BRINDISI – Il Castello Alfonsino è a tutti gli effetti un cantiere. Non solo perché sono in corso i lavori del secondo lotto, ma anche perché sono in corso le valutazioni sul recinto degli interventi da effettuare in questa fase e sulle attività che può accogliere il complesso monumentale.
Per esempio, nel progetto era prevista l’implementazione dell’impianto di illuminazione interno ed esterno. La cittadinanza sogna di vedere nuovamente illuminato il castello, ma al momento non è stato ancora deciso se e come verrà dato seguito a quanto previsto nella proposta progettuale.
E tanto altro ci sarebbe ancora da completare. Ad esempio è inaccessibile tutta la parte del camminamento di ronda che si affaccia sul porto interno, sul canale vicereale e che dà accesso alla rigogliosa macchia mediterranea. Così come non sono accessibili le prigioni, tutte le sale dell’opera a corno e tutta la parte che conduce alla spalle del castello. Per tutto questo, però, serviranno tanti altri milioni. Ben più dei 3 mln e passa spesi per questo primo restauro, affidato alla ditta SAD di Rega di Modugno con un ribasso del 28%.
Per tali ragioni sarebbe il caso che il Comune riprendesse il filo del discorso e si dotasse di un piano economico gestionale da presentare al Mibac così da chiederne il passaggio di titolarità e aprire l’Opera a corno all’investimento commerciale dei privati, che avrebbero tutto l’interesse a finanziare anche il recupero integrale del Forte. Perché sperare in un finanziamento pubblico da 20 mln di euro appare francamente utopistico.