Futuro grigio per Brindisi, salta anche il Cis? La disperazione intanto porta a toni trionfalistici per un investimento da soli 5 mln
BRINDISI – Sfumato il Just Transition Fund, l’attenzione è tutta sul Pnrr e sul Cis.
Il primo, però, tende a finanziare opere già cantierizzate, e per Brindisi, se si fa eccezione per il finanziamento/rifinanziamento delle opere portuali, il rifinanziamento del collegamento ferroviario stazione-aeroporto (un servizio che serve più ai cittadini delle altre che a Brindisi) e a qualche progetto per la Cittadella della Ricerca, resta ben poco ai fini dello sviluppo economico della città.
Per quanto concerne il secondo, invece, siamo ancora alla dichiarazione d’intenti, sia da parte del Governo che non lo ha mai istituto formalmente tramite un Dpcm sia da parte del Comune, i cui progetti sono in nuce (per usare un eufemismo) e abbisognerebbero di un grande supporto del governo per la loro definizione. Il governo Draghi, a quanto pare, non parrebbe porre grande attenzione a tale strumento, pertanto il combinato disposto tra carenza progettuale e scetticismo verso i Cis lancia grandi ombre sul reale finanziamento per decine di milioni di euro delle opere cristallizzate nelle 40 schede progettuali presentate dal Comune.
Non per essere melodrammatici, ma quello che si prospetta su questo fronte somiglia tanto a un fallimento politico, che unito alla bocciatura dei progetti riguardanti il Pac e l’accessibilità turistica (miglioramento del collegamento viario alla Sciaia e al Castello Alfonsino, riqualificazione di deposito catene, ecc), ai punti interrogativi sulla conversione della centrale Enel, sulle Zes e sulle opere portuali fa emergere un quadro piuttosto cupo, che come conseguenza porta a comunicazioni trionfalistiche per investimenti da soli 5 milioni di euro come quello di A2A che paiono più il frutto della disperazione che di un reale convincimento.