Convegno Legambiente, l’assessore regionale Delli Noci: “Vogliamo che la nostra regione diventi una hydrogen valley, sfruttando le potenzialità di Brindisi”
BRINDISI – Un Focus su Taranto e Brindisi, emblema dell’industrializzazione senza regole del sud e dei danni ambientali, sanitari e sociali conseguenti, ma anche come punti nodali di una riconversione realmente ecologica del tessuto produttivo e del Green New Deal. Questo è stato il tema al centro dell’incontro UN’ALTRA BRINDISI È POSSIBILE, organizzato nel pomeriggio di ieri 30 luglio a Brindisi, da Legambiente nell’ambito del passaggio sulle coste pugliesi della Goletta Verde. Un appuntamento, quello di ieri pomeriggio, per riflettere sulla situazione della città pugliese penalizzata ed esclusa dai fondi del Just Transition Fund, pensato dall’Europa per le aree produttive ancora pesantemente monopolizzate dall’uso di carbone, petrolio e gas. Per questo Legambiente propone una visione e rivoluzione per il territorio di Brindisi che va valorizzato e non penalizzato.
“Brindisi e Taranto – dichiara Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia – sono un banco di prova della capacità del governo italiano e delle istituzioni regionale e locali di dotarsi di una politica industriale che, anche grazie alle risorse del Next Generation EU, dia un futuro diverso a due realtà che stanno pagando un caro prezzo in termini di salute, ambiente, opportunità negate. Legambiente propone di guardare unitariamente ai due territori per avere maggiori opportunità di successo puntando su un distretto dell’innovazione green, creando sinergie tra le rispettive risorse infrastrutturali, produttive, naturali, culturali ed umane. Un progetto ambizioso che si muova lungo quattro assi: liberarci dai veleni, decarbonizzare le produzioni inquinanti, favorire l’innovazione energetica, ambientale e sociale, investire su formazione e ricerca. Un ruolo determinante di stimolo e guida dovrà svolgerlo la Regione Puglia”.
All’incontro hanno partecipato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia, Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, Riccardo Rossi, sindaco di Brindisi, don Mimmo Roma, delegato del Vescovo di Brindisi, Fabio Pollice, Rettore dell’Università del Salento, Doretto Marinazzo, delegato del circolo di Legambiente Brindisi, Antonio Galati, di Asset Puglia – processi industriali e bonifiche ambientali, Marzia Angelini, delegata della soprintendente di Brindisi e Lecce, Anna Maria D’Agnano, di Arpa Brindisi – Sicurezza Industriale e Atex, Vittorio Rina, presidente del Consorzio Asi di Brindisi, e rappresentanti del mondo industriale e delle associazioni del territorio.
“La transizione ecologica ed energetica della Puglia, e di Taranto e Brindisi in maniera particolare, è un obiettivo e un dovere per garantire a queste due città un doveroso sguardo verso il futuro. – ha dichiarato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci – Questa nostra terra negli anni ha subìto scelte lontane da una logica di sostenibilità ambientale e tutela della salute pubblica. Per questo, il percorso di decarbonizzazione avviato da questa amministrazione regionale è necessario e prioritario, così come quello verso la transizione energetica che deve e può concretizzarsi attraverso un utilizzo virtuoso dell’idrogeno verde. Vogliamo che la nostra regione diventi una hydrogen valley, sfruttando le potenzialità di Brindisi, Taranto e Foggia. Oggi siamo al lavoro sul nuovo Piano Energetico Ambientale Regionale, con l’intento di contemperare le esigenze di sviluppo economico e sociale con quelle di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, attraverso un mix energetico differenziato per la produzione di energia attraverso l’incremento delle fonti rinnovabili. Voglio ricordare che la Regione ha siglato un protocollo d’intesa con ENEA per creare il primo centro italiano sull’economia circolare a Brindisi e ha sottoscritto un protocollo d’intesa con ENEL per avviare la decarbonizzazione della centrale di Cerano. Sanare le ferite dello sfruttamento energetico di combustibili fossili subite dalla provincia di Brindisi: con questa finalità abbiamo presentato una scheda del Recovery Fund per l’istituzione di un centro per la decarbonizzazione e approvato una mozione volta a ricomprendere Brindisi, ad oggi esclusa dal Governo centrale, tra i beneficiari delle risorse del Just Transition Fund”.
Nel documento ci sono analisi e proposte elaborate dal circolo di Legambiente di Brindisi, le quali verranno consegnate ai rappresentanti istituzionali, della società civile e dell’associazionismo. In particolare i temi al centro del dialogo e delle proposte riguardano le bonifiche dei siti inquinati della città, alla luce dei dati allarmanti dell’ISPRA che testimoniano che perfino le caratterizzazioni dei siti inquinati sono talmente basse da aver prodotto la bonifica su meno del 10% del SIN. Poi c’è la questione della rigenerazione dell’area fra il petrolchimico e la centrale ENEL di Cerano per la quale Legambiente ripropone ed aggiorna le idee progettuali costruite con scuole medie superiori di Brindisi, sui parchi di Saline di Punta della Contessa e Fiume Grande e di Cerano Tramazzone, sulla realizzazione nell’area di proprietà ENEL di un impianto di produzione di energia elettrica e idrogeno da moto ondoso, di una centrale solare termodinamica e di impianti fotovoltaici sviluppando l’intera filiera dell’accumulo, accanto ad una cittadella della scienza, e la possibilità di creare un parco eolico off-shore laddove sono situate le piattaforme petrolifere Aquila dell’ENEL, da smantellare e bonificare.
Inoltre si tocca il tema della Riconversione della chimica ripercorrendo la storia degli impianti di EVC e Dowchemical che “tranquillamente” hanno lasciato Brindisi senza assumersi la responsabilità nei confronti dei lavoratori dell’ambiente e della salute pubblica. Legambiente è pronta al confronto sulle riconversioni possibili, ma il punto di partenza non può essere quanto concesso dalle istituzioni oggi a Versalis, che non hanno imposto la rete pubblica nel petrolchimico di rilevamento della qualità dell’aria sotto la gestione dell’ARPA.
Importante è la questione dei Porti Verdi. Uno studio nazionale di Legambiente evidenzia come grandi porti nel mondo si stanno attrezzando sulla base di obiettivi di sostenibilità da raggiungere attraverso non nuove grandi opere impattanti, ma attraverso la riqualificazione, la funzionalizzazione dell’esistente e dei servizi. Ciò propone anche per Brindisi l’associazione, completamente contraria alle scelte di nuove grandi opere, ritenendo essenziali l’elettrificazione delle banchine, la digitalizzazione dei servizi, lo sviluppo della logistica e delle interconnessioni che l’apertura della linea ferroviaria consente e la valorizzazione di imprese e professionalità quali quelle della cantieristica.
Al centro delle proposte di Legambiente non possono mancare PUG e rigenerazioni urbane, attraverso il nuovo consumo di suolo zero, la riqualificazione e l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente. Ma fondamentali sono anche specifici programmi come: il piano di Rigenerazione lungo le antiche mura fra Bastione San Giacomo, Porta Lecce, e Bastione Arruinato per creare una cittadella universitaria; il piano di rigenerazione ed efficientamento energetico del quartiere Paradiso, includendo il Parco Cillarese, le aree residenziali limitrofe e gli istituti scolastici della zona; il piano di rigenerazione della costa nord; il piano di rigenerazione dell’isola di Sant’Andrea di cui Legambiente da anni si occupa per ottenere il restauro conservativo del Castello Alfonsino e del Forte e di cui segue con attenzione progetti di gestione in corso, sostenendo anche quello di Brindisi Ostello Nautico (BON), per la creazione di un ecovillaggio tra la diga foranea e la Darsena grande.
Non può mancare la promozione di Brindisi Natura. Nel 2016 Legambiente ha formalizzato la proposta di costituire un Ente Parco Brindisi Natura sulla base dell’esperienza estremamente positiva di Roma Natura. L’ente parco, che ha ottenuto l’interesse nel 2017 dall’allora commissario prefettizio Giuffrè e che il sindaco Rossi ha inserito nel suo programma elettorale, racchiuderebbe i parchi urbani, il parco regionale Saline di Punta della Contessa Fiume Grande e le aree SIC e ZPS ed i parchi e le aree verdi censiti in Natura 2000.
Importanti sono poi formazione, ricerca e cooperazione. Brindisi ha alcuni corsi universitari, ma può veder nascere una cittadella universitaria lungo le antiche mura e negli ex uffici finanziari, nell’ex scuola elementare di via Maglie e nella ex sede dell’istituto commerciale Marconi. Grandi prospettive può avere l’intesa fra UniSalento e la base ONU World Food Program per la creazione di un corso magistrale in scienze della cooperazione internazionale, anche in ragione del crescente ruolo strategico della base di Brindisi nel mondo. Legambiente ha proposto di localizzare tale corso nello splendido complesso che ospitava il Collegio Navale Tommaseo, laddove potrebbero trovare sede l’accademia navale di alta formazione proposta dall’ex comandante della capitaneria di porto Scanu e facoltà legata a scienze del mare.
Infine la Appia Regina Viarum. Legambiente ha ripreso ed aggiornato il progetto redatto con UniSalento, per tracciare e valorizzare l’Appia antica ed il patrimonio storico-culturale connesso, promuovendo anche con la FIAB una ciclabile della via Appia e la connessione con la linea ferroviaria Brindisi Taranto.
“Le idee progettuali che abbiamo presentato – ha concluso Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – possono essere finanziate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i fondi strutturali europei, i piani finanziari nazionali e regionali e quel Just Transition Fund nel quale Regione Puglia e comune di Brindisi devono impegnarsi a far rientrare i piani di riconversione energetica brindisina, contribuendo a far nascere il Distretto Green Brindisi – Taranto. Tali scelte influiranno non solo sul futuro delle due comunità locali ma, viste le dimensioni dei rispettivi impianti industriali e delle emissioni di gas climalteranti che producono, incideranno sulla qualità e sui tempi della transizione ecologica dell’intero paese e del programma europeo Green Deal. Non si perda più tempo per la riconversione ecologica del brindisino e del tarantino”.
Comunicato Legambiente Puglia