccia la realtà. Non siamo gli unici ad aver sofferto questi cambiamenti. Gli Americani, anch’essi piuttosto ‘vecchi’ e rimasti al passato hanno preso anche loro delle mazzate clamorose a Tokyo. Guarda caso l’unica potenza mondiale del fioretto maschile che si è salvata è la Russia perché’ ha convocato tre ventenni con poche esperienze internazionali prima di Tokyo. Hanno tenuti i pezzi da novanta casa perché’ consapevoli che avrebbero faticato a Tokyo in un contesto globale completamente diverso da quello di soli cinque anni fa. Al femminile invece la disfatta è dovuta alla pessima gestione del gruppo da parte del c.t. Enrico Cipressa che ha fatto solo danni, sia tecnici, facendo regredire le nostre fiorettiste, sia morali, creando un ambiente ostile in cui era francamente impossibile fare squadra. Cipressa non ci ha neanche messo la faccia in TV, non ha provato a difendere i suoi atleti o le sue scelte, forse perché’ sicuro di essere al capolinea. In tal caso la federazione avrebbe già dovuto cacciarlo due anni fa senza sottoporre i nostri fiorettisti ad un’umiliazione storica da cui è difficile ripartire. Daniele Garozzo (che è riuscito nonostante tutto a vincere un argento a Tokyo) non sa neanche se continuare a tirare. Che ambiente abbiamo creato che il nostro più forte campione pensa di lasciare quando è ancora al top mondiale? Stride e di tanto con gli esempi di longevità visti altrove (Cagnotto, Ferrari, Pellegrini) e nel passato della scherma (Vezzali, Trillini, Sanzo). Sebbene gli assenti abbiano sempre torto sono convinto che con una federazione meno miope e un c.t. degno di questo nome Di Francisca si sarebbe presentata a Tokyo e avrebbe portato due medaglie d’oro al fioretto femminile.
Outlook Parigi: Negativo
Come ripartire adesso? Innanzitutto vanno azzerati i vertici tecnici di tutte le armi. Non può essere solo quella di Cipressa la testa a cadere. Il c.t. Cuomo della spada ha colpe gravissime nella gestione del gruppo che è evidente nelle convocazioni scellerate che ha fatto per le olimpiadi. Una volta fatta pulizia bisognerà rinvigorire l’ambiente e introdurre della vera meritocrazia, anche a costo di fare tre anni di vacche magre prima di Parigi. Soluzioni come i trials prima dei grandi eventi per decidere le convocazioni invece di lasciare la scelta a dei c.t. che sono politicamente esposti sarebbe un passo gigante verso la creazione di un ambiente meritocratico e sfidante. Non si può andare avanti con atleti che arrivano in prima squadra e campano di rendita per anni. Soprattutto con tecnici che li fanno regredire invece che migliorare!
TIRO
Voto quinquennio: 6.5
Anche qui difficile separare gli atleti dalla federazione. Nei cinque anni precedenti Tokyo sia il tiro a volo che il tiro a segno italiano hanno ben figurato a livello internazionale, sull’onda dei trionfi di Rio. Abbiamo tirato fuori nuovi talenti come Tamarro Cassandro nello skeet e Valerio Grazini nel trap, abbiamo consolidato altri talenti importanti come Silvana Stanco e Mauro De Filippis nel trap. Anche nel tiro a segno nonostante l’addio di Campriani siamo comunque riusciti a centrare molte carte olimpiche con buoni tiratori come Bacci e Suppini ma soprattutto abbiamo scoperto dei tiratori juniores che promettono di diventare campionissimi come Sofia Ceccarello e Dennis Sollazzo. Ed è proprio qui che subentra l’incompetenza della nostra federazione. Questi ragazzi sono fenomeni che avrebbero dovuto essere schierati in coppa del mondo a scapito di tiratori come Marco De Nicolo che a 44 anni hanno già dato quello che potevano dare. Invece no, Ceccarello è stata schierata per la prima volta in coppa del mondo nell’ultima occasione per qualificarsi alle olimpiadi e lei da grande campionessa ha vinto la gara! Ma ha poi pagato lo scotto dell’inesperienza (che nel tiro è fondamentale) alle olimpiadi dove ha fallito la qualificazione alla finale con un ultimo tiro scellerato.
Voto Tokyo: 2
L’argento dell’eterna Diana Bacosi non può certo nascondere il medagliere fortemente deficitario del tiro a volo. La portabandiera Jessica Rossi con Silvana Stanco ha fallito l’appuntamento olimpico dopo aver dominato il trap mondiale per gli ultimi 5 anni. Lo stesso si può dire per Mauro De Filippis, numero uno del ranking mondiale, fuori dalla finale del trap. Il campione olimpico di skeet di Rio ha avuto un quinquennio altalenante e non ha sorpreso la sua prestazione olimpica sottotono mentre Cassandro è venuto meno in finale nel momento decisivo. Rimane uno squadrone che può vincere sei medaglie ad ogni grande evento ma a Tokyo ha vinto solo un argento!
Nel tiro a segno – Ceccarello a parte – abbiamo assistito ad un disastro annunciato dovuto a convocazioni scellerate nelle gare di coppa del mondo. L’aggravante per il tiro è stato non usufruire della possibilità di aggiungere un tiratore nel trap togliendolo alla carabina. Ciò avrebbe comportato due carte da medaglia d’oro in più per l’Italia nel trap maschile e nel trap misto. Ma si è preferito portare tiratori scarsi per questioni di affiliazione federale. Se si va ad un’Olimpiade per far sfilare i veterani invece che per vincere non ci si deve stupire quando non si vince niente. Il tiro è stato il peggiore sport per l’Italia a Tokyo ed era veramente difficile far peggio della scherma.
CANOA
Voto quinquennio: 6
Nella canoa sprinti si è fatto fatica a produrre nuovi atleti di livello. Manfredi Rizza ha continuato a centrare finale nelle gare di velocità senza mai eccellere. Il K2 Burgo-Beccaro ha fatto buone cose ma non è mai stato a livello dei migliori.
Nella canoa slalom Stefanie Horn e De Gennaro hanno fatto vedere ottime cose in coppa del mondo, risultando costantemente tra i primi 10 del mondo. De Gennaro in particolare è salito di livello rispetto a Rio e ha vinto gare di coppe del mondo.
Voto Tokyo: 5
Nella canoa slalom abbiamo assistito ad un autentico disastro. Horn che non partiva per le favorite per la medaglia butta via un possibile oro con un errore alla seconda porta e finisce con un legno sanguinoso. De Gennaro appare da subito a suo agio in batteria, facendo sperare anche in un oro ma si produce in una discesa inqualificabile in semifinale che lo vede eliminato anzitempo. Un’occasione clamorosa gettata alle ortiche.
La spedizione è salvata dall’argento di Rizza che trova la condizione della vita al momento giusto e a momenti stampa tutti in finale per l’oro. Da sottolineare anche l’eccellente olimpiade di Francesca Genzo nel K-1 che fa ben sperare per il futuro.
Outlook Parigi: Positivo
De Gennaro è ancora giovane per la disciplina e avrà modo di rifarsi. Nella canadese femminile abbiamo opportunità di sviluppo. Nello sprint Burgo-Beccaro e Genzo sono i nomi su cui costruire il prossimo triennio.
PUGILATO
Voto quinquennio: 5
Pugilato in forte sofferenza nel settore maschile che ha portato zero pugili a Tokyo. I nostri pugili hanno le attenuanti di un processo di qualificazione falsato dal preolimpico tenuto a Londra in piena emergenza Covid a marzo 2020 e successiva cancellazione del preolimpico mondiale che ha impedito ai pugili europei emergenti di provare a qualificarsi. Salvatore Cavallaro rimane un boxeur affidabile che potrà rifarsi nel prossimo ciclo. Nel settore femminile il pugilato italiano continua a sfornare talenti promettenti: Irma Testa, Rebecca Nicoli, Angela Carini e Giordano Sorrentino. Tutte hanno centrato la qualificazione olimpica nel tesissimo preolimpico di maggio 2021.
Voto Tokyo: 5.5
Irma Testa era la più forte della sua categoria e non ha vinto l’oro a causa di un atteggiamento colpevolmente rimessivo in semifinale. La sua medaglia di bronzo rimane l’unica della spedizione italiana ma tra le quattro pugili che abbiamo visto a Tokyo paradossalmente è quella che ha deluso di più rispetto alle proprie capacità. Carini e Nicoli hanno fatto match pari contro avversarie molto più quotate e promettono di vendicare un sorteggio vergognoso a Parigi dove sono sicuro le ritroveremo come minimo in semifinale, giudici permettendo.
Outlook Parigi: Stabile
Nel femminile si spera di riuscire a centrare 3-4 medaglie a Parigi. Le possibilità ci sono sicuramente. Nel maschile non ci resta che aspettare e vedere che succede. La pandemia ha azzerato le competizioni da 20 mesi a questa parte e non abbiamo idea di come siano messi i nostri.
BASKET
Voto quinquennio: 6.5
L’Italia al maschile archivia un quinquennio in cui è finalmente tornata a giocare in un Mondiale con una clamorosa qualificazione olimpica ottenuta a Belgrado contro la Serbia. Le donne invece buttano via due occasioni consecutive di arrivare ai quarti di finale di un europeo, sia nel 2019 che nel 2021. Sebbene il settore femminile sia in crescita, come accertato dalla qualificazione alle Olimpiadi della squadra 3×3, rimangono evidenti limiti caratteriali da risolvere prima di competere a livello mondiale.
Voto Tokyo: 8.5
Nonostante la federazione abbia provata a sabotare il suo stesso commissario tecnico, Meo Sacchetti centra una fragorosa qualificazione e schiera una squadra tostissima in difesa che se la può giocare con chiunque. Sfortunata nel perdere con l’Australia nel girone, l’Italia pesca nella Francia il peggior avversario possibile ai quarti ma non sfigura e anzi crea parecchi problemi ai francesi, uscendo a testa alta da Tokyo 2020. Una delle cose più impronosticabile della nostra Olimpiade è che il basket finisce per essere il nostro sport di squadra migliore.
Outlook Parigi: Stabile
Sarà complicato ricostruire la chimica della squadra di Tokyo e comunque appare evidente che non siamo più nel 2004. Il cuore da solo non basta e ci vogliono talenti NBA per andare in fondo nei grandi eventi. Si riparte da Mannion, Fontecchio e Banchero (atteso crack del basket europeo). Qualificarsi per Parigi sarà difficile a prescindere. Per le donne si prospetta un triennio da ‘do or die’. O si alza il livello definitivamente adesso oppure sarà dura farlo nei prossimi decenni.
PALLAVOLO
Voto quinquennio: 7
Sebbene a fine ciclo il volley maschile tiene botta dopo Rio, fornendo prestazioni dignitose ma comunque lontane dal podio nei grandi eventi. La vera novità del quinquennio è una squadra femminile portentosa guidata da un fenomeno come Paola Egonu, una squadra che arriva fino al secondo posto mondiale nel 2018
Voto Tokyo: 3
La pallavolo maschile spreca l’occasione favorevole del sorteggio sia nel girone che nel quarto di finale malamente perso con un’Argentina che era l’unica delle prime otto su cui l’Italia aveva un vantaggio tecnico. Si soffre oltremodo l’assenza del leader storico Zaytsev e si finisce fuori dal podio per la prima volta dal 1992. Si sapeva che il podio sarebbe stato molto complicato ma uscire così, senza personalità, è stato umiliante.
Le donne gettano alle ortiche una possibile medaglia d’oro in un torneo olimpico femminile dai contenuti molto modesti. A testimonianza della pochezza tecnica del torneo, gli USA vincono 3-0 finale e semifinale nonostante siano prive della loro giocatrice più forte. Le azzurre hanno evidenziato grossi limiti caratteriali a cui la guida tecnica non ha saputo sopperire.
Outlook Parigi: Negativo
Dopo questa sberla in pieno volta le nostre pallavoliste si devono riprendere perché’ la loro finestra non si è ancora chiusa e tra 3 anni a Parigi contiamo di giocarci nuovamente l’oro. Difficile pensare di proseguire con Mazzanti come guida tecnica per le donne. Già stabilito invece il cambio di guardia al maschile con Effe’ De Giorgi chiamato a rifondare il volley azzurro. Saranno anni di sofferenza nel maschile.
PALLANUOTO
Voto quinquennio: 6
Al maschile, l’oro del mondiale 2019 rimarrà l’eredità di questo gruppo costruito da Campagna che ha saputo approfittare della flessione di Serbia e Croazia per vincere un oro mondiale atteso da tanto tempo. Il Setterosa si comporta molto bene in tutti gli appuntamenti dal 2017 al 2019 ma fallisce la qualificazione alle olimpiadi di un soffio in più occasioni. Costretta a giocarsi la qualificazione al preolimpico di gennaio 2021 fallisce miseramente. La mancanza della guida tecnica di Conti a bordo vasca fa regredire una squadra che fino ad un anno prima appariva da podio olimpico. Qui l’impressione è che la pandemia abbia fortemente danneggiato le nostre speranze.
4.5
Il posticipo dovuto al COVID è costato doppiamente alla nostra pallanuoto. Purtroppo i valori sono cambiati di molto in due anni e l’Italia vista a Tokyo non era più la squadra vista a Gwangju. Un accoppiamento ai quarti con la Serbia che poi ha vinto il torneo ci condanna ad uscire da un podio che altrimenti rimaneva possibile come dimostrato dai pareggi con Ungheria e Grecia, finite rispettivamente terza e seconda nel torneo.
Outlook Parigi: Molto Negativo
Al maschile abbiamo una crisi di talenti che al femminile abbiamo già in parte subito. Qualificare Setterosa e Settebello a Parigi sarà già molto difficile ma bisogna credere alla nostra rinascita. La pallanuoto si sa, è fatta di cicli!
CICLISMO
Voto quinquennio: 6.5
Per quanto concerne la strada un italiano non vince un grande giro dal 2016 e fatichiamo a produrre passisti da grandi classiche e ultimamente anche velocisti affidabili. Ci siamo specializzati nelle cronometro con Filippo Ganna e Edoardo Affini ma tali eccellenze sono dovute alla rinascita del ciclismo su pista italiano che ha fatto seguito all’oro di Elia Viviani nell’omnium di Rio 2016. Possiamo contare su un ottimo gruppo di corridori sia al maschile che al femminile come testimoniato dalle numerose europee e mondiali raccolte negli ultimi cinque anni
Voto Tokyo: 6
La spedizione della strada viene salvata dal grande cuore di Elisa Longo Borghini che strappa un bronzo in una corsa folle. Su pista l’oro storico dell’inseguimento a strade è un po’ appannato dai successivi fallimenti nelle prove successive dove era lecito attendersi qualcosa in più della medaglia di bronzo di Viviani nell’omnium. Paghiamo la brutta condizione fisica di Letizia Paternoster ma anche le scelte molto discutibili delle coppie schierate nella Madison dove con altri interpreti si poteva andare a podio. Olimpiade incolore nella mountainbike e praticamente inesistente per le BMX.
Outlook Parigi: Positivo
La squadra di pista femminile con Paternoster, Balsamo e Guazzini è giovane e fortissima in prospettiva, da leccarsi i baffi in attesa di Parigi. Gli uomini saranno invece chiamati all’arduo compito di ripetersi ma anche lì l’età è dalla nostra parte. Timidi segnali di ripresa anche su strada ma sarà complicato essere competitivi già da tre anni.
Lorenzo Coccioli