BRINDISI – Siamo profondamente dispiaciuti, per quello che in maniera capotica, irrazionale e superficiale accade sulla vicenda dell’ex Lido Poste.
La vicenda ha dell’incredibile!!!!!!
E’ così assurda che sembra una storia inventata ed invece e’ una triste verita’ accaduta a Brindisi nella nostra citta’.
Partiamo da un assunto, ogni anno il Comune , ed anche negli ultimi tre anni , ha provveduto attraverso la Ecotecnica, alla pulizia della spiaggia EX Lido Poste, di proprietà del demanio regionale ,con una eccezione, quest’anno il concessionario era un privato, titolare di una affidamento temporaneo da parte degli uffici regionali , come risulta dalle carte ufficiali.
Il Comune con una delibera d’urgenza , ha provveduto ha pulire l’arenile con una pratica amministrativa che si chiama esecuzione in danno , cioè io intervengo per conto tuo e poi ti chiedo i danni.
Questa pratica nel caso dell’ex Lido Poste e’ stata e rimane una terribile forzatura politica amministrativa, per diversi motivi , il primo tra tutti e’, che l’intervento di questo tipo prevede la notifica al proprietario , non credo che questo sia avvenuto.
C’è da aggiungere che , il privato e’ in possesso di documentazione probante che, precedentemente all’intervento dell’Amministrazione Comunale e’ stata effettuato un intervento di pulizia con il relativo smaltimento dei rifiuti , effettuato con ditte autorizzate e con relative fatture.
La seconda per la quale chiediamo l’intervento della Corte dei Conti, e’ questa : come e’ possibile che ogni anno il Comune sia intervenuto per le pulizie del Lido con proprie risorse di bilancio non essendo il proprietario? Come mai quest’anno l’amministrazione Comunale folgorata sulla via di Damasco ha eseguito l’intervento in danno? Forse per penalizzare un soggetto privato , che grazie alla propria intraprendenza voleva e vuole investire sul territorio o meglio sull’ex lido Poste.
Come mai il Comune, più volte sollecitato dalla regione a prendersi in carico l’ex Lido Poste ha sempre espresso un diniego ,ed invece quest’anno dopo aver appurato che la Regione aveva dato in concessione per un anno il Lido ad un privato , ha avanzato una sua richiesta di opzione ,per l’utilizzo.
Con quale progetto? Con quale investimento? Con quali fondi? Ma soprattutto con quale idea di sviluppo non avendo approvato , il piano della costa.
La cosa più assurda , più irrazionale e’ stata quella di contrapporsi ad una iniziativa privata , diventando competitor senza nessuna linea guida o progetto complessivo per l’interesse pubblico.
Un’altra cosa penalizzante per i cittadini ,può essere quella che ,essendo il soggetto privato , momentaneamente titolare della concessione, nella sua autonomia e per preservare la sua proprietà ,recinti l’ex Lido Poste vietando l’ingresso e la balneazione, i brindisini sarebbero penalizzati, per l’ennesima volta, da un atteggiamento di una Amministrazione Comunale a dir poco superficiale ed impreparata.
Il Sindaco e la sua maggioranza farebbero bene a mettere , cosi come previsto per legge , su tutte le spiagge libere i bagnini , ed i servizi di primo soccorso.
Voglio ricordare a me stesso , che solo l’anno scorso un giovane immigrato e’ morto nelle adiacenze dell’ex Lido Poste e che forse la presenza di un presidio l’avrebbe salvato .
L’ultima chicca di questa triste storia e’ che il soggetto privato che voleva investire i suoi denari e che avrebbe dato decoro ad un pezzo di costa , seguendo quello già iniziato dall’Ottagona beach, da Lido Risorgimento e dal Granchio rosso, ha avuto un diniego sul progetto presentato le cui motivazioni risultano essere allucinanti o peggio mettono a rischio l’intero comparto urbanistico di tutte gli altri lidi.
Il privato si tutelerà davanti al Tar , per difendere i suoi interessi e l’esito se positivo dimostrerà per l’ennesima volta l’incapacità di una Amministrazione, se invece dovesse soccombere metterebbe a rischio l’intero comparto delle spiagge limitrofe per il principio di comparazione.
Caro Sindaco, pubblico non significa la perfezione assoluta , non significa la cosa migliore da fare , pubblico significa servizi che funzionano , strumenti a disposizione del cittadino che permettono la libera concorrenza la realizzazione di obiettivi leciti e di crescita per tutti, privato non e’ il diavolo, privato non e’ malaffare ma e’ l’ossatura della nostra nazione.
Non uccidete quei pochissimi imprenditori che vogliono ancora investire sul territorio e credono ed amano ancora Brindisi.
Mio malgrado chiederò l’intervento della Corte dei conti per verificare se i denari pubblici siano stati spesi bene, il Comune di Brindisi essendo in una fase di pre dissesto finanziario non puo’ permettersi il lusso di sperperare denaro pubblico.
Claudio Niccoli Segr. Prov. IDEA per Brindisi