Ha ragione il sindaco: la gestione del castello doveva essere fallimentare come quella dei monumenti del Comune. Un bel tacer…
BRINDISI – Interessante il tema sollevato dal sindaco sulla valorizzazione dei beni culturali. E poiché discetta confusamente e fallacemente (come abbiamo avuto modo di spiegare ampiamente nei precedenti articoli) sulla gestione del castello Alfonsino, è utile capire cosa abbia fatto il Primo cittadino – che detiene la delega ai beni culturali – per valorizzare i monumenti di proprietà comunale. Ve lo diciamo. Ha sottratto il servizio di accoglienza dei turisti e valorizzazione dei beni culturali all’associazione Le Colonne, cancellando quell’offerta virtuosa, per garantire ai turisti solo la guardiania attraverso la Brindisi Multiservizi. Questo quando va bene. Perché ad esempio la situazione attuale è la seguente: i monumenti sono aperti dal lunedì al venerdì, con il Monumento al Marinaio già chiuso alle 18, mentre nel weekend aprono su prenotazione. Ma come? Proprio in una nota di qualche ora fa Brindisi Bene Comune lamentava il fatto che l’accesso al castello Alfonsino è consentito solo su prenotazione e poi i monumenti di competenza comunale vengono aperti su prenotazione proprio nel weekend?! Altro che ticket a pagamento per i turisti…
E anche riguardo la valorizzazione dell’area archeologica di San Pietro degli Schiavoni tirata in ballo dal sindaco nella polemicozza di ieri, va sottolineato come non si sia mai dato seguito alla convenzione tra la Soprintendenza e il Comune con la quale veniva disposta la presa in consegna dell’area in favore dell’ente comunale, e quindi della Fondazione Teatro Verdi. Tale passaggio, infatti, non è mai stato formalizzato dal dirigente al ramo attraverso un provvedimento amministrativo. Stessa cosa è accaduta per l’affidamento del servizio di valorizzazione dei beni culturali a favore della fondazione Teatro Verdi, mai concretizzato nonostante l’esistenza di una delibera di Giunta.
Il motivo per il quale il dirigente Roma non abbia mai conferito efficacia a queste convenzioni è sempre rimasto un mistero.
Alla luce di ciò, cosa avrebbe voluto il sindaco, completare l’einplein con un bel “non c’è due senza tre” per lasciare indefinito, monco anche il processo di valorizzazione del castello Alfonsino attraverso un affidamento/non affidamento della gestione alla fondazione Teatro Verdi? Avrebbe dovuto fare questo la Soprintendenza? Oppure avrebbe dovuto affidarne la valorizzazione a un’associazione di un altro territorio, magari con risultati pessimi come ad esempio accaduto in passato con la gestione degli infopoint di Pugliapromozione aggiudicata attraverso bandi pubblici a soggetti leccesi che tiravano acqua ai loro territori?
Un bel tacer non fu mai scritto.