Torre Guaceto, l’operazione della politica brindisina è di fatto irrealizzabile. E forse inutile
BRINDISI – È chiaro che buona parte delle forze politiche brindisine stiano proponendo adesso la modifica dello statuto del consorzio di Torre Guaceto perché hanno subodorato la possibilità di sfruttare la vacatio politica del Comune carovignese.
La proposta di PD e Lega del capoluogo è quella di introdurre la possibilità anche per il sindaco di Brindisi di indicare il nome di un candidato presidente, perché al momento lo può indicare solo il sindaco di Carovigno. Questa modifica statutaria, però, deve essere approvata sia dal Consiglio comunale di Brindisi ma anche dal Consiglio comunale di Carovigno e dal Wwf. Ora, nel caso di Carovigno, vi pare verosimile che un’Amministrazione politica in carica voterebbe mai a maggioranza di sottrarsi una parte – seppure piccola – di potere per cederla ai soci brindisini? Per questo si sta provando la via di un accordo con la struttura commissariale che amministra il Comune di Carovigno, ma è altrettanto improbabile che i reggenti attuali si arroghino il diritto di compiere un atto politico come quello della modifica statutaria. Vi è da aggiungere tra l’altro che tale modifica dovrebbe scontare il parere del Ministero dell’Ambiente, vero proprietario della riserva, che delega al consorzio ma ne mantiene il comando effettivo.
Non tutti i partiti del capoluogo però sono d’accordo con l’operazione. Il M5S, ad esempio, ha espresso forti riserve circa la correttezza di insidiarsi nella vacatio politica carovignese per aggiungere potere specifico all’interno delle nomine del consorzio. Meglio – secondo i pentastellati – riaffrontare il discorso quando Carovigno avrà una nuova Amministrazione comunale.
Va detto, comunque, che già adesso il potere del Comune di Brindisi rispetto alle nomine è sostanziale, perché se è vero che l’indicazione del candidato presidente spetta solo al sindaco di Carovigno, è altrettanto vero che il Comune di Brindisi esprime nel Cda del consorzio 2 componenti su 6 (gli altri 4 appartengono equamente al Comune di Carovigno e al Wwf), pertanto, senza un accordo preliminare tra i sindaci di Carovigno e di Brindisi difficilmente si potrebbe procedere ad alcuna nomina. Di fatto, dunque, è già garantita pari dignità al Comune di Brindisi. Prendiamo come esempio l’ultima nomina, ovvero quella di Corrado Tarantino: è vero che l’ha proposto il sindaco di Carovigno, ma essendo in quota PD ha trovato l’avallo dei due delegati del Comune di Brindisi, retto da un’Amministrazione di centrosinistra.
Pertanto, per la tortuosità dell’iter e per la scarsa rilevanza delle modifiche sostanziali relative alle nomine (diverso è il discorso per la volontà di introdurre un limite di due mandati), è molto probabile che finirà tutto in una bolla di sapone.