Left: “A Brindisi numeri e costi enormi di personale per l’igiene urbana: quasi il doppio rispetto alla media, con risultati fallimentari”
BRINDISI – A parte la narrazione epica, l’operazione fatta per la realizzazione dell’area verde del Tommaseo è un bell’esempio di rigenerazione urbana e di rimozione del degrado. Si potrebbe fare molto in città in tema di decoro urbano utilizzando il patrimonio di risorse umane delle società che direttamente ed indirettamente dipendono dal Comune di Brindisi.
In città ci sono circa 230 dipendenti per i servizi di igiene urbana, al momento assunti dall’attuale gestore dei servizi ed un 160 addetti circa in forza alla società multiservizi (BMS). Un totale di poco meno di 400 persone che dovrebbero occuparsi di servizi e molto relativamente al decoro urbano. Sono cifre enormi se si pensa che la media di impiego di personale per i servizi di igiene urbana ogni mille abitanti è di 1,5 unità e a Brindisi solo in quest’ambito superiamo abbondantemente le 2,5 unità.
Un costo notevole per la collettività che paga tasse elevatissime (ai massimi livelli) ma che spesso si lamenta per non avere ritorni in termini di qualità urbana.
Abbiamo come sacro il lavoro e ben venga l’utilizzo di tanta forza ma proprio perché sacro bisogna stare attenti alla efficacia del lavoro svolto con il denaro di tutti.
La raccolta differenziata, per esempio, è sotto i livelli consentiti dalla legge. Nel 2020 le percentuali raggiunte sono all’incirca del 50% quando si dovrebbe raggiungere il 65% almeno. Molti comuni in Puglia oggi arrivano anche oltre l’80% come percentuale di raccolta. Siamo molto indietro e siamo molto indietro anche al resto di Italia dove si è già a regime con la tariffazione puntuale che consente ad ogni utente di pagare per quello che si conferisce effettivamente.
Questo significa inquinamento, degrado. Si pensi che il solo 15% di differenziata in meno è riempire un campo di calcio ogni anno con una montagna di rifiuti che vanno ad avvelenare i terreni invece che essere riciclati e riutilizzati. Purtroppo significa un danno per le tasche dei cittadini di milioni di euro anche. La produzione di rifiuti da riciclare (carta, cartone, metalli, plastica) diventa ricavo per le casse comunali, la produzione di secco indifferenziato invece è un costo enorme per gli smaltimenti necessari.
Il Sindaco è il primo responsabile di tutto questo e questa volta non c’è possibilità di dare le colpe alle amministrazioni precedenti per l’insuccesso, è proprio questa amministrazione che non è riuscita ad invertire un trend negativo. Ne aveva le facoltà ed ha fallito miseramente.
Un vero paradosso per chi si professa ambientalista e pretende di dar lezione di ambiente agli altri.
Non si getti la croce sui cittadini perché i Brindisini non sono più zozzoni dei Mesagnesi o dei Latianesi, è solo una questione di capacità organizzativa e attenzione ai problemi reali che manca in questa amministrazione molto più protesa ad inseguire le chimere e a guardare le pagliuzze negli occhi degli altri invece che le travi nei propri per dirla cristianamente.
Che dire della Brindisi Multiservizi poi. E’ evidente che vi sono nella azienda risorse importanti in grado di effettuare servizi di primo livello. Ma quando poi si legge sulla stampa che si utilizza una azienda controllata dal Comune per appaltare dei servizi con prezzi bassissimi, ci si rende conto che qualcosa non va. E’ il caso dell’appalto di guardiania presso la discarica di Autigno.
A nostro avviso le società partecipate devono fornire servizi di qualità in maniera diretta, fornire quei servizi per i quali occorre un controllo diretto della qualità ed un risposta immediata alla richiesta e per i quali possa diventare improduttivo passare da una gara di appalto e da lungaggini per contenziosi. Se una società come la Multiservizi è utilizzata invece per appaltare a sua volta i servizi da fornire, si smarrisce il senso per cui è costituita.
Se lo fa a prezzi molto al di sotto dei valori di mercato come pare sia accaduto, viene il dubbio che il suo utilizzo non sia a favore della qualità e della immediatezza ma a favore di altro e soprattutto si smarrisce la sacralità del lavoro che ha senso se ricompensato adeguatamente.
Voltare pagine significa non meravigliarsi più per un diserbo e per un disboscamento. Vorremmo sempre meno slogan e post ditirambici ma più attenzione alle risorse sia naturali che umane della città. E’ da tempo invece che la normalità viene trattata con toni epici mentre situazioni vicine al drammatico rimangono fredda cronaca senza che alcuno si interroghi ed indaghi sui fatti. Se proprio si vuole usare un binocolo per vedere la realtà, che almeno lo si impugni dal verso giusto.
Il coordinamento cittadino
Brindisi Left